La vertigine della lista (Atti 2,1-3)
Sermone a cura della pastora Elizabeth Green pronunciato nella Chiesa battista di Cagliari in occasione del culto in memoria delle vittime dell’omo- e transfobia, il 15 Maggio, Pentecoste 2016
Alcuni anni fa a Parigi Umberto Eco organizzò un ciclo di mostre, intitolato la vertigine della lista. Eco, infatti era a ascinato dalle liste tant’è che diceva che se dovesse essere esiliato su un’isola deserta avrebbe portato con sé l’elenco telefonico in quanto “contenitore in nito di storie meravigliose”.
Basti aprire le nostre bibbie per trovare anche noi delle liste, l’elenco dei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento per esempio, la lista degli uomini che andarono a esplorare il paese di Canaan (Nm 13) oppure le numerose genealogie. Anche il testo di oggi contiene un elenco, elenco dei paesi di origine delle persone che erano giunte a Gerusalemme per la festa. Questo elenco forse nato in ambito babilonese, vorrebbe rappresentare i con ni del mondo allora conosciuto, l’ecumene. Ma è chiaro che l’intenzione di tale elenco va al di là dei paesi nominati in modo spoeci co per rappresentare il mondo intero, anzi come si legge al v. 5 “ ogni nazione sotto il cielo”. Questo elenco per forza incompleto, rappresenta però la completezza, l’universalità del messaggio cristiano, dal quale nessuno e nessuna è escluso.
A Gerusalemme, dunque, c’è una folla multiculturale, plurilingue. Altro che vertigine! Sono presenti tutti i colori dell’arcobaleno in tutte le loro sfumature. Che cosa accade? Accade che ognuna di queste diverse persone sente parlare nella propria lingua. Che dobbiamo concentrarci su questo fatto è evidente perché Luca celo ripete per ben tre volte al v. 6, al v. 8, al v. 11. Solo in questo ultimo versetto l’autore ci racconta di cosa parlavano “le grandi cose di Dio”. Riassumiamo, cinquanta giorni dopo la Pasqua il giorno della Pentecoste persone appartenenti a tutte le nazioni della terra trovandosi a Gerusalemme sentono parlare delle grandi cose di Dio nella propria lingua. Sono così stupefatte che non smettono di commentarle. Il fatto che Parti, media, Elamiti e tutto l’elenco sentono parlare nella propria lingua, è già una delle grandi cose compiute da Dio.
Il fatto che tutti e tutte sono incluse in questa straordinaria esperienza è evidenziato anche in altro modo. Non so se avete notato ma dal primo no all’ultimo versetto brano troviamo alternate le parole “tutti” e “ciascuno”:
“tutti erano insieme”, un suono come di vento impetuoso riempì tutta la casa, apparvero loro come delle lingue di fuoco e se ne posò una su ciascuno, tutti furono riempiti dello Spirito. Nessuna di quelle centoventi persone donne e uomini è stata esclusa dal dono dello Spirito. E quando parlano, tutti e ciascuno capiscono: ciascuno li udiva parlare nella propria lingua, Tutti stupivano ed erano perplessi.
Allora, questo alternarsi tra “tutti” e “ciascuno” vuole dire che l’annuncio cristiano abbraccia tutti, è rivolto a tutti a tutte senza esclusione di sorta. Ecco l’importanza dell’elenco Parti, medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Pan lia, dell’Egitto e delle parti della Libia cirenaica e pellegrini romani, tanto giudei quanto proseliti, Cretesi e Arabi. Sono popoli diversi, diversi gli uni dagli altri. Ma le loro diversità non vengono cancellate, omologate, ma conservate, valorizzate, ognuno sente parlare nella propria lingua.
Ma non si capisce cosa sta succedendo. La folla fu confusa e si chiedevano l’uno all’altro “che cosa signi ca questo”. Ed è esattamente la domanda che noi stamattina ci facciamo, che cosa signi ca questo? Signi ca, come si desume del brano successivo che il dono dello Spirito inaugura gli ultimi giorni quali giorni di salvezza “E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”.
