La peste. Le storie mai raccontate sulla reazione della Chiesa cattolica all’epidemia dell’AIDS
Articolo pubblicato sul sito Gay Desert Guide (Stati Uniti) il 1 dicembre 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il settimanale gesuita America ha lanciato, in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, il progetto Plague: storie mai raccontate su AIDS e Chiesa Cattolica, una serie di sei podcast a cura di Michael O’Loughlin*, che per il settimanale si occupa, da più di dieci anni, di Chiesa Cattolica e mondo LGBT. La serie indaga sulle luci e sulle ombre delle reazioni della Chiesa all’epidemia di AIDS degli anni ‘80 e ‘90. Cliccando qui potrete iscrivervi alla serie su Apple Podcasts.
Gli anni ‘80 furono un decennio di agonia per le persone LGBT di tutto il mondo, ed era ancora più difficile essere gay e cattolici.
Nel 1986 [la Congregazione per la Dottrina della Fede] emanò [la Lettera sulla Cura Pastorale delle Persone Omosessuali] che descriveva l’omosessualità come “una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”. Questo documento causò una sofferenza enorme in una generazione che stava già lottando duramente contro un’epidemia devastante. La Chiesa, dal canto suo, mentre continuava a ribadire la sua dottrina tradizionale sulla sessualità umana, rappresentando una voce molto potente contro la rivoluzione sessuale, scese in campo contro l’epidemia, e le sofferenze che causava, in un modo senza precedenti. La Chiesa, con la sua vasta rete sanitaria e il suo immenso potere politico, iniziò a collaborare sul campo con la comunità gay. Molte delle storie di quel periodo complicato non sono ancora state raccontate.
“La vastità di quella sofferenza forse è difficile da immaginare per chi è troppo giovane per ricordare” scrive O’Loughlin su America, raccontando la storia segreta di chi, cattolico, ha fatto la sua parte per soccorrere i malati: “Parecchi sacerdoti, religiose, religiosi e laici affrontarono lo stigma dell’HIV/AIDS in modo pastorale”.
Plague racconta le storie di persone normali che hanno reagito alla sofferenza in modo straordinario, di persone che hanno operato in prima linea contro l’AIDS, di persone la cui vita è stata devastata dal virus, e di chi crede che le lezioni provenienti da quell’epoca siano ancora inascoltate.
Il primo episodio ha debuttato domenica 1 dicembre (2019). I prossimi episodi usciranno a cadenza settimanale:
Primo episodio: Rabbia e fede. La storia della vita di David Pais è un esempio dell’esperienza dei molti gay cattolici colpiti dall’epidemia di AIDS fin dai primi anni. David parla del ruolo della sua fede nell’aiutarlo ad affrontare la diagnosi, e la sua lotta con la rabbia che sentiva verso la Chiesa. David era uno dei molti gay che protestavano contro la Chiesa, ma in seguito decise di provare a tornare sui suoi passi.
Secondo episodio: Ospedale St. Vincent. A New York l’ospedale che era, per antonomasia, quello dei malati di AIDS, era l’ex Centro Medico St. Vincent, gestito dalle Suore della Carità. In questo episodio ci chiediamo: In che modo questo ospedale cattolico divenne un porto sicuro per la comunità gay? Rispondono il dottor Ramón Torres, giovane medico gay assunto dalle Suore della Carità per occuparsi della sezione dedicata ai malati di AIDS; Gerri Wells, attivista del gruppo ACT UP, e Karen Helfenstein SC, la mite suora che fu vicepresidente del St. Vincent per le missioni.
Terzo episodio: Visitare gli ammalati. All’inizio dell’epidemia di AIDS c’erano pochissime cure disponibili, ma c’era una forte richiesta di assistenza e accompagnamento spirituale. I pazienti esprimevano le medesime domande di ogni malato terminale: I miei affari sono in ordine? Mi sono riconciliato con i miei cari? Sono pronto a morire? Questo episodio racconta la storia dell’epidemia dal punto di vista di un sacerdote che cerca di capire in che modo può essere d’aiuto. Padre William Hart McNichols, sacerdote gay che fu tra i primi volontari al St. Vincent, parla della sua missione di accompagnamento di centinaia di uomini nei loro ultimi giorni, e del ruolo che giocò la sua vocazione d’artista.
Quarto episodio: Una parrocchia a Castro. In questo episodio vedremo come l’epidemia cambiò la normale vita di una parrocchia, quella del Santissimo Redentore nel quartiere Castro, nel cuore di San Francisco, che conobbe una trasformazione per meglio fornire cura pastorale ai malati della zona. I membri della parrocchia raccontano di come i ministeri parrocchiali vennero ripensati per accompagnare chi stava attraversando i momenti più difficili della sua vita, e di come quest’opera cementò la parrocchia tutta.
Quinto episodio: Bethany Place. L’epidemia di AIDS mieteva vittime in tutto il Paese, e non era sempre facile assistere i pazienti nelle cittadine e nei paesi. Carol Baltosiewich, suora francescana e infermiera diplomata, constatò che i malati di AIDS non venivano curati a dovere nella piccola città di Belleville, nell’Illinois, dove viveva, così aprì uno dei primi centri di assistenza dedicati ai sieropositivi nel Midwest. Prima, però, dovette affrontare i suoi pregiudizi sugli omosessuali e recarsi a New York per aggiornarsi sulle cure mediche da prestare loro.
Sesto episodio: Il finale. Nell’ultimo episodio si parlerà dei ministeri attuali dedicati ai sieropositivi.
* Michael J. O’Loughlin è corrispondente per gli Stati Uniti del settimanale gesuita America ed autore della serie di articoli e podcast della serie Plague (La peste: storie mai raccontate su AIDS e Chiesa Cattolica) Twitter:@mikeoloughlin
Testo originale: AMERICA MEDIA TO LAUNCH PODCAST SERIES PLAGUE: UNTOLD STORIES OF AIDS AND THE CATHOLIC CHURCH ON WORLD AIDS DAY, DECEMBER 1, 2019