La questione spinosa delle adozioni da parte di coppie omosessuali negli Stati Uniti
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 30 aprile 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Negli ultimi dieci anni i vescovi statunitensi hanno molto sostenuto la libertà religiosa, nonostante le loro posizioni discriminatorie nei confronti delle donne e delle persone LGBTQ, ma un recente caso di discriminazione verso una cattolica pare confermare il fatto che tale discriminazione possa ritorcersi contro di loro.
Secondo [il sito] The Daily Beast “[l’agenzia che si occupa di dare bambini in affidamento] Miracle Hill Ministries [di Greenville, nella Carolina del Sud], che riceve fondi statali ed è legata ad ambienti evangelici conservatori, assegna minori solamente a coppie di cristiani ‘nati di nuovo’”; perciò, la richiesta di Aimee Maddonna di essere una madre affidataria è stata respinta solo perché la donna è cattolica, nonostante il rapporto su di lei affermasse che “è il genitore affidatario ideale per qualsiasi agenzia”.
In molti luoghi una tale discriminazione su basi religiose rimane illegale, ma anni di campagne da parte della destra, spesso guidate dai vescovi cattolici, per rendere legale il diritto delle denominazioni religiose a discriminare stanno dando i loro frutti sotto la presidenza Trump, come spiega The Daily Beast: “Nel 2018 il governatore repubblicano della Carolina del Sud, Henry McMaster, ha emanato un’ordinanza con cui autorizza esplicitamente questo tipo di discriminazione, e ha chiesto al governo federale di permettere alla Miracle Hill di ricevere soldi dai contribuenti e, al tempo stesso, rigettare non solo le richieste delle persone LGBT, delle persone non sposate e di chiunque loro giudichino non adatto dal punto di vista religioso, ma anche quelle dei cristiani non evangelici e degli ebrei (le richieste di almeno due coppie di ebrei sono state rigettate dalla Miracle Hill). Nel gennaio 2019, il Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona dell’amministrazione Trump ha accolto la richiesta”.
Con l’autorizzazione del Presidente in mano, la Miracle Hill Ministries è ora libera di ricevere soldi provenienti dalle tasse per discriminare a suo arbitrio le persone e le coppie che non sono in regola con la fede evangelica conservatrice dell’agenzia.
Le esenzioni su base religiosa [dal principio di non discriminazione, n.d.t.] come questa stanno raggiungendo “il livello di guardia”, secondo Leslie Cooper dell’Unione Americana per le Libertà Civili. Ad oggi, dieci Stati dell’Unione autorizzano le agenzie religiose, ma finanziate dallo Stato, che si occupano di affidi e adozioni a mettere in pratica discriminazioni quasi senza limiti. Un appello presentato dallo Stato del Texas al Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona chiede che tali esenzioni diventino norma federale, e altri simili tentativi per via giudiziaria potrebbero riuscire nell’intento ora che la Corte Suprema pende a destra.
Negli Stati Uniti i cattolici hanno dovuto affrontare discriminazioni per gran parte della storia nazionale, in particolare nel periodo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, quando l’immigrazione dai Paesi a maggioranza cattolica divenne di massa. È una storia vera, nonostante suonino poco convincenti i piagnistei di certi elementi di destra sulla discriminazione anticattolica odierna. Attenzione che i nostri vescovi non gettino le basi per una nuova discriminazione come quella di allora.
Purtroppo il rischio c’è. L’impegno dei vescovi sul tema delle agenzie di affido e adozione stanno portando risultati: per esempio, le agenzie cattoliche negli Stati di New York, Illinois e Massachusetts, e nel Distretto di Columbia, hanno preferito chiudere il loro servizio piuttosto che affidare minori a persone LGBTQ; altre agenzie in Michigan e Pennsylvania sono passate alle vie legali per affermare il loro diritto ad escludere candidati sulla base dell’identità religiosa. Secondo The Daily Beast, la causa intentata dai servizi sociali cattolici contro la città di Philadelphia, se finisse di fronte alla Corte Suprema, potrebbe costituire il passo decisivo per allargare le esenzioni a livello nazionale. Politici e leader religiosi hanno unito le loro forze in Oklahoma, Kansas, Dakota del Sud e Texas per escludere le persone LGBTQ dai candidati alle adozioni e agli affidi, e perlopiù hanno avuto successo.
In altre parole, per citare Jay Michaelson del Daily Beast, “Con il loro zelo nell’impedire alle persone omosessuali di adottare minori bisognosi, i conservatori hanno dato alle agenzie finanziate dallo Stato il diritto di respingere qualsiasi candidato ritenuto da loro non adatto, senza nessun riguardo per il benessere dei minori stessi”.
Secondo Michaelson, comunque, le organizzazioni religiose che non prendono soldi dallo Stato possono agire a loro piacimento. Se operano in maniera ridotta, o chiudono, gli esempi di luoghi come il Massachusetts e l’Illinois dimostrano che le agenzie che non discriminano possono tranquillamente riempire i buchi, ma la via per progredire non è escludere qualcuno, è mettere i minori al primo posto.
Oggi, negli Stati Uniti, ci sono 123.000 minori che attendono l’adozione o l’affido, e troppe poche persone pronte a offrire loro una famiglia amorevole. I genitori che già soddisfano certi criteri non dovrebbero essere esclusi “sulla base di [altri] criteri, non rilevanti per il benessere del minore”, come scrive Michaelson; la cosa importante dovrebbe essere la capacità di offrire una famiglia amorevole.
Forse questo esempio di discriminazione anticattolica, come altri dello stesso genere, faranno riflettere i vescovi sulle loro campagne per il diritto a discriminare le persone LGBTQ. Forse arriveranno a comprendere che la libertà religiosa è essenziale, ma che ha necessariamente dei limiti in una società pluralista e democratica. [Questo ripensamento] da parte dei vescovi sarebbe certo un gradito segno di avanzamento, ma sarebbe triste se il benessere di minori vulnerabili non fosse già una ragione sufficiente per agire in modo diverso. I vertici della Chiesa dovrebbero prendersi una pausa per riflettere, in questo periodo di crescente estremismo, su quanti bambini e ragazzi dovranno ancora soffrire a causa della loro crociata contro i diritti umani delle persone LGBTQ.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Is U.S. Bishops’ Opposition to LGBTQ Equality Finally Backfiring on Them?