La via crucis di Matthew Shepard. Un omicidio gay che ha cambiato il mondo
Articolo di Melanie Thernstrom tratto da Vanity Fair (Stati Uniti) del Marzo 1999, liberamente tradotto da Giacomo Viggiani
Legato ad un recinto di legno, torturato e poi lasciato morire, il ventunenne Matthew Shepard (1º dicembre 1976 – 12 ottobre 1998), un ragazzo dell’Università del Wyoming è diventato un simbolo americano della violenza contro i gay.
I suoi uccisori: Aaron McKinney e Russel Henderson, prodotti di un torbido mondo fatto di droga, alcool, famiglie distrutte e sogni perversi, sono stati accusati di omicidio di primo grado [1].
E la cittadina di Laramie, luogo natale di tutti e tre, rappresenta adesso uno dei paradossi americani: un luogo timorato di Dio, amichevole, ma che nasconde pregiudizi profondi e radicati. Melanie Thernstrom esplora la topografia nascosta di questo omicidio.
Quando Doc O’Connor incontrò la prima volta Matthew Shepard, giovane ventunenne dell’Università del Wyoming, vicino alla sua limousine color argento fuori di un bar, nel centro di Laramie, si sentì dire “Ciao”, “mi chiamo Matt. Sono gay, e voglio andare in un locale gay a Fort Collins. Hai problemi a portarmici?”.
“No, nessun problema”, gli disse Doc. “Io ho problemi solo con le persone che non pagano!”. L’autista della limousine, rise, di una risata grassa. Doc, è un robusto cinquantenne con la barba, capelli grigio-neri pettinati all’indietro e stivali da cowboy.
E’ il proprietario della “Doc’s Class Act Limousine Service”, come della “Doc’s Western Village”, e della maggiora parte della cittadina di Bosler, 18 miglia a nord di Laramie, composta da insegne sbiadite e decadenti case di legno.
Venerdì 2 Ottobre Doc accompagnò Matthew, che era prudente nel guidare e nel bere, e l’amica del ragazzo Tina Labrie, per 70 miglia fino a Fort Collins, Colorado (non ci sono locali gay in Wyoming), e li riportò indietro.
Matthew disse a Doc di chiamarlo Matt invece di Sir o Mr Shepard e gli chiese di non aprire lo sportello per lui. Il Lunedì seguente, Matthew chiamò dal centro della città e chiese all’uomo di venirlo a prendere. Si mise seduto nel sedile anteriore accanto a Doc, il quale gli disse che stava andando nella direzione della metropolitana per prendere un sandwich, Matthew gli chiese se lo poteva accompagnare.
Rimasero al ristorante per due ore, parlando. Doc aveva appena creato un sito Web per il suo business: “Matt era davvero informato sui Computer ed io invece mi sono ritirato appena in quinta ginnasio [2]”, dice Doc. “Mi disse tutto circa l’Arabia Saudita, dove vivevano i suoi genitori e che tipo di ragazzo gli piaceva”.
Gli disse: ”Doc non te la prendere, però io non verrei con te, non sei il mio tipo e sei troppo maturo!”. Doc gli rispose sorridendo.
“Mi parlò di Cody, e di essersi rotto la mascella” (la scorsa estate a Cody, Wyoming, era stato picchiato da un barista che sosteneva che Matt ci provava con lui).
Doc gli chiese: “Cosa hai fatto alle persone che ti hanno picchiato selvaggiamente?”. “Li ho dimenticati, e sono andato avanti con la mia vita”. “Poi pagò anche per la mia cena. Era veramente un ragazzo gentile, Matt”.
Martedì Matthew chiamò Doc da “Library”, un bar cittadino; quella sera voleva noleggiare la limousine per andare da qualche parte con gli amici. Doc suppose di dover partecipare ad un incontro di iscritti dell’Eagles Club, ma disse che avrebbe visto se era possibile. Parlarono ancora la sera presto e Doc disse a Matthew di richiamarlo più tardi, in serata, ma non lo sentì più. Mercoledì mattina Doc lo chiamò, ma il cellulare di Matthew squillava e squillava.
