La salvezza non è per i perfetti, ammesso che ce ne siano, ma per chi l’accoglie! (Matteo 15:21-28)
Riflessioni di don Fabio
Matteo 15:21-28: “«Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola”.
Strana la reazione di Gesù, vero? Strano il fatto che Gesù ignori il grido di questa donna e faccia finta di niente; non risponde. In realtà è un “parru a tia nora, sentimi soggera”… si direbbe dalle mie parti 😉🙃
Matteo scrive il suo Vangelo già dopo qualche decennio dalla morte di Gesù, e ormai il messaggio del suo Maestro si era diffuso tra i popoli pagani. Utilizzando questo racconto l’evangelista fa capire ai suoi conterranei, a cui si rivolge, che la salvezza appartiene a tutti. Non è un fatto esclusivo ed escludente.
Popolo eletto, figli prediletti di Dio, lo siamo tutti. Nessuno escluso! Anzi… nel Vangelo appare chiaro che a credere e a fidarsi sono più i cosiddetti “lontani”, coloro che vengono considerati gli esclusi… quelli che “vi precederanno nel Regno dei Cieli”, piuttosto che i figli prediletti!
La salvezza non è per i perfetti, ammesso che ce ne siano, ma per chi l’accoglie!
Con affetto, Fabio!