La vita a ostacoli delle persone transgender cattoliche
Articolo di Eloise Blondiau* pubblicato sul sito Vox (Stati Uniti) l’11 marzo 2019, prima parte, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Otto anni fa si è convertito al cattolicesimo e per la cresima ha scelto il nome di Thomas, in onore del santo inglese Tommaso Moro, morto per mantenere l’unità della Chiesa Cattolica. Si tratta di quel tipo di persona che, dopo aver parlato per dieci minuti con un prete di fronte a un caffè, si sente chiedere se ha mai pensato di farsi prete anche lui. Ha 34 anni, ha conseguito diversi diplomi di teologia, lavora per una no-profit cattolica e ogni domenica distribuisce l’Eucarestia in parrocchia, ma dice che per ora non pensa seriamente a entrare in seminario: “Ho avuto troppe volte il cuore spezzato” dice.
Thomas è una persona transgender, il che non lo rende un candidato per il sacerdozio. Lavora per un’istituzione cattolica che non conosce la sua identità di genere, e per proteggere il suo posto di lavoro ha chiesto di essere identificato solo come Thomas, il nome che ha scelto per la sua cresima cattolica, il rito che tutti i cattolici celebrano da adulti per ribadire il proprio impegno nella fede.
Le persone transgender cattoliche come Thomas si trovano in un limbo dottrinale: mentre molti punti del Magistero cattolico parlano dei cattolici gay e delle cattoliche lesbiche, non esiste una dottrina universale sull’identità transgender. [Le persone transgender cattoliche] vogliono essere riconosciute, vogliono ricevere dal Papa delle linee guida più chiare e autorevoli su certi temi come la transizione medica, la vocazione e il matrimonio. In ogni caso, la Chiesa è molto chiara sui temi della sessualità: il Magistero proibisce i rapporti omosessuali e ogni altra attività sessuale al di fuori del matrimonio tra un uomo e una donna. Nel giugno 2018 il Vaticano ha utilizzato l’acronimo LGBT per la prima volta, riconoscendo così questa comunità in un suo documento ufficiale, che però, nella sua versione finale, ha visto rimuovere l’acronimo. Ad ogni modo, nella Chiesa Cattolica si parla molto, anche se in maniera limitata, delle persone LGBT cattoliche, ma si tende a parlare solo dei rapporti sessuali e delle prime tre lettere dell’acronimo.
Le difficoltà delle persone transgender cattoliche come Thomas forse ricevono meno attenzione perché solo una piccolissima parte della società è transgender. Solo lo 0,6% della popolazione statunitense è transgender, mentre quasi il 4% è gay, lesbica o bisessuale, secondo un istituto di ricerca su orientamento sessuale e identità di genere. Negli ultimi anni le persone transgender sono diventate più visibili, grazie anche a figure come Caitlyn Jenner, la scrittrice Janet Mock e l’attrice Laverne Cox. Negli ultimi dieci anni è infuriato il dibattito sulle leggi che prescrivono quale bagno pubblico le persone transgender devono utilizzare, e molta attenzione hanno ricevuto anche le aggressioni e gli assassinî di persone LGBT; recentemente la Corte Suprema ha consentito a Trump di restringere la possibilità, per le persone transgender, di entrare nelle forze armate, ma la lotta continua nei tribunali.
La posizione cattolica sull’identità transgender non è chiara, e questo ha delle conseguenze per le persone transgender cattoliche. L’esperto cattolico di bioetica David Albert Jones, consulente di molti vescovi europei, ha scritto che “c’è un bisogno urgente di creare risorse teologiche” apposta per loro, che attualmente devono affrontare molti ostacoli se vogliono avere un ruolo nella Chiesa, sposarsi in una chiesa cattolica o prendere i voti, per non parlare delle conseguenze della transizione per le parrocchie che frequentano. Le persone transgender cattoliche affermano che tutto questo richiede un’attenzione specifica e una specifica cura pastorale.