Alle 16:25 fuori da un emporio, Doc si imbattè in Kristen Price, una diciottenne bionda che portava in braccio il suo neonato. Kristen e il suo ragazzo Aaron McKinney, che stava aspettando una condanna per furto con scasso, avevano lasciato recentemente un appartamento confinante con un edificio di Doc a Bosler.
“Mi stavo chiedendo come Aaron avrebbe affrontato la sentenza”, ricorda Doc, “e lei mi disse che lui stava ottenendo la libertà vigilata e che avrebbe pagato per quello che aveva fatto”. Poi disse che c’era qualcosa altro, un nuovo problema . “Lo stanno per accusare per un omicidio di un ragazzo gay picchiato selvaggiamente”.
“Cara”, le disse Doc, “nello stato del Wyoming non si va in prigione per aver pestato un ragazzo gay”.
Nonostante Doc avesse cercato di chiamare Matthew tutto il giorno non gli venne in mente che il ragazzo di cui parlava Kristen avrebbe potuto essere lui. Due ore dopo la conversazione con Kristen, un ciclista di passaggio vide ciò che, all’inizio, pensò fosse uno spaventapasseri legato saldamente ad un recinto, in un lontano appezzamento di terra.
Lo spaventapasseri si rivelò essere il corpo di Matthew, privo di sensi, con un enorme squarcio sulla testa, il viso ricoperto di sangue, eccetto dove i sentieri delle sue lacrime lo avevano mantenuto pulito. Non aveva più le scarpe.
Dopo l’interrogatorio della polizia, Aaron McKinney confessò che lui e il suo amico Russell Henderson avevano incontrato Matthew al Fireside Bar & Lunge, il martedì notte, e chwe si finsero gay per attirarlo nel loro automezzo.
Lo condussero in un luogo disabitato, lo legarono ad un recinto, lo seviziarono con la canna di una pistola e lo schernirono mentre implorava per la sua vita. Poi abbondarono il giovane ragazzo e lo lasciarono appeso da solo per diciotto ore, mentre perdeva sangue e faceva sempre più freddo.
Venerdì Doc prese il giornale e si trovò di fronte ad un’orribile notizia. Il ragazzo gay di cui parlava Kristen era Matthew.
Inoltre, mentre la storia occupava via via i giornali del paese, l’agghiacciante sequenza degli eventi parlava chiaro: “Lo trovarono Mercoledì alle 6:30”, dice Doc. “Quindi, quando Kristen me lo disse, Matt era ancora legato”.
Anche se le funzioni commemorative si erano ormai concluse quando arrivai a Laramie, dieci giorni dopo la morte, e la stampa nazionale era passata oltre, la tragedia era ancora molto sentita. “LA MORTE DI MATTHEW SHEPARD TI HA LASCIATO CONFUSO, INFURIATO, RATTRISTATO…?”, dicevano i manifesti.
Un enorme cartellone alla sede del Partito Democratico affermava: ”LE NOSTRE PREGHIERE E I NOSTRI PENSIERI VANNO A MATTHEW”; era posto accanto alla ricandidatura di Cal Rerucha, il procuratore distrettuale incaricato di proseguire il caso.
Altri cartelloni dicevano: “LA VIOLENZA NON E’ UN NOSTRO VALORE”.
“Questa è una buona comunità: accogliente, aperta, composta di famiglie di brave persone”, mi dice il capo della polizia di Laramie, “la gente si fida di quello che è l’atteggiamento dell’Ovest… Siamo quello che l’America è solita essere e vogliamo rimanere così”.
“Non intendo discutere del problema della diversità”, mi dice, prevenendo domande su Matthew Shepard, “questo mi porterebbe a parlare di argomenti a cui non voglio arrivare”. Mi porge un biglietto da visita con una immagine che lo mostrava in piedi in uniforme.
Sul retro si leggeva che il capo della polizia Ware era “un marito orgoglioso, un padre e un nonno” e che “cantava in chiesa”. “Sei sposata?”, mi chiese, “Dovresti venir qui, trovarti un cowboy e fare dei figli!”
