La verità soffre, ma non muore. Le persone omosessuali e l’incrollabile tenacia di Santa Teresa
Riflessioni tratte da cristianosgays.com (Spagna) del 16 ottobre 2010, liberamente tradotte da Graziana Colamussi
Il giorno 15 Ottobre la Chiesa cattolica celebra la memoria di Teresa di Gesù. Una donna che fu definita dal nunzio del papa del momento come “femmina inquieta e vagabonda.., che inventa cattive dottrine …, insegnando come una maestra contro ciò che San Paolo disse, comandando che le donne non insegnassero”, e che quattro secoli più tardi un Papa nominerà dottoressa della Chiesa.
Questi sono i paradossi della storia della Chiesa, della nostra Chiesa cattolica.
Una settimana fa sono venuto a conoscenza del fatto che una comunità cristiana lesbica, gay, bisex e trans (LGTB) aveva scelto Teresa come uno dei suoi patroni.
Cosa ci può insegnare Teresa oggi, a noi, cristiani LGTB, che allo stesso modo soffriamo la persecuzione da parte della Chiesa, come lei la subì nel suo secolo per il fatto di essere donna?
In primo luogo, la fermezza nella fede e la permanenza nella Chiesa, senza lasciarsi abbattere dagli attacchi. Alla fine della sua vita ringraziò Dio perché “alla fine, muoio figlia della Chiesa”.
Questa non è una frase semplicemente pia, ma il sollievo dal timore che la seguì per molti anni della sua vita, di essere portata davanti all’inquisizione e morire bruciata, al rogo.
Il libro della sua vita, denunciato e sequestrato dall’inquisizione e le denunce fattele, non evitarono che lei seguisse scrivendo e lottando affinché la verità non morisse.
La sua permanenza nella Chiesa non fu un cammino facile, ma una dedizione generosa e paziente, lottando per la verità, questa verità che come disse “soffre, ma non muore”
Obbligata, alla fine della sua vita a chiudersi in uno dei conventi da lei fondati, come in un carcere, non si scoraggiò e dalla sua clausura obbligata continuò a lavorare offrendo la sua vita a brandelli a servizio di ciò per cui lottava: la riforma della Chiesa.
Anche noi, cristiani LGTB, obbligati molte volte a vivere la fede in ghetti, appartati dal sacerdozio ministeriale e espulsi dalle cattedre di insegnamento, dobbiamo imparare da lei la forza per andare avanti nonostante gli ostacoli che ci vengono dalla stessa Chiesa.
Santa Teresa ci insegna inoltre ad ascoltare la voce del Signore Gesù, prima che la voce di quei teologi che la condannavano usando le frasi della Scrittura.
In un momento nel quale le ricordavano che San Paolo parlava di reclusione delle donne, ascoltò questa voce interiore che le diceva: ”Dì loro che non seguano una sola parte della Scrittura, che ne guardino altre …”
Teresa ci chiama oggi a non soccombere allo scoraggiamento. Sembra che non ci sia nulla da fare, potremmo cadere nella tentazione di lasciarci trasportare dall’abbattimento, dando tutto per perso, però ”Chi ha Dio non ha nulla che le manchi, la pazienza ottiene tutto, solo, Dio, basta.”
Fu chiamata disobbediente e contumace, accusata di essere donna che predicava cattiva dottrina, e invece ci invita alla speranza. Sì, le cose possono cambiare. E le cose cambieranno.
Perché, alla fine di tutto, chi porta le redini della storia è Dio. E come il Signore le disse un giorno, Teresa lo ripete a noi: “Aspetta figlia e vedrai grandi cose”.
Sì, sono sicuro che le vedremo, perché torno a ripetere con le sue parole: “La verità soffre, ma non muore”.
« Nulla ti turbi, nulla ti rattristi, tutto passa: solo Dio non muta. La pazienza tutto conquista. Se hai Dio nel cuore nulla ti manca: solo Dio basta »
(Versi di Santa Teresa di Gesù)
Testo originale: La Verdad padece, pero no perece… En el día de Santa Teresa