La storia dei santi e martiri queer arriva fino a noi, è storia di oggi
Articolo di Terence Weldon pubblicato sul suo blog Queering the Church (Gran Bretagna) il 13 gennaio 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Prequel: prima del cristianesimo. Studi del regno animale, delle società non occidentali e preindustriali mostrano chiaramente che non c’è una sola forma “naturale” né per la sessualità umana, né per quella animale. L’attività omosessuale è stata descritta dalla scienza per tutte le razze del regno animale, in tutti i periodi della storia e in tutte le regioni del mondo. Molte religioni la riconoscono. La religione cristiana, monoteista, insegna che Dio ci ha creato a Sua immagine e somiglianza – ma altre religioni, quando tentano di raffigurare i loro molti dèi e dee, li creano ad immagine e somiglianza umana e così incorporano nel loro pantheon molti dèi che fanno sesso con maschi – sia divini che umani.
L’idea degli ebrei di un singolo Dio onnipotente non ha incorporato alcun concetto di sessualità, ma essi, nelle loro Scritture, hanno incluso numerosi passaggi che descrivono relazioni d’amore omoerotiche, come anche libri di profeti che erano eunuchi.
I Vangeli cristiani offrono suggerimenti stuzzicanti sulla sessualità di Gesù, che potrebbero includere qualche interesse omoaffettivo. Comunque, molto più rilevante per noi sono il suo insegnamento e il suo esempio, che mostra chiaramente che il suo messaggio è inclusivo e abbastanza esplicitamente include minoranze sessuali di tutti i tipi.
Dopo i Vangeli, i più importanti scritti cristiani sono le lettere di Paolo, che ha la reputazione di condannare fermamente i comportamenti omosessuali – ma una considerazione più accurata della sua vita, come delle sue lettere, nel loro contesto, può offrire una diversa prospettiva.
I primi cristiani
Il contesto culturale degli antichi era di emarginazione politica e sociale, in una società con una serie sconcertante di atteggiamenti verso la sessualità, dalla sostanziale licenza per i cittadini romani a una trascurabile libertà di scelta per gli schiavi, fino all’astinenza per le persone influenzate dallo stoicismo greco. Le storie dei santi queer arrivate fino a noi includono donne e soldati romani martirizzati, vescovi che hanno scritto poemi erotici e (specialmente nelle regioni orientali) donne che si vestivano da monaci.
In aggiunta a questi esempi di persone onorate come santi, ci sono anche esempi importanti nella prassi della Chiesa. Testimonianze archeologiche e documenti scritti mostrano chiaramente che dal tardo periodo romano in poi la Chiesa ha creato clausole per il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso. In Macedonia vi è ampia evidenza di coppie omosessuali cristiane che sono state sepolte nella medesima fossa. Altre prove più eloquenti di coppie cristiane omosessuali viene dall’esistenza di formali riti liturgici di benedizione delle loro unioni. Nella Chiesa orientale questi riti (conosciuti come “adelphopoeisis”) datano dal tardo periodo romano. Nella Chiesa occidentale, dove le prove sono un po’ più tarde, erano conosciuti come “fratelli giurati”.
L’omoerotismo medievale
L’alto Medioevo un tempo era conosciuto come “l’Età Oscura”, un termine spregiativo; di quel periodo abbiamo alcune informazioni, poco chiare, sui santi: alcune cose sono chiaramente mitiche. Non di meno, la conoscenza di sodalizi di santi queer come Patrizio e Brigida, entrambi irlandesi, Giorgio, l’uccisore del drago e del “buon re Venceslao” – è semplicemente divertente, ma può darci materiale utile per riflettere.
Questo periodo è notevole anche per l’uso diffuso di liturgie specifiche per benedire unioni dello stesso sesso nella Chiesa. Anche se queste unioni non erano direttamente paragonabili al matrimonio moderno, la comprensione di questo riconoscimento da parte della Chiesa merita un attento esame per la guida che può offrire alla Chiesa moderna quando si tratta di riconoscere le relazioni omosessuali.
Al tempo dell’alto Medioevo, influenzato dalla crescente urbanizzazione e dalla più grande familiarità con la più omoerotica civilizzazione musulmana, l’antica moderata opposizione e la riluttante tolleranza verso l’amore omosessuale si trasforma in tolleranza più aperta, con alcune rimarchevoli lettere d’amore monastiche a immaginario omoerotico, poesia erotica ed l’accettazione di relazioni sessuali alla luce del sole anche per vescovi preminenti e abati – specialmente se avevano abbastanza entrature con i reali. Era anche un periodo di donne forti, potenti nella Chiesa, come le badesse che a volte avevano più autorità dei loro vescovi locali.
Comunque, l’aumento di relazioni sessuali aperte tra alcuni gruppi monastici portò anche ad una reazione, con alcuni teologi che iniziarono a mobilitarsi per imporre sanzioni molto più severe contro i “sodomiti”, specie tra il clero. Inizialmente questi appelli per un regime anti-omosessuale più duro incontrò un sostegno limitato – ma portò frutti un paio di secoli più tardi, con effetti disastrosi che si sono sentiti fino ai giorni nostri – e specialmente nel XX secolo.