Mentre l’uccisione è stata interpretata come un infelice tentativo di preservare il vecchio Ovest dagli intrusi, la cui presenza avrebbe corrotto i costumi tradizionali, la cosa più impressionante è l’enorme cambiamento che questo delitto ha provocato.
“Questo è il più bel posto dove ho mai vissuto, c’è qualcosa di magico qui”, dice Tiffany Edwards, una gentile, mezza Cherokee ventiduenne, che ha scritto la maggior parte dell’articolo su Matthew Shepard per “The Laramie Daily Boomerang”, il giornale locale. “Per questo per me e per la nostra cittadina ciò che è accaduto è assurdo”.
La magia non è presente nello scenario. A differenza di molti stati, Laramie non spicca per il suo panorama. Cinquanta miglia a ovest di Cheyenne, capitale del Wyoming, è situata in una pianura priva di alberi e le montagne sono per lo più nascoste dalle nubi portare dal cattivo tempo.
Fondata nel 1868 come città ferroviaria, la cittadina ormai impoverita è ancora divisa ad est ed ovest dalle rotaie del treno. Con l’allevamento del bestiame in declino, l’occupazione è dovuta soprattutto all’Università del Wyoming. Circa il 90% della popolazione è bianca; il reddito medio familiare è 24,080 dollari; secondo le statistiche, il 20% vive al di sotto della soglia di povertà.
Laramie è comunque il posto più amichevole che ho visitato in America. Quando arrivai al piccolo aeroporto, altri passeggeri vennero da me e mi offrirono un passaggio. Nonostante io avessi un rimborso spese, gli abitanti mi offrivano da mangiare.
C’è un dramma collettivo qui: la settimana dopo la morte, 1000 persone sono ad andate ad una veglia che si è tenuta nel prato di fronte alla St. Paul’s Newman Catholic University Center. Il Consiglio cittadino ha approvato una risoluzione per “esprimere compassione verso la comunità, per riflettere sulla perdita e iniziare un processo di guarigione”.
Mary Elizabeth Galvan, l’avvocatessa che difendeva la ragazza di Russell Henderson, Chasity Pasley (che si dichiarò colpevole come complice dell’omicidio), non vuole fare commenti sulla sua cliente, ma si formano lacrime nei suoi occhi non appena parla di Matthew e dei suoi genitori: ”Come madre, mi ferì moltissimo, il pensiero dei suoi genitori che su un grande aereo tornavano dall’Arabia Saudita, senza alcuna privacy, mentre il loro figlio agonizzava in ospedale”.
In mezzo al dolore, c’è un risentimento latente. Alcuni cittadini sono arrabbiati per il fatto sono stati messi alla gogna mediatica per questa uccisione; essi ritengono che “l’avvenimento sia stato usato” e “strumentalizzato dai movimenti gay per fini politici”.
Lo studente Shelley Barton riassume così: “tutti hanno preso nota di ciò perché è avvenuto nel Wyoming, e ciò è stato fatto passare immediatamente come tipico del Wyoming: siamo nel Sud degli USA, ci aspettiamo queste cose”.
Un legge contro la discriminazione non è passata per tre anni di seguito. Il terremoto mediatico che ne è seguito e la morte di Matthew ha fatto infuriare molti cittadini. Avvertono ancora un soffuso senso di responsabilità morale e un bisogno di espiazione.
Molti residenti di Laramie si descrivono con non omofobici. Un abitante spiega: “non abbiamo fobie, ma valori”. Ma le persone scherniscono i giornalisti mandati a fare un servizio sul crimine. “Io sono del San Francisco Chronicle”, li imitano, assumendo inconsciamente voci non mascoline.
Molte persone insistono nel dire che “non spetta a loro giudicare”. Ma quando gli viene chiesto “Cosa c’è da giudicare?”, le loro risposte diventano contorte.
Alcune persone insistono nel distinguere tra condannare il peccato e condannare il peccatore, separando “lo stile di vita omosessuale dall’essere gay”.
Molte persone ritengono che Matthew non rappresentasse quello stile di vita spregevole. Alcuni residenti mi dissero che consideravano Matthew Shepard la prima persona gay che avevano “incontrato”. E il fatto che questi incontri presero luogo dopo la sua morte, sembra aver reso tutto ciò molto più significativo per loro.