Cosa dice la Chiesa a proposito delle persone trans
Papa Francesco ha incontrato almeno uno di loro, nel 2015, quando finì sulle prime pagine per il suo colloquio con un uomo transgender rifiutato dalla sua parrocchia dopo la transizione. Pare però che Francesco rigetti l’idea che il genere possa essere diverso dal sesso di nascita, e ha affermato ripetutamente che il genere non è una scelta: “I bambini imparano che possono scegliere il proprio sesso. Ma perché? Il sesso, essere una donna o un uomo, è forse una scelta e non un fatto di natura?” ha detto in un’intervista del 2017. In un’altra occasione ha criticato “la manipolazione biologica e psicologica della differenza sessuale”, la quale presenta il genere come “una semplice questione di scelta personale”.
Molti vescovi statunitensi hanno fatto eco alle parole del Papa nel dicembre 2017, data della pubblicazione della lettera aperta Created Male and Female (Maschio e femmina li creò): “La realtà socioculturale del genere non può essere separata dal sesso, maschile o femminile, di ciascuno […] Il movimento che oggi cerca di inculcare la falsa idea che un uomo può essere o diventare una donna, o viceversa, è profondamente problematico”. Questa lettera non fa parte del Magistero universale cattolico, che è strutturato in differenti livelli di autorità.
David Albert Jones ha scritto che i rapporti sessuali, il matrimonio e la chirurgia che interferisce con l’apparato riproduttivo parrebbero essere proibiti per le persone transgender secondo il Catechismo cattolico, il quale insegna che i rapporti sessuali sono leciti soltanto all’interno del matrimonio tra un uomo e una donna, e con lo scopo di procreare. Varie raccomandazioni del Vaticano (non codificate nel Magistero universale) affermano che le persone transgender non dovrebbero essere sacerdoti e nemmeno padrini o madrine.
La mancanza di chiarezza su questi punti è un problema, perché al di fuori della Chiesa le persone transgender sono molto stigmatizzate. Il 41% delle persone transgender, o che non si conformano alle aspettative di genere, tenta il suicidio, e questa percentuale può salire fino al 78%, a seconda del tipo di discriminazione o di abuso a cui la persona è soggetta, secondo una ricerca del 2014. Secondo il medesimo studio, il suicidio è tentato soltanto dal 4.6% della popolazione statunitense in generale e dal 10-20% della popolazione gay, lesbica e bisessuale. Inoltre, le persone transgender stanno attraversando una “crisi nazionale” di violenza omicida, secondo gli attivisti di Human Rights Campaign. Nel 2018 negli Stati Uniti sono state uccise almeno 26 persone transgender, la maggior parte di colore.
Questa è una delle ragioni per cui alcuni cattolici accolgono le persone trans. Una delle pioniere dei ministeri pastorali ad esse dedicati è la settantaquattrenne suor Luisa Derouen, una sorella domenicana di St. Katherine nel Kentucky, che da quasi vent’anni offre amicizia e direzione spirituale alle persone transgender: “Alcuni vescovi, a titolo individuale, hanno parlato pubblicamente [sull’argomento], dicendo in pratica che il libro della Genesi afferma che Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, ma non esiste una posizione ufficiale del Vaticano o della Conferenza Episcopale sul tema” dice. Su richiesta del suo ordine suor Luisa, sotto lo pseudonimo di suor Monica, ha svolto questo lavoro per anni, anche se il suo ordine era preoccupato dalle possibili attenzioni negative che poteva attrarre. Lo scorso anno suor Luisa ha deciso di rivelare la sua vera identità per solidarietà con i suoi amici e amiche transgender: “Come potrei dare piena testimonianza alla loro verità nascondendomi dietro un nome non mio? Sono due cose che non posso nascondere”.
* Eloise Blondiau è produttrice per l’editore gesuita America Media e si è laureata in teologia alla Harvard Divinity School.
Testo originale: The Catholic Church is still silent on gender identity issues. It’s left trans Catholics in limbo.