Padre nostro che sei nei cieli sia fatta la tua volontà… purché si adegui alla “NOSTRA”… (Matteo 20:17-28)
Riflessioni di don Fabio
Matteo 20:17-28: “Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno»”.
Che tenera questa immagine: una mamma si prostra dinanzi a Gesù per supplicarlo, per chiedere un buon futuro per i suoi due figli; in fondo, chiede un posto di lavoro! Una richiesta legittima, di buon senso. Come quando ci prostriamo per chiedere la salute, la protezione per un viaggio, perché vada bene un esame all’università, un colloquio di lavoro, ecc… tutte cose buone!
Senza rendercene conto, chiediamo a Dio che faccia la “nostra volontà”, ciò che secondo noi, secondo il “nostro” modo di pensare, secondo la “nostra” giustizia, il “nostro” criterio, è più importante! Ecco perché Gesù fa una domanda diretta e secca: “Che cosa vuoi?”. È un invito a riflettere bene sul “contenuto” delle nostre preghiere… perché la forma c’è: prostrati, in adorazione, sui ceci, a Messa… Il problema non è il “come”, ma il “cosa”! “Voi non sapete ciò che mi chiedete”, continua Gesù.
Troppo spesso, con le nostre “pie” preghiere, vogliamo piegare la volontà di Dio alla nostra… “Fa’ che queste pietre diventino pane”, dice il demonio a Gesù nel deserto. Legittima richiesta, ma diabolica!
Con affetto, Fabio!