Oggi seppur con anticipo rispetto alla giornata internazionale noi ricordiamo coloro che vengono discriminati a causa della propria identità o orientamento sessuale. Le persone, che oggi si chiamano lgb, lesbiche, gay, bisessuali. Quell’acronimo è anche esso un elenco al quale negli ultimi anni sono state aggiunte altre lettere: lgbt t per transessuale, lgbtq – q per queer coloro che cercano di scombussolare tutti i codici di genere, lgbtqi – i – intersex coloro la cui identità sessuale non entra in una semplice distinzione binaria, maschio o femmina. Lgbtqi, dunque è una lista come i popoli citati nel nostro brano è una lista. E poiché man mano che la nostra percezione delle cose cambia e si aggiunge un’altra lettera alla lista, è una lista incompleta. E’ una lista incompleta esattamente come l’elenco dei popoli presenti il giorno della Pentecoste.
Ambedue liste hanno a che fare con la molteplicità delle di erenze che ci attraversano, e poiché quelle di erenze sono innumerevoli e dipendono da cultura a cultura gli elenchi non possono che essere incompleti. E’ una parte
che indica il tutto esattamente come dimostra l’alternanza delle parole “ciascuno” e “tutti” lungo il brano. “Che cosa signi ca questo?” Che nella potenza dello Spirito la parola di Dio, che è una parola di salvezza, supera le di erenze senza cancellarle. Da una parte, le supera in modo che non siano più fonte di discriminazione o di vergogna, dall’altra, le conserva perché sono fonte di ricchezza e di gioia per tutti e tutte. Non importa se sono di erenze religiose o culturali, di provenienza geogra ca o linguistica, di classe sociale o di identità sessuale. Gli elenchi, come abbiamo visto, sono incompleti.
L’importanza è che la buona notizia giunga a tutti e ciascuna. Come? Attraverso quel gruppo di donne e di uomini riuniti nello stesso luogo il giorno della Pentecoste. Anche loro erano tutti diversi, c’erano donne e uomini, ricchi e poveri, pescatori e contadini, casalinghe e donne di a ari, sposati e single, alti e bassi, ex esattori delle tasse e ex prostitute. Avevano due cose in comune: erano tutti dalla Galilea e avevano tutti fatto parte del movimento che Gesù aveva creato.
Erano i discepoli e le discepole di Cristo, investiti dallo Spirito i quali annunciavano le grande cose di Dio, a tutti e ciascuno senza escludere nessuno. E’ un vero miracolo, il miracolo di un’umanità che non discrimina ma accoglie; che non cerca di liberarsi di chi non è come lei ma riconosce il valore dell’altro nella sua speci cità. Ovvero d’un’umanità che come Eco, capisce l’importanza della lista.
L’accaduto di Pentecoste è davvero vertiginoso. Così vertiginoso che ancora oggi cerchiamo di metterlo in pratica; cerchiamo di vivere nello Spirito – letteralmente parlando – degli ultimi giorni. Perché per Eco l’elenco era importante? Perché, diceva, “è un contenitore in nito di storie meravigliose”. Quante storie si annidando nell’elenco lgbtqi…! Quante storie si annidano nell’elenco dei popoli a Gerusalemme, Parti, Medi, Elamiti..! Quante storie si annidano nell’elenco dei libri della Bibbia! Quante storie si annidano nell’elenco dei membri di questa chiesa! Come abbiamo visto, le liste sono incomplete.
A noi compete completarle in modo che tutti e tutte siano inclusi e nessuno e nessuna escluso dall’umanità nuova che Dio sta creando raccogliendo tutte le di erenze in un unico popolo che viva in pace. E vorrei terminare citando come espressione di ciò che ho appena detto alcune parole del libro del fratello Timothy: “Sarò sempre fiero di essere un uomo nero, e l’Africa sarà sempre la mia casa. L’ho già detto e lo ripeto: ovunque sei e le cose funzionano per te è il posto a cui appartiene, chi ti ama è la tua famiglia. Siate umili e Dio vi benedica”