La regina Elisabetta firma un documento anti-discriminazione
Articolo tratto dal sito Gay Algerie (Algeria), del 11 marzo 2013, liberamente tradotto da Domenico Afiero
Elisabetta II, in 61 anni di regno, non si è mai espressa sulle problematiche LGBT e le si attribuisce anche un’attitudine personale conservatrice e poco favorevole all’omosessualità. Nessuno dei 600 organismi di beneficenza che il Capo di Stato britannico sponsorizza opera per i diritti dei gay.
Ma lunedì 11 marzo 2013, Elisabetta II ha firmato a Londra un documento che mira a lottare contro la discriminazione omofoba e ha pronunciato un discorso in cui ha spiegato questo impegno.
Durante una trasmissione televisiva in diretta, la regina d’Inghilterra ha apposto la sua firma ad un testo che sostiene i diritti dei gay, come pure dell’uguaglianza fra i sessi, nei paesi del Commonwealth.
Il documento in questione recita :«Ci opponiamo a ogni forma di discriminazione basata sul sesso, sulla razza, sul colore della pelle, sulla religione, sulle convinzioni politiche o altro”.
A dire il vero, nessuno sa se la regina approva o meno questo documento, perché lei deve rimanere apolitica in qualsiasi circostanza. Firmando questo documento, il Capo di Stato Britannico non fa che ratificare un testo adottato dagli Stati membri, ma il caso merita di essere segnalato come un primo passo in avanti.
Una fonte diplomatica sottolinea che “l’impatto di questa dichiarazione sui gay e i diritti delle donne non devono essere sottovalutati, in quanto è raro che la regina Elisabetta II chieda, come è accaduto proprio in questa situazione, di firmare documenti in pubblico.
Secondo Ben Summerskill dell’organizzazione LGBT Stonewall, il Capo di Stato britannico segna un ‘progresso storico’ sui diritti dei gay.
Secondo Ben Summerskill, “Buckingham Palace ha finalmente recuperato l’opinione pubblica” e “era importante che la regina riconoscesse pubblicamente l’importanza del 6% dei suoi sudditi gay”. Ricorda sempre il presidente dell’organizzazione LGBT Stonewall: “Alcune delle peggiori persecuzioni dei gay nel mondo si registrano proprio nei paesi del Commonmwealth , a partire della nascita dell’Impero Britannico”.
Le relazioni gay sono illegali in 41 nazioni del Commonwealth e le sanzioni comprendono la pena di morte in certi paesi come la Nigeria ed il Pakistan. Le relazioni omosessuali sono riconosciute soltanto da cinque paesi del Commonwealth: Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Sudafrica.
Testo originale: Commonwealth : Elisabeth II prononce un discours en faveur des droits LGBT