La Grande Persecuzione
Simbolicamente, il grande cambiamento si può vedere con il martirio di Giovanna d’Arco – martirizzata non per la Chiesa ma dalla Chiesa, per motivi che combinano accuse di eresia con quelle di vestirsi da uomo. La combinazione di eresia e “sodomia” fu anche il pretesto per la persecuzione e i processi ai cavalieri templari – mascherando la nuda avidità dei poteri laici e clericali che in tal modo ne hanno beneficiato. La stessa confusione di “sodomia” e eresia ha portato all’espansione della persecuzione dai templari ad un altro gruppo più ampio, e anche all’espansione dei metodi e dell’estensione geografica, culminando nelle esecuzioni di migliaia di presunti “sodomiti” in molte regioni d’Europa. Questa persecuzione venne inizialmente incoraggiata o condotta dall’Inquisizione, più tardi dalle sole autorità secolari – ma condotta secondo ciò che la Chiesa aveva insegnato loro e che era una sorta di giustificazione religiosa. Anche oggi, la credenza che la religione giustifichi la violenza omofobica è spesso addotta come motivazione dai suoi autori – e i roghi che hanno bruciato i sodomiti del XV secolo hanno avuto una tragica eco nell’olocausto gay della seconda guerra mondiale.
Ma anche all’apice della persecuzione, c’è stato il paradosso di una successione di papi che avevano ben documentate relazioni con ragazzi o uomini e commissionavano liberamente arte omoerotica dai famosi artisti del Rinascimento, che continuavano a decorare le architetture vaticane. Questo periodo esemplifica l’ipocrisia continua di un ambiente solo esteriormente omofobico.
Martiri moderni, moderno revival
L’attiva persecuzione dei sodomiti da parte dell’Inquisizione, gradualmente diede spazio alla sua prosecuzione sotto le leggi civili, con una ferocia in calo mentre il Rinascimento lasciava spazio all’Illuminismo e a tempi moderni (sebbene le esecuzioni continuino fino al XIX secolo). Da questo momento in poi, la condanna teorica dei “sodomiti” ha coesistito con il crescente riconoscimento pubblico di alcuni gay e i documenti relativi alle persone queer nella Chiesa sono meno evidenti rispetto ad altri periodi precedenti o successivi. Nel XIX secolo la richiesta del cardinal Newman di essere seppellito vicino ad Ambrose St John non sembra aver suscitato alcuna opposizione.
Nel XX secolo, la crescente visibilità degli uomini omosessuali ha prodotto, in Germania, l’orribile reazione dell’olocausto gay, con la sua eco dei roghi medievali di eretici e sodomiti – i moderni martiri gay.
Solo dopo la seconda guerra mondiale il Vaticano ha iniziato seriamente ad affrontare la questione dell’omosessualità, con giudizi sempre più duri e tentativi di mettere a tacere i teologi e i pastori che mettevano in dubbio le relative dottrine e prassi. Le altre denominazioni hanno saputo che esistevano pastori omosessuali e hanno rifiutato l’ordinazione o anche l’appartenenza alla Chiesa ad altri membri apertamente omosessuali. Comunque, queste vittime dell’esclusione della Chiesa, che si possono vedere metaforicamente come martiri moderni martirizzati dalla Chiesa per essere stati franchi riguardo la loro identità sessuale, hanno rifiutato di essere ridotti al silenzio. Come Sebastiano davanti all’imperatore Massimiliano, hanno trovato nuovi modi per servire la verità dell’omosessualità e del cristianesimo.
Oggi, questi primi pionieri dell’inclusione queer nella Chiesa sono stati raggiunti da innumerevoli altri, che lavorano costantemente a compiti grandi e piccoli per testimoniare la verità della nostra sessualità e identità di genere e della loro compatibilità con il cristianesimo autentico. In effetti, bisogna ricordare anche tutti coloro che si definiscono cristiani e al tempo stesso lesbiche, gay, trans o altrimenti – e le donne che rifiutano di accettare gli angusti confini dei ruoli di genere che le autorità della Chiesa tentano di imporre loro.
Il primo di novembre è il giorno che la Chiesa ha scelto per celebrare tutti i santi – il riconoscimento che la santità non è solo una questione di santi formalmente riconosciuti e canonizzati, ma è una chiamata alla quale tutti dobbiamo aspirare. Per le persone queer nella Chiesa è in particolare un giorno per ricordare i nostri eroi moderni, che nell’affrontare e superare il tentativo di zittirli sono martiri della Chiesa moderna – e che anche noi siamo chiamati al martirio, nel suo senso letterale: di portare testimonianza, nelle nostre vite, alla nostra verità.
Testo originale: The Story of the Queer Saints and Martyrs