La storia di cinque simboli della comunità LGBT
Articolo di Cade Hildreth pubblicato sul suo sito personale (Stati Uniti) il 10 agosto 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
È magnifico se siete tra il 4.5% di adulti americani che si identificano come LGBTQ. Anche se è indiscutibilmente difficile essere queer in mondo prevalentemente etero-normato, c’è molta bellezza nell’amare chi si ama; inoltre, facciamo parte di una comunità meravigliosa, che si rafforza ogni giorno e che ci copre sempre le spalle!
La comunità è una delle cose migliori dell’essere LGBTQ+: questo significa che probabilmente vi siete chiest* come le persone queer facessero, nel corso della storia, a riconoscersi.
Per chiarire certi aspetti della realtà LGBT, concentriamoci sui simboli omosessuali storicamente più popolari, che hanno modellato la nostra comunità.
Cinque simboli storici omosessuali
Ecco cinque simboli che le persone LGBTQ+ hanno usato per mostrare il loro orgoglio, sia nel passato che nel presente.
1. La bandiera arcobaleno
La bandiera arcobaleno dell’orgoglio gay è il simbolo dell’omosessualità più riconoscibile del XXI secolo. Si iniziò ad usarla nel 1978, quando per la prima volta sventolò al San Francisco Gay and Lesbian Freedom Day Parade. Da quel momento diventò il simbolo, sempre più diffuso, dell’orgoglio LGBT.
Oggi ci sono diverse varianti di questa bandiera. In alcuni casi si sono aggiunte strisce nere e marroni per dare sostegno alle persone queer di colore. Ci sono bandiere anche per altre comunità queer, comprese quella rosa-e-rossa delle lesbiche, quella bianca/rosa pastello e azzurra delle persone trans, e quella viola delle persone bisessuali.
Oggi la bandiera include strisce che rappresentano il vissuto delle persone di colore e di chi si identifica come transgender, gender nonconforming (GNC) e/o indefinito.
Ogni colore della bandiera arcobaleno originale è una dimostrazione di individualità e solidarietà. Si possono vedere questi colori in molti articoli friendly come collane, anelli, cappelli e via dicendo.
Spesso le persone indossano vestiti con i colori dell’arcobaleno per far vedere di essere LGBT ed orgogliosi di esserlo, e così facendo trovano molto più facilmente altri membri della comunità.
2. Il garofano verde
Circa un secolo prima che la bandiera arcobaleno facesse la sua comparsa, le persone LGBT, più precisamente gli uomini gay, usavano un altro simbolo per incontrarsi e riconoscersi.
Gli uomini iniziarono ad appuntarsi il garofano verde all’asola alla fine dell’800. Era un simbolo del movimento dell’estetismo, ma anche di gusti “particolari”
Questo simbolo fu portato per la prima volta nella comunità gay dal talentuoso autore teatrale Oscar Wilde, icona LGBT se mai ce n’è stata una. C’era un attore che, in scena, ne indossava uno tinto artificialmente durante la messa in scena del “Ventaglio di lady Windermere”. Si pensò che questo fiore, così innaturale, fosse strano e meraviglioso ma Wilde ci rise sopra: era semplicemente bello per il gusto di essere bello.
Da allora, gli uomini iniziarono ad indossare il fiore per mostrare il loro sostegno a Wilde e alla sua filosofia estetica della “bellezza per amore della bellezza”. Diventò legato anche all’omosessualità, dal momento che era nota la propensione per gli uomini dello scrittore irlandese. Quando si perseguì Wilde per questo motivo, molta gente indossò il garofano verde per mostrargli la propria solidarietà.
Ad oggi, si ritiene che il garofano verde sia stato uno dei primi — se non il primo — simbolo popolare della comunità gay.
3. Il triangolo rosa rovesciato
*Avviso: si parla dell’Olocausto, contenuti traumatizzanti*
Comunque, non tutti i simboli della comunità LGBT sono radicati, come il garofano verde, nell’orgoglio e nell’umorismo. Oggi il triangolo rosa rovesciato è uno dei più datati e resistenti simboli dell’omosessualità. Nonostante la sua attuale resilienza, i suoi inizi sono stati incredibilmente tristi.
Durante l’Olocausto della seconda guerra mondiale, i gay furono tra i bersagli della Germania nazista. Nei campi di concentramento i prigionieri gay furono obbligati ad indossare triangoli rosa rovesciati sui vestiti per palesare il motivo della loro prigionia, così sarebbero stati “scoperti” dagli altri prigionieri ed inquadrati nella gerarchia sociale del campo.
Potreste pensare che questo sia un simbolo terribile per la comunità queer, invece merita rispetto. Come è accaduto con lo stesso termine “queer”, ci siamo riappropriati del triangolo rosa come simbolo di orgoglio e resilienza.
Negli anni ’70 i gruppi di liberazione gay lo portarono alla ribalta. Non solo era facilmente riconoscibile, ma focalizzava l’attenzione sulle persecuzioni che le persone LGBTQ, in quanto gruppo minoritario, avevano affrontato nel tempo.
Oggi il triangolo rosa è un simbolo dell’orgoglio. Ci sono anche varianti nere ed arcobaleno, specifiche dei diversi gruppi queer.
4. Il labrys
Ci sono tonnellate di simboli storici per i gay, ed è fantastico! Ma si potrebbe pensare: e i simboli lesbici?
Il labrys è il simbolo sia del femminismo che dell’orgoglio lesbico. Si tratta di un’ascia a due lame usata comunemente nelle società matriarcali storiche. Oggi simbolizza la forza e l’indipendenza delle attiviste eterosessuali e lesbiche.
Spesso si sovrappone questo simbolo alla bandiera lesbica o a quella arcobaleno, per mostrare l’orgoglio di una donna che ama un’altra donna.
In aggiunta al labrys, due simboli di Venere intrecciati (conosciuti come doppia Venere) significano le donne che hanno delle donne come partner. Il simbolo di Venere risale al III secolo, ma fu negli anni ’70 che si iniziò ad usare la doppia Venere per l’orgoglio lesbico. Da allora, donne cis e transgender hanno iniziato ad usare queso simbolo, insieme al labrys, come espressione della propria identità.
5. Il lambda
Il lambda è un altro simbolo queer che risale agli anni ’70. Tom Doerr, un graphic designer, scelse questa lettera greca come simbolo della New York’s Gay Activist Alliance.
Questo successe un anno dopo i moti di Stonewall, e il movimento per i diritti dei gay diventò l’avanguardia dell’immaginario collettivo.
Ma perché proprio il lambda? Doerr disse che il simbolo rappresentava “un cambiamento completo dell’energia”; aggiunse anche che “significava l’impegno di uomini e donne per raggiungere e difendere i diritti umani dei cittadini omosessuali”. Perciò, chi partecipa a campagne per i diritti LGBT la usa per mostrare il proprio sostegno agli altri esseri umani.
Comunque, il lambda non diventò davvero popolare fino al 1974, quando l’International Gay Rights Congress [diventato in seguito I’International Lesbian and Gay Association, meglio conosciuta con l’acronimo ILGA, n.d.t.] usò il simbolo per la sua organizzazione con sede a Edimburgo, che consolidò sempre più la propria importanza nella comunità LGBT.
Testo originale: 5 Historical Gay Symbols That Shaped Our Community