L’amore che esclude. La Chiesa mormone dice No ai figli delle famiglie gay
Articolo di Xarissa Holdaway* pubblicato sul sito di Al Jazeera America (Stati Uniti) il 28 novembre 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Sabato 14 novembre [2015] una folla di centinaia di persone ha riempito un parco di Salt Lake City per ritirare formalmente la loro adesione dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni come reazione al fatto che la Chiesa ha emanato una nuova serie di direttive sui membri omosessuali e le loro famiglie.
La nuova politica, pubblicata in un documento chiamato Manuale di Istruzione, afferma che i mormoni che vivono una relazione gay (matrimonio o convivenza) possono essere passibili di scomunica. Inoltre, ancora più importante, non si permetterà ai bambini che vivono in una famiglia omoparentale di unirsi alla Chiesa fino a che abbiano diciotto anni e solo se si distaccheranno dal matrimonio dei loro genitori