L’accoglienza dell’altro. Il mio cammino di rabbino con le persone LGBT
Intervista al rabbino Stephen Berkowitz pubblicata sul sito L’accueil radical – Risorse per una chiesa inclusiva (Francia) il 4 aprile 2016, libera traduzione di Marco Galvagno
Il rabbino Stephen Berkowitz è rabbino nella comunità degli ebrei riformati di Strasburgo. Nato negli Stati Uniti ha già officiato in varie sinagoghe sparse per il mondo. Da un anno è membro del collettivo dei credenti inclusivi, le cui riunioni si tengono per il momento nella parrocchia di St Guillaume a Strasburgo. Stephen ha voluto questo breve articolo per spiegare il suo percorso per l’accoglienza delle persone GLBT.
«Rab Yehouda dice a nome di Rav che la mitzwà dell’accoglienza dell’altro è più importante di ricevere il volto della Shekkina (cioè la presenza divina), così è scritto. E Abramo dice “ Signore ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare davanti al tuo servo” (Genesi 18- 3)» (Talmud di Babilonia: Shabbat 127°)
Shalom a voi. Sono stato sensibile al tema dei diversi orientamenti sessuali sin da subito nella mia carriera di rabbino. Nel 1979 ho cominciato i miei studi rabbinici al Recostrusionist Rabbinical College di Filadelfia (USA), la corrente liberale dell’ebraismo americano, che è un’emanazione del movimento massorti.
Nel mio corso c’era una ragazza lesbica, che è diventata, nel 1985, la prima rabbina dichiaratamente gay. Dopo averla conosciuta meglio, ho capito che non c’erano differenze tra lei e me. Nutriva la mia stessa passione per l’ebraismo ed era animata da un grande desiderio di servire il popolo ebraico. Nel corso degli anni siamo diventati molto amici e quando ho perso mio fratello, nel 1984, è stata l’unica dei miei compagni ad alzarsi all’alba per il mese intero di lutto, per accompagnarmi in sinagoga a fare la preghiera rituale del mattino. Negli anni ottanta la lotta per i diritti civili degli omosessuali era una tematica molto importante nel nostro movimento. Abbiamo dedicato un certo numero di riunioni al tema dell’omosessualità nell’ebraismo, all’ammissione di studenti gay dichiarati al rabbinato e all’assunzione di rabbini gay.
Dal 1997 al 2004 sono stato rabbino presso una sinagoga riformata tedesca a Manhattan. La maggior parte dei miei fedeli erano vecchie signore tedesche, alcune addirittura centenarie, molte di loro sopravvissute alla shoah; nello stesso quartiere c’era un’altra sinagoga riformata nella quale officiava una rabbina lesbica che aveva come fedeli molte coppie gay e famiglie omoparentali.
A un certo punto le nostre due comunità hanno deciso di fondersi, così dopo numerose discussioni, a volte accese abbiamo adottato alcune delle loro usanze ad esempio il gay pride shabbat, uno shabbat inclusivo da compiersi durante il gay pride di New York.
Ricordo il discorso del nostro rabbino emerito Robert Lehman. Era nato in Germania e aveva una visione sociale piuttosto conservatrice, tuttavia ha insistito sull’importanza di accogliere a braccia aperte ogni persona di qualunque orientamento sessuale. Ha sottolineato che i figli di genitori omosessuali dovevano essere ammessi al Talmud Torah (corso d’istruzione religiosa) e che potevano accedere al bar mitzwà e che le coppie omosessuali potevano salire alla Torah. S’è tuttavia astenuto dal pronunciarsi sul tema del matrimonio religioso per le coppie omosessuali.
Ora negli Stati Uniti siamo entrati in una nuova era per quel che riguarda i diritti civili delle persone transgender. Il movimento liberale americano, durante il suo congresso annuale a Orlando in Florida, il mese scorso ha votato a favore d’una nuova politica d’ accoglienza delle persone transidentitarie e transgender.
Alcune sinagoghe cominceranno con il cambiare le scritte nei bagni, toglieranno la dicitura uomini e donne sostituendola con signori e signore, sono dettagli, ma penso che siano importanti.
Per concludere amo ricordare che la Torah dice che il primo uomo Adamo fu creato a immagine e somiglianza di Dio, ciò significa che noi credenti dovremmo rispettare la dignità di ogni essere umano. Sono un rabbino liberale e inclusivo, ciò mi rende felice.
Testo originale: L’accueil de l’autre: ce qu’en dit le rabbin libéral et inclusif Stephen Berkowitch