La rivoluzione del coming out. Quando la star svela il suo segreto
Articolo di Gino Castaldo e Vera Schiavazzi da Repubblica del 7 ottobre 2010, pag.29
Le giovanissime fan? Se ne faranno una ragione. Da ieri hanno la serena certezza che Tiziano Ferro non potrà mai essere il loro fidanzato.
Ma un buon amico, questo sì, anzi, quell’amico più caro di tutti che ogni donna sogna di avere.
Giovanna Cosenza, semiologa all’Università di Bologna e instancabile analista di messaggi e campagne, ne è convinta: «Il suo dichiararsi gay non è arrivato per caso, cose del genere si studiano a lungo e hanno a che fare con l’immagine specifica di un artista.
E, nelle sue canzoni, si parla d’amore, di felicità, di tormento, non di sesso: ecco perché non perderà le ammiratrici, a differenza di altri artisti, come Ricky Martin, che mandavano un messaggio più esplicito e hanno deluso il pubblico femminile».
Il coming out di Tiziano Ferro arriva proprio mentre una campagna del ministero per le Pari Opportunità occhieggia sugli autobus delle grandi città: c’è una scheda simil elettorale con tre opzioni, ‘eterosessuale’, ‘omosessuale’ e ‘non importa’, e una croce rossa tracciata su quest’ultima. Come a dire: problema risolto.
Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e candidato alla leadership del centrosinistra chiosa: «È la vita che rivendica i suoi spazi. Nulla di eroico ma c’è una grande dignità nel gesto di Tiziano, che rappresenta un passo avanti di civiltà per il nostro paese».
Ma le voci che arrivano dallo spettacolo sono ancora più rilassate: «Glielo avevamo chiesto tanto tempo fa, per noi non era rilevante, ma allora lui non aveva voglia di parlarne — racconta Mara Maionchi, oggi nota come giudice a X Factor ma anche storica produttrice musicale — In realtà non è così importante, era lui che aveva questo problema.
E non credo che pagherà un prezzo per questo, a meno che non faccia dischi sbagliati. Ma lui è un grande artista, e le voci a lungo andare fanno peggio della sincerità».
È d’accordo una collega autorevole come Caterina Caselli: «Non credo proprio che possa danneggiarlo. Non è più come un tempo, per fortuna, ci sono meno pregiudizi, anzi, perché soffrire? Credo che le persone siano sensibili, e lui parla a cuore aperto, si capisce quando c’è una verità.
Lo rispettavo prima e lo rispetto ancora di più ora, non c’è una esibizione, c’è una sofferenza vissuta per tanti anni».
E che l’Italia sia pronta, in televisione e fuori, lo conferma la stessa Cosenza: «La prova? È nell’edizione del Grande Fratello che ha sdoganato in un colpo solo un gay conclamato, un bacio saffico scambiato soprattutto per compiacere i maschi eterosessuali, e un trans».
Applaude anche Vittorio Lingiardi, psichiatra, docente, autore di “Citizen gay” (Il Saggiatore): «Il coming out è un grande passo avanti per la libertà personale, consente agli individui da uscire da una situazione di doppiezza che, alla lunga, diventa in sé patologica.
Non può esserci benessere se si custodisce un segreto tanto profondo».
Non è un obbligo, ma una chance, avverte il terapeuta: «Il percorso può durare anche molto a lungo, procedere per cerchi concentrici, e alla fine si scopre, come ha detto lo stesso Ferro, che il diavolo è meno brutto di quanto si immaginava».
Chi ci è passato lo sa: «Lo trovo rasserenante, come se ci fosse una crescita — dice Andrea Occhipinti, attore e produttore con la sua Lucky Red — Certo esistono condizioni ambientali diverse per ognuno, ma l’ostacolo più importante è sempre con te stesso: quando riesci ad accettarlo tutto il resto viene naturalmente.
Il consiglio agli amici è: consolidare prima la cerchia intima e poi a raggiera ampliare la cosa. Il prezzo da pagare? A me come produttore non è cambiato niente.
È più complicato per un attore: Rupert Everett ne è stato sicuramente danneggiato, se Clooney lo ammettesse forse ne avrebbe un danno. Ma a Ian McKellen non è successo».
E un altro attore, Leo Gullotta, aggiunge: «avevo colto questa insofferenza, avvertivo una sorta di ritiro. Io l’ho vissuta con più serenità, anche grazie all’educazione che avevo ricevuto, una famiglia di operai, dove le persone erano rispettate, sono sempre stato sereno.
Il coming out? Non ho fatto nulla di particolare, semplicemente un giorno in tv me l’hanno chiesto e io ho detto la verità».
Il pubblico? «Lo apprezzeranno di più, apprezzeranno la sincerità. Non conosco Tiziano di persona, ma è un artista squisito, mi fa piacere che una persona come lui oggi si senta più libero. Facciamo pubblicità: mamme fate felici i vostri figli».
Tra tanto miele, la nota dissacrante arriva da Franco Zeffirelli. «Tiziano Ferro? Per me è uno sconosciuto a cui auguro di trovare un’armonia al di là delle sue abitudini sessuali.
Se uno racconta la sua vita, come ho fatto io dieci anni fa, e ho ammesso anche di avere avuto esperienze con uomini, non fa più ne caldo ne freddo, è quasi una ragione di vanto: io sono speciale e vado anche con gli uomini.
Non è più da coraggiosi, non è più merce da diffondere. Simpatizzo, ma francamente non me ne frega nulla, è uno sconosciuto e, a meno che non ci sia un dramma, è uno che vuol farsi pubblicità, e anche a buon mercato».
Il giorno dopo, qualcuno è già oltre.