La vita è una cosa meravigliosa. Non solo al cinema
Riflessioni del Pastore Alberto Romussi tratte dalla Circolare del Circolo Evangelico di Cuneo del 24 dicembre 2010
… anche mio padre, quando era in vita, faceva il Pastore, in servizio presso la Chiesa Valdese, e io mi ricordo che tutti gli anni, quando si avvicinava il Natale, e lui cominciava a cercare un nuovo tema per il Sermone di Natale, io, tutti gli anni, gli dicevo: “…Papà, non stare lì a preparare il Sermone di Natale.
Al culto di Natale, in chiesa, spegni le luci fai vedere il film di Frank Capra: vale piú di dieci sermoni!”
C´è qualcosa che, tutte le volte, anno dopo anno, conquista sempre lo spettatore fino alle lacrime nel film di Frank Capra: La vita è meravigliosa del 1946.
Il protagonista, George Baily, non è un bigotto, non sembra essere un assiduo frequentatore di chiese, e non è sicuramente nemmeno una persona che usi riempire le sue giornate di momenti di pietà spirituale, salvo, forse, la preghiera prima dei pasti.
Ma è un uomo che ama il prossimo. Vive in una tranquilla cittadina di provincia americana della prima metà del ´900. Ha molto talento, ha tutti i numeri per fare carriera e fare grandi cose nel Paese delle possibilità infinite per eccellenza, ed ha anche tutta l´ambizione e l´entusiasmo necessario per “sfondare”.
Ma non può farlo, perché non può abbandonare la sua cittadina e lasciare che decine e decine di persone appartenenti alle fasce sociali più deboli della città vengano private della loro casa e buttate sul lastrico da un finanziere molto ricco e avaro, di nome Potter (dal quale Walt Disney trarrà ispirazione per creare, due anni dopo l´uscita del film, il suo noto Paperon De Paperoni), cui appartiene già mezza città.
Il padre di George è l´emblema (rarissimo emblema, forse l´unico davvero famoso nella storia del cinema) di un capitalismo autenticamente cristiano, che considera il capitale privato non come strumento del proprio arricchimento personale e famigliare, ma come “talento” affidatogli da Dio per fare con esso la Sua volontà sulla terra, e dunque (tradotto nel film) come strumento di emancipazione economica dei più poveri e deboli nella città.
Il padre infatti è un banchiere, e potrebbe facilmente diventare ricco e benestante, ma vi rinuncia e conduce, lui e la sua famiglia, una vita modesta per poter procurare con la sua “Banca Mutui e Costruzioni” una abitazione sana a tutti coloro che non avrebbero reddito sufficiente per accedere diversamente ad una proprietà immobiliare, e non potrebbero fare altro che rimanere per sempre in affitto nei casoni malsani e ammuffiti, senza luce, di proprietà di Potter.
Il giovane George vede sfumare nel corso degli anni, una dopo l´altra, tutte le occasioni che gli si presentano per lasciare la cittadina e afferrare le opportunità di una promettente carriera, perché si rende conto di essere l´unico in città (dopo la morte del padre) capace di contrastare Potter e arginare le sue speculazioni e le sue devastazioni economiche.
Finirà con lo sposarsi, fare famiglia e rinunciare alle sue ambizioni. Un incidente avvenuto improvvisamente il giorno di Natale di molti anni più tardi getta inaspettatamente la sua vita nella tragedia, nella disperazione e nella prospettiva del carcere: di colpo maledice tutta la sua esistenza e decide di porvi fine quella notte stessa.
Le preghiere a Dio in quelle ore drammatiche da parte della sua famiglia e di tutti i suoi amici, in forte apprensione per lui, muovono Dio ad inviare sulla terra un angelo, con il compito di dissuaderlo dal suo proposito.
Siccome George pensa che sarebbe stato meglio che lui non fosse mai nato, l´angelo allora gli permette di vedere come sarebbe diventata la sua città, se lui davvero non fosse esistito: una sorta di Las Vegas di criminalità e prostituzione dal nome “Pottersville”, un incubo dove le stesse persone che lui ha conosciuto e aiutato vivono ora rapporti umani del tutto imbruttiti dal loro sfruttamento da parte del capitale selvaggio. (“Berlusconisville”?)
…È un film altamente “teologico”, che parla di Dio e lo descrive nella maniera più autentica e più giusta, veramente consona all´insegnamento più profondo dell´Evangelo: l´amore viene prima di ogni cosa, l´amore vince ogni cosa, l´amore è superiore ad ogni cosa, l´amore è superiore all´egoismo personale delle proprie ambizioni, certamente, ma è anche superiore ad una pietà religiosa consuetudinaria e ripetitiva, o peggio ancora fondamentalista ed inflessibile.
Il samaritano George Baily (“samaritano” in quanto non è “uomo di chiesa”, afferrato di teologia e dottrina) è il “buon samaritano” dell´Evangelo, che Gesù mette davanti al sacerdote e al teologo che parlano sempre di Dio ma non fanno quello che Dio si aspetta da loro che facciano; è il secondo figlio della parabola dei due figli del vignaiolo (Matteo 21, 28-32), quello che, a differenza del primo, risponde al padre che non andrà a lavorare nella sua vigna, ma poi invece è l´unico dei due che ci andrà per davvero. È l´uomo che Dio gradisce.
Ma senza l´amore ed il soccorso di Dio, è un uomo finito, che non trova più la forza di andare avanti. Si lacrima, alla fine del film, perché Dio non abbandona al loro destino coloro che amano il loro prossimo, ma viene in soccorso dando loro nuova forza, aprendo loro gli occhi, dando loro una comprensione più profonda del senso della loro vita.
Dio non ci ha abbandonato al nostro destino di peccato, al nostro destino di perdenti, ma è venuto in nostro soccorso, facendosi Lui stesso uomo per amore del mondo, per amore della gente di questo mondo, raccoglien-do su di sé la nostra debolezza, il nostro sconforto, il nostro peccato, la nostra perdizione.
Come in quella notte di Natale in cui George Baily stava per ucciderci, allo stesso modo Dio incrocia nella notte di Natale la Storia dell´umanità per cambiare il suo corso di perdizione, per aprirci gli occhi, per farci capire il senso della nostra esistenza, per dare forza a chi ama la giustizia, il bene e l´amore.
Può capitare a tutti noi di dover affrontare momenti di smarrimento come quelli di George Baily, ma il mio più fervido augurio di Buon Natale, e che possiamo accorgerci e vedere tutti, in quel momento, l´ ”Angelo” che Dio ci manda per salvarci, Suo Figlio Gesù Cristo, sceso in quella notte tra gli uomini.
A tutti un Buon Natale e un felice e benedetto Anno Nuovo!