“La verità vi farà liberi”(Gv 8,32). Quando cadono le credenze c’è vuoto o liberazione?
Riflessioni di Enrique Martinez Lozano pubblicate sul sito Cristianos Gays (Spagna) il 24 settembre 2016, liberamente tradotte da Dino
“La verità vi farà liberi“, disse Gesù di Nazaret. Ma la verità non è una credenza, qualcosa di cui si è convinti, come tendono a credere i suoi seguaci. Non è un credo che ci può liberare, ma il riconoscimento della nostra stessa verità. Come solitamente accade agli esseri umani, i suoi discepoli pensarono che la verità consistesse nell’adesione mentale alla persona e al messaggio del loro Maestro e ridussero la parola sapiente di Gesù ad una credenza in più, dentro il complesso di tutte le altre credenze.
Tuttavia, allo stesso modo in cui nessuna credenza può rinchiudere la verità, ugualmente nessuna credenza può offrire libertà. La libertà – che non conosce contrario – è una cosa sola con la verità e, in ultima analisi, con la realtà. Tutto è un fluire libero in incessante evoluzione.
Ora, così come la mente tende ad appropriarsi della verità e la riduce ad una credenza, allo stesso modo tende ad appropriarsi della libertà per attribuirla al singolo individuo, facendogli credere di essere lui ad avere il controllo degi eventi.
Come risultato di questa appropriazione – altra credenza in più – si introduce la confusione e, con essa, la sofferenza, sotto forma di tensione, con le conseguenze di orgoglio e di colpevolezza. Se sono “io” ad avere il controllo, merito di essere riconosciuto per i miei risultati o di sentirmi colpevole dei miei errori. In ogni caso non farei che remare contro il dispiegarsi armonioso della stessa Vita, barcamenandomi tra i “dovrei” e i “non dovrei” mentali, che non hanno niente a che vedere con la verità di ciò che è.
Non esiste nessun “io” libero -perchè il presunto “io” è soltanto una finzione, un’altra credenza in più- e, tuttavia, siamo Libertà. Semplicemente si tratta di non perdere la connessione con la nostra Verità più profonda, dove ciascuno di noi viene a conoscere ciò che lui stesso è, per verificare che non esiste altro che una Libertà limitata.
José Diez Faixat l’ha affermato in modo preciso: “La presunta libertà dell’io individuale è, paradossalmente, la sua schiavitù, poichè è proprio la credenza di essere un’entità personale ciò che impedisce di riconoscere il Se stesso reale, eternamente libero. Nessuno che crede di essere qualcuno può scoprire questa libertà originaria“.
Anche qui sono proprio le credenze che ci allontanano dal riconoscerci nella Libertà che siamo. Sia le credenze che sostengono che l’ “io” è un soggetto libero, sia quelle opposte che lo negano. Perchè tutte ci mantengono nel “livello apparente”, in cui si dà per scontata l’esistenza di quell’ “io” che in realtà è soltanto un’idea.
Perciò è necessario abbandonare tutte le credenze, per andare oltre questo livello apparente o mentale. Allontanandosi da questo livello, viene a cessare l’identificazione con il pensiero. E allo stesso tempo smettiamo di credere ai messaggi mentali riguardo alla supposta libertà individuale che ci avevano confuso e spesso angustiato.
Riconoscere che non esiste nessun “io” libero non significa negare quello che definiamo “progresso” nel mondo del relativo. Tutto continuerà ad avvenire come prima, ma senza la credenza che esiste un “io” che lo fa. Perchè, infatti, quest’ultimo era solo un’interpretazione mentale, un’idea. Ad esempio, è come quando i nostri antenati supponevano la presenza di un dio del mare che agitava le acque nei giorni di tempesta. Oggi gli oceani continuano ed essere burrascosi, ma dietro non c’è nessun dio infuriato. Non c’è mai stato.
La sottigliezza della manifestazione è l’apparenza che tutto dipende da noi. In questo senso, si tratta di una rappresentazione molto “ben dotata”. Ma è soltanto apparenza. Non viene negato niente di ciò che avviene nel mondo dell’evidente; quello che si nega è, semplicemente, che esista un artefice individuale che sia soggetto dello stesso.
Non c’è nessun “io”. E’ la coscienza che agisce in tutto, attraverso tutti i mezzi che operano in questo livello, sia organici e neurologici che “intellettuali”. E questa coscienza è la nostra identità ultima: vedere ciò è Verità e viverlo è Libertà. In una squisita non-dualità che abbraccia tutto. A questo punto sono già cadute tutte le credenze, senza alcuna eccezione.
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Testo originale: “Cuando caen las creencias: ¿Vacío o liberación? (X)”, por Enrique Martínez Lozano