La spina nella carne di Paolo e l’amore incondizionato di Dio
Riflessioni bibliche di Kittredge Cherry* pubblicate sul suo blog Q Spirit (Stati Uniti) nell’agosto 2018, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, parte terza
“Un uomo gay ha insegnato alla Chiesa il significato dell’amore di Dio” (John Shelby Spong)
(Il vescovo e teologo episcopale amerocano) Spong offre un’eloquente e dettagliata spiegazione del perché ritiene che Paolo fosse gay nel suo libro Rescuing the Bible from Fundamentalism (Salvare la Bibbia dal fondamentalismo). Alcuni trovano scandalosa quest’idea, ma Spong considera molto bello il cammino spirituale queer di Paolo: “Per me è un’idea molto bella che un uomo omosessuale, frustrato come potrebbe esserlo anche oggi, che giudica se stesso ed è giudicato anche dalla società, che tanto sovente e inconsapevolmente si pronuncia sulla identità più profonda di alcuni dei suoi membri, possa nondimeno (non nonostante questo, ma proprio grazie a questo) essere colui che avrebbe definito la grazia per il popolo cristiano.
Per duemila anni di storia cristiana la definizione paolina [di grazia] è stata al cuore dell’esperienza dei cristiani. La grazia è l’amore di Dio, un amore incondizionato, che ha amato Paolo così com’era. Penso che un uomo gay rigidamente controllato abbia insegnato alla Chiesa il significato dell’amore di Dio, e di conseguenza, il significato di Cristo come agente di Dio. Infine, era un uomo gay, torturato e rifiutato, che è arrivato a capire il significato della risurrezione come atto di riparazione da parte di Dio”.
Spong ha difeso questa idea anche in un dibattito del 2006 con [il teologo] James White, direttore di Alpha and Omega Ministries [un’associazione riformata che si occupa di apologetica, n.d.t.]; eccone un estratto in cui riassume il suo punto di vista sull’orientamento sessuale di Paolo: “Paolo visse un’esperienza di conversione molto intensa e violenta, grazie alla quale credo che arrivò a comprendere che Dio lo amava così com’era […]. E uscì da quell’esperienza convinto, e questa penso sia una dichiarazione assai rivelatrice, che nulla potesse separarlo dall’amore di Dio, nemmeno, lui dice, ‘la mia nudità’. Ora, non so se Paolo fosse gay, e anche se lo fosse stato, non credo abbia avuto rapporti omosessuali. La mia sensazione è che abbia vissuto legato alla legge in un modo mortifero, ma la sua esperienza di conversione è stata la realizzazione che chiunque fosse Dio, Egli amava lui, Paolo, così com’era, e di conseguenza eruppe nella sua grande epifania di stupore che né altezze, né profondità, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, nulla può separarmi dall’amore di Dio. Infine, lasciatemi dire che non so se Paolo fosse gay. È una supposizione. Personalmente, sono convinto di sì. Glielo chiederò quando arriverò nel Regno dei Cieli. Sarà una conversazione davvero rivelatrice”.
* Kittredge Cherry è fondatrice del blog Q Spirit. È una scrittrice cristiana lesbica che scrive regolarmente di spiritualità LGBTQ. È diplomata in teologia, giornalismo e storia dell’arte. È pastora delle Metropolitan Community Churches e ha ricoperto il ruolo di funzionario ecumenico nazionale; attualmente è impegnata nel National Council of Churches e nel World Council of Churches, e si batte per i diritti LGBT.
Testo originale: Paul the Apostle: Did his homosexuality shape Christianity?