“Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli” (Luca 7:31-35)
Riflessioni bibliche di Mauro Leonardi*, prete e scrittore
Se un bambino non gioca, ci si preoccupa, perché vuol dire che qualcosa non va: sta male, oppure si sente isolato dagli altri. Se un bambino non è capace di condividere ed esprimere emozioni, ci si allarma, perché ciò è sintomo di un trauma o di un problema psicologico, di una chiusura entro la quale, con delicatezza, bisogna cercare di entrare. Con la medesima preoccupazione materna mista a triste ironia, Gesù guarda all’umanità che non crede. Non crede e non riesce a seguire né l’austerità di Giovanni Battista, né la gioia del Figlio dell’uomo: perché è bene sapere che in fatto di fede non è questione di aderire ad una linea, tradizionalista o meno che sia, ma è solo una questione di amore che tutto accoglie e tutto spera.
Dal Vangelo secondo Luca 7:31-35
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
* Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e da allora abita a Roma. Passa molte ore della sua giornata a fare il prete e predilige costruire ponti piuttosto che innalzare muri. Da anni scrive racconti, articoli, saggi e libri che ruotano intorno al rapporto tra l’uomo e Dio. Autore del blog Come Gesù. Abelis (Lindau) è il suo ultimo romanzo. I volontari del Progetto Gionata lo ringraziano per aver voluto condividere con noi queste sue riflessioni sulla Parola.