La rivolta dei gay nella Firenze del Rinascimento
Articolo di Saverio Aversa pubblicato su Liberazione il 3 giugno 2006
(…) Già nel ‘400 Firenze era conosciuta in tutta Europa per i costumi liberali e per l’ampia diffusione dell’omosessualità, a tal punto che in Germania per indicare un sodomita lo si chiamava “fiorentino” (florenzer). La reputazione dei cittadini toscani era così influenzata da questo che perfino Genova aveva una norma che impediva l’assunzione di insegnanti provenienti da quella regione per il timore di mettere a rischio la sessualità degli studenti.
Questa situazione non aveva l’approvazione della chiesa cattolica che nonostante la forte presenza di peccatori tra le sue stesse file, premeva sulle autorità civili per una serie di provvedimenti restrittivi. Nel 1432 fu creato a Firenze il Tribunale dei Sodomiti e un corpo speciale di guardie, gli “Ufficiali di Notte” incaricate di occuparsi dei reati connessi a rapporti omosessuali.
Qualche anno dopo anche Lucca, nel 1448, istituì un organismo simile. Le denunce venivano spesso presentate anonimamente, infilate in apposite cassette sparse per la città. Una delle vittime più illustri fu Leonardo da Vinci accusato di avere una relazione con un ragazzo, Jacopo Saltarelli, ma poi assolto.
San Bernardino da Siena. durante le sue omelie, invitava i fedeli a sputare sul pavimento di Santa Croce in Firenze e a gridare «Bruciate tutti i sodomiti!» e aggiungeva l’invito «almeno cacciateli dalla città, privateli del loro lavoro». Anche il Savonarola cominciò a predicare contro i sodomiti e riuscì a convincere il governo cittadino a emanare leggi ancora più restrittive di quelle già in vigore. Gli archivi dell’epoca conservano documenti legali che riguardano almeno 17.000 casi denunciati di sodomia in un arco di tempo di circa 70 anni.
Il 13 agosto del 1512, un gruppo di 30 giovani aristocratici che si denominavano “i Compagnacci” fece irruzione nel palazzo del governo e chiesero che il consiglio comunale abrogasse le condanne di quegli omosessuali che erano costretti all’esilio e a perdere il proprio lavoro, colpevoli soprattutto di non nascondere il proprio orientamento sessuale.
Il 16 settembre gli spagnoli costringevano alla fuga Piero Sedermi, capo del Consiglio Maggiore, e permettevano il ritorno dei Medici alla guida di Firenze che subito accolsero tutte le richieste dei rivoltosi.
L’insurrezione dei ”Compagnacci” può essere quindi considerata, secoli prima, un evento precursore della rivolta di Stonewall del 1969. Massimo Consoli, propone di ricordare quell’episodio celebrando un World Pride nel 2012 a Firenze a cinquecento anni di distanza dalla protesta degli omosessuali fiorentini.