La verità al tempo della pandemia
Riflessioni di Philippe Vollot* pubblicate sul mensile protestante liberale Evangile et Liberté (Francia), n° 345, gennaio 2021, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Tutti ci poniamo domande sul Covid-19, sulle sue origini, sui sistemi per proteggersi e per sconfiggerlo, tanto più che diverse tesi contraddittorie si presentano come LA verità.
Non spaventiamoci delle profonde divergenze e delle polemiche presenti all’interno della comunità scientifica, che sono comprensibili di fronte a una nuova epidemia: non è forse così che, poco a poco, la scienza progredisce e una verità emerge?
I problemi arrivano quando ci si mette di mezzo l’ego, come quando un professore pretende di aver trovato l’unico rimedio quando invece le cifre affermano il contrario, come quell’uomo che ha approfittato di una nuova malattia per farsi promozione giocando sulla speranza di un trattamento miracoloso ed economico, minando così la fiducia nel mondo scientifico.
Ma il peggio è che non solamente gran parte dei francesi danno ragione a tale professore (che ha fallito i suoi pronostici sulla “febbriciattola” e sull’assenza della seconda ondata) con la scusa che è “contro le élite” (di cui anch’egli fa parte), ma anche che, divenuti in un lampo tutti infettivologi, affermano che il suo pubblicizzato trattamento è superiore a ogni altro.
Certo, è cosa sana formarsi un’opinione, ma bisogna conoscere bene di cosa si parla, e raramente questo succede in campo scientifico o medico, soprattutto quando si tratta di una nuova epidemia. Ma come scriveva giustamente Spinoza, “nelle avversità gli uomini non sanno più a cosa rivolgersi, elemosinano consigli a tutti e sono pronti a seguire qualsiasi consiglio, per quanto inetto, assurdo o inefficace possa essere”.
Stiamo attenti allora a non credere in assurdità, non emettiamo giudizi su materie complesse che non conosciamo, e continuiamo a sviluppare quello spirito critico così caro a noi protestanti liberali.
* Philippe Vollot, predicatore laico nella Chiesa Protestante Unita e, dal 2015, impiegato in pensione del Ministero del’Interno, conserva molte responsabilità sindacali all’interno di questa istituzione (nell’ambito delle prefetture e della Polizia Nazionale), ed è in contatto con la Lega dei Diritti dell’Uomo e il Sindacato della Magistratura.