Milt Green, un uomo di 46 anni dell’Università, insegnate che lavora con gli studenti nativi americani, dice che spera che le persone si fermino a pensare come sono realmente gli abitanti del Wyoming. “Egli pensa che l’omicidio di Matthew sia stato “un inutile, stupido crimine contro un altro essere umano e non posso supportarlo”.
“Tuttavia”, aggiunge, “a causa del mio sistema di valori, i valori della mia famiglia, mi è difficile relazionarmi con l’omosessualità. Non la capisco”. Egli considera la tolleranza una “norma fondamentale. Io devo rispettare i gay, e essi devo rispettare me, anche se non riesco a capire da dove provengono”.
Karla Brown, la ventiseienne direttrice del Fireside Bar & Lounge, dice che non sa perché “pensare all’omosessualità evochi sensazioni così visceralmente negative nelle persone… è come guardare qualcuno mangiare cibo avariato. Le persone sono nauseate dall’idea”.
Il suo punto di vista è che “in un modo ideali dovremmo essere in grado di amarci l’un l‘altro”, ma non pensa che ciò sia realizzabile. Come l’uccisione di Emmet Till (un afroamericano di quattordici anni seviziato e ucciso per aver salutato una ragazza bianca in un negozio di caramelle) sconvolse anche gli abitanti razzisti del Mississipi, l’indiscussa barbara morte di Matthew Shepard sta facendo riflettere le persone.
“Ho sentito persone che non ne avevano mai parlato, discutere di omosessualità”, dice Karla, e sorprendentemente aggiunge,”non ho mai sentito così tanti commenti di persone che l’ignoravano, tanto che penso che le persone sono fondamentalmente rispettabili”.
Il ragazzo di Karla, Matt Mickelson, il ventottenne proprietario del Fireside, si lamenta che “noi ora siamo la capitale del pestaggio gay”. Ma anche dice che “se tu non provi compassione per quel ragazzo, allora sei un figlio di puttana senza cuore.
Questo renderà sicuramente le persone più tolleranti. Prima potevi insultare qualcuno che disprezzavi con qualche commento volgare. Adesso si sarà più rispettosi”.
Mickelson ricorda di aver visto Matthew entrare nel bar ogni tanto, e non riesce ad immaginare che lui avrebbe potuto far qualcosa per provocare la sua morte. “Carino e gentile come era, non vedo come avrebbe potuto fare avances a sconosciuti”, ed aggiunge “La comunità gay è riservata e rispettabile qui”.
Mickelson aggiunge che, come molti altri, lui “non si cura di ragazzi che ti girano intorno guardandoti, non mi piace nemmeno quando le ragazze lo fanno”. Ma Matthew “non era particolarmente vistoso”, e il fatto che “i media abbiano fatto di lui un Messia dei diritti dei gay” preoccupa Mickelson.
Il proprietario del bar confessa con aria imbarazzata che, per sua sorpresa, “aveva finito per avere un amico gay. Io non so quando divenimmo amici, ma poi cosa hai intenzione di dirgli, non sei più mio amico per questo motivo?”.
Nella famiglia cattolica di Mickelson “l’omosessualità era considerata deficienza mentale molto vicina all’essere ritardati”. Mi chiede se penso che questo sia vero.
La maggior parte della chiese di Laramie alla vigilia e al funerale di Matthew; anche le sette tradizionalmente contrarie agli omosessuali, come i Mormoni, hanno incluso preghiere per la famiglia di Matthew nei loro servizi religiosi.
C’era un disgusto universale verso la Reverend Fred Phelps e i suoi seguaci, che vennero dal Topeka e dal Kansas, per protestare durante il funerale di Matthew.
La praticante Many Laramie pensa che i media abbiano preso i loro buoni valori cristiani, e li abbiamo rovesciati in qualcosa di osceno, legandoli alla violenza.
Jesse Fisher è una ventiduenne appartenente alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno che lavora come cameriera notturna all’Holiday Inn. “L’essere credenti”, dice, “implica la tolleranza e il perdono. Ci urta che gli evangelicali definiscano solo se stessi cristiani.
