La Polonia è agli ultimi posti in Europa per i diritti LGBT
Articolo di Angelika Pitoń pubblicato sul sito del quotidiano Gazeta Wyborcza (Polonia) il 14 maggio 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Quasi 100 amministrazioni locali polacche si sono autoproclamate “zone franche LGBT”, o hanno adottato l’omofoba Carta dei diritti della famiglia, sostenuta anche dal clero cattolico. Senza contare i divieti di organizzare marce sull’uguaglianza emessi da diversi sindaci, e l’escalation di odio nei confronti dei dimostranti dei Pride, come a Bialystok o a Lublino.
Poi ci sono le parole ripetute del metropolita di Cracovia Marek Jędraszewski sulla “peste arcobaleno”, le azioni legali sostenute da Ordo Iuris contro gli attivisti autori dell’Atlante dell’odio, le aggressioni contro le persone LGBT, gli elenchi dei partecipanti alle marce per l’uguaglianza che portano una bandiera con un’aquila arcobaleno, o la detenzione l’artista Elżbieta Podleśna per Rainbow Mary: questo è stato il 2019 delle persone LGBT in Polonia.
L’omofobia sempre più tangibile nel Paese non è passata inosservata all’estero. A dicembre, il Parlamento europeo ha condannato la Polonia per queste azioni. E ora ILGA Europe ci ha riconosciuto come il paese più omofobo dell’Unione Europea. Ci hanno assegnato il 16 su una scala di 100 (cioè il massimo di accettazione), che ci pone al quarantaduesimo posto su 49 Paesi europei.
“La Polonia ha fallito il test sull’uguaglianza”
Nelle ultime tre classifiche, la Polonia si è classificata sempre penultima nei paesi dell’UE. Questa volta davanti a noi stanno la Lettonia (17%), la Lituania (23%), la Repubblica Ceca (26%), la Slovacchia (30%) e l’Estonia (38%).
Per fare un confronto: la Malta cattolica è il leader della classifica ILGA Europe per la quarta volta, con un risultato dell’89%. Belgio e Lussemburgo sono arrivati secondi (entrambi con il 73%), terzi Danimarca e Norvegia (con il 68%).
“Con questo ultimo posto tra i paesi dell’UE nella classifica ILGA Europe, le autorità polacche hanno fallito il test sull’uguaglianza. Questo risultato riflette quale terrificante realtà abbiamo vissuto. Nell’ultimo anno le autorità polacche hanno sistematicamente spostato i confini dell’intolleranza, manomettendo il sistema legale. Ciò ha colpito le minoranze in primo luogo, ma tutti sentiremo gli effetti dello smantellamento della legge sull’uguaglianza, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” commenta la direttrice dell’Associazione Campagna contro l’Omofobia, Slava Melnyk.
Omofobia in Polonia. Ci stiamo avvicinando all’Azerbaigian o alla Bielorussia
Il ranking ILGA Europe è il più importante ranking europeo che esamina l’uguaglianza delle persone LGBT+ che vivono in Europa. Il suo risultato si basa sull’analisi delle leggi in un determinato Paese, e sulla prassi quotidiana. Il posto della Polonia non solo ci rende il paese più omofobo dell’UE, ma ci pone anche all’avanguardia dei 10 Paesi europei con il livello più basso di uguaglianza delle persone LGBT. Ci stiamo avvicinando alla Bielorussia o a San Marino (13%), al Principato di Monaco (11%), alla Russia (10%), all’Armenia (8%), alla Turchia (4%) e all’Azerbaigian (2%), ultimo in classifica.
Wyborcza è riuscito a reperire i dettagli del rapporto ILGA Europe, i quali mostrano che la Polonia nella classifica sarebbe stata ancora più bassa se non fosse per l’attivismo di Adam Bodnar e la recente sentenza del tribunale distrettuale di Varsavia, che ha deciso che un rifugiato che vive in Polonia e non ha la cittadinanza polacca può passare attraverso la procedura della riassegnazione del sesso.
L’Europa si sta radicalizzando
I dati pubblicati da ILGA Europe sono doppiamente preoccupanti: in quasi la metà dei Paesi non ci sono stati cambiamenti positivi nella lotta per la parità dei diritti per le persone LGBT+. E i Paesi in cima alla classifica stanno rivedendo alcune soluzioni legali che proteggono le persone LGBT, in particolare gli attivisti.
Una nota positiva: l’Europa ha fatto un passo avanti introducendo soluzioni legali per proteggere le persone intersessuali dalla discriminazione.
“La storia mostra che coloro che sono vulnerabili agli attacchi prima della crisi, sono più vulnerabili a questi attacchi in seguito. Pertanto, temiamo che la crisi socio-economica post-pandemia che ci attende creerà le condizioni ideali, per i rappresentanti del potere, per colpire la comunità LGBT+ “, recita il rapporto ILGA Europe.
Testo originale: Polska najbardziej homofobicznym krajem w Unii Europejskiej