La preghiera del vescovo contro l’omofobia
Articolo di Paolo Rodari sul giornale Repubblica del 16 maggio 2018, pag.14
Una preghiera per il superamento dell’omofobia, firmata da un presule. La scrive monsignor Corrado Lorefice, nelle ore in cui un report di Ilga-Europe evidenzia l’enorme ritardo dell’Italia (32esimo posto in Europa) in tema di lotta alI’omofobia. L’arcivescovo metropolita di Palermo invita a dare lettura del testo nelle parrocchie e a recitarlo domani durante la dodicesima edizione della veglia ecumenica “No alle discriminazioni“.
Mentre non mancano, in Italia e oltre i confini, gruppi di estrema destra – fra loro anche persone che si dichiarano credenti – che organizzano processioni riparatorie contro il diffondersi dell’omosessualità, il gesto del vescovo voluto a Palermo da Francesco resta un segno coraggioso in una Chiesa a tratti timida in merito. Formatosi sui testi del cardinale Lercaro e di Dossetti, collaboratore di don Pino Puglisi, Lorefice condivide la convinzione che per la Chiesa la predilezione peri poveri e gli scartati debba essere teologica prima ancora che sociale e culturale. Scrive lo stesso Lorefice: «Mentre deploriamo con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente, preghiamo perché i cristiani, attingendo alla grazia dell’Evangelo, testimonino e annuncino, con audacia profetica, l’incondizionato rispetto dovuto ad ogni persona e denuncino ogni forma di discriminazione ed emarginazione».
La posizione di Lorefice trova in molti suoi confratelli stima e appoggio. «Dobbiamo smettere dì pre-eleggere le persone verso cui andare», ha detto ieri a Roma monsignor Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita, Telese, Sant’Agata de’ Goti, durante un incontro dedicato alla fragilità e organizzato con la presenza di don Luigi Civili dall’Associazione Cavalieri di San Martino del Monte delle Beatitudini. E ancora: «Non dobbiamo cercare chi sia il nostro prossimo, la necessità è rendersi prossimi di chiunque».
Anche a Reggio Emilia la veglia sarà presieduta dal vescovo Massimo Camisasca, un segno importante. Aperte in una parrocchia di Bologna, le veglie toccheranno varie diocesi, fra cui i locali della Caritas di Lucca e si concluderanno a Cremona. «E importante – ha scritto don Gianluca Carrega, che cura la pastorale per le persone omosessuali della diocesi di Torino – che queste giornate di veglia non siano soltanto denuncia, ma anche un’occasione per rientrare in noi stessi e farci illuminare dalla verità del Vangelo».