La chiesa è il posto dove dovrebbero andare i peccatori. Tutti abbiamo peccati. Io ho peccato, come ad esempio l’essere nata fuori dal matrimonio”. Pensa che dopo la morte Matthew potrà fare i conti con i suoi peccati, ma “anche se Matthew si è già pacificato con Dio, come possiamo noi?”.
Per i membri della comunità gay di Laramie, comunque, l’uccisione ha un significato diverso. Gayle Woodsum dice che gli omosessuali del West ricevono questo messaggio: “tu puoi essere quello che vuoi, ma non devi dirlo in giro”. Per lei, “la morte di Matthew è un avvertimento a non dire quello che sei, altrimenti non ti lasceranno vivere”.
Proprio in questo momento, quando lei e gli altri gay si sentono maggiormente in pericolo, essi sentono il dovere di parlare della morte di Matthew; alcuni facevano coming out pubblicamente per la prima volta. “Quando sentii quello che era accaduto, desiderai solamente di non aver fatto coming out”, dice però Meesha Fenimore, una amica di Matthew e un membro dell’associazione L.G.B.T.A.
Gayle Woodsum è rimasta colpita da quello che lei considerava un palese errore di stampa nell’intestazione dell’articolo sulla morte di Matthew sul Boomerang: “Un omicidio è un omicidio”.
Al funerale di Matthew presso la Chiesa Unitaria, Gayle stava ferma in piedi e diceva alle persone di “stare attente alle forze dell’ordine. Questo è un mondo molto omofobico”.
“Parlare dell’omicidio ti fa salire la paura”, mi dice lei, “ma è una paura che ho già affrontato”. Quando Gayle diresse per 2 anni l’Albany County Crime Victim Witness Program, sentì di scherzi violenti contro i gay e, dichiara, di aver letto promemoria degli ufficiali della polizia, dove si spiegava come scoprire abusi in famiglia così da poter usare le loro pistole contro l’abusatore.
Quando qualcuno scoprì il suo orientamento sessuale, fu espulsa dall’ufficio del procuratore distrettuale, racconta, e poi licenziata definitivamente senza spiegazione da quegli stessi uomini che adesso sono stati coinvolti nella persecuzione degli assassini di Matthew. (Sul Boomerang, negarono che ella fosse stata licenziata a causa del suo orientamento sessuale).
Il coroner, Julie Heggie, dice: “So che le persone di Laramie sono assai omofobe, lo so bene; ho vissuto a Laramie la maggior parte della mia vita. Faceva paura. Era orribile vedere il suo corpo, e io convivo con la sua morte ogni giorno. L’accaduto influenzerà anche il mio l’ufficio”. “Ma se questa cambierà 10 persone, sarà già una buona cosa”.
Nonostante che il luogo dove Matthew fu ucciso sia stato recintato dalla polizia per l’istruttoria, esso è diventato meta di pellegrinaggio. Piccole pietre gialle sono state messe in modo da formare una croce; in ogni angolo ci sono fiori, scritte, regali simbolici.
Tiffany Edwards portò un pezzo di ambra; il giorno in cui io e lei andammo a visitare il luogo, fu contrariata dal fatto che era sparita insieme ad altre offerte, che lei ricordava, come un paio di guanti medici che si diceva avessero toccato il corpo di Matthew.
“Ho portato l’ambra”, dice Tiffany, “per cercare discernimento e chiarezza, per comprendere tutto quello che è successo, per capire Matthew, il suo dolore, il suo terrore e cosa la vita significasse per lui”.
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[1] Nel diritto statunitense l’omicidio di primo grado è il più grave, in quanto premeditato o compiuto con particolare violenza e crudeltà.
[2] L’istruzione statunitense si articola in grades. I primi cinque corrispondono alle nostre elementari, i successivi tre alle medie, i successivi due ai due anni di ginnasio e gli ultimi due ai due anni di liceo. Il decimo grade corrisponde quindi al quinto ginnasio.
Testo originale: The Crucifixion of Matthew Shepard