La “piaga arcobaleno” e altri scherzi da prete omofobo
Riflessioni inviateci da Massimo Battaglio
Pochi giorni fa in Polonia, si ricordava l’anniversario dell’eroica insurrezione partigiana conclusasi con la distruzione della capitale polacca per ordine di Hitler. Uno tra i massimi esponenti della conferenza episcopale polacca, l´arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski, ha provato ad “attualizzare” l’episodio a modo suo. Sarebbe la cultura Lgbt a rappresentare l’attuale “peste nera”, la “piaga arcobaleno” che ha sostituito quella comunista.
Parole talmente irricevibili da inficiare qualunque buona intenzione avesse chi le ha pronuciate, posto che ne avesse qualcuna. Non evidenziano altro che una totale ignoranza sia sulle tematiche lgbt e sia sulla storia civile tutta. Significa che il presule non sa più che pesce pigliare. Vede un mondo diverso da come se l’era immaginato; non ha strumenti per decifrarlo; dunque sbraita.
Anni fa, avremmo cercato di fargli capire che sono parole pericolose, che causano la sofferenza di molti. Oggi non è più necessario. Chiunque è in grado di reagire con una serena risata. Salvo poi allontanarsi ulteriormente dalla Chiesa, dato che è così poco credibile.
Due giorni prima, a Piacenza, scoppiava il caso di un sacerdote arrestato per consentire l’approfondimento di indagini a suo carico per abuso sessuale. Le vittime che lo accusano sono tutti maschi. Testimoniano che il parroco li drogava per fruire meglio dei loro servizi.
Magari è tutta un’orribile montatura. Lo spero di cuore. Ma non sembra essere di questa opinione il vescovo locale, che ha già mandato preventivamente il don in ritiro, esonerandolo anche dal servizio parrocchiale.
Anche questo sacerdote era piuttosto severo con la “piaga arcobaleno”. Organizzava grandi tavole rotonde sulla Famiglia a cui invitava il ghota del “movimento anti gender”. Partecipava ai lavori di gruppi reazionari, firmava appelli politici chiaramente improntati all’intolleranza.
A lui e a tutti i sacerdoti, vorrei dare un consiglio: quando volete parlare di famiglia, siate molto prudenti. Scegliete bene i vostri testimonial, informatevi su chi chiamate a parlare, calibrate bene i vostri gesti politici. E prima ancora, esaminate la vostra vita.
Nelle settimane precedenti, sulla base di un caso serissimo che interessa i servizi di assistenza sociale emiliani, si stava diffondendo il motto “i gay rubano i bambini“. E’ il caso di Bibbiano, sul quale, ora, le voci si stanno placando perché si comprende come almeno la metà delle notizie trapelate erano finalizzate solo a diffondere odio. In particolare, odio politico e odio omofobo.
Ai professionisti del rancore sociale, non so dare consigli. Vorrei invece darne uno ai monsignori della “piaga arcobaleno”: raffinatevi. Se proprio non ce la fate ad aggiornarvi, se proprio siete così incattiviti da aver paura dell’amore, almeno sperimentate il valore rivoluzionario del silenzio. Lasciate parlare chi sa, chi vive. E cercate consiglieri un po’ più qualificati. Nelle vostra conventicole, non ce n’è uno che abbia la coscienza pulita!
“Sei inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose” (Rm 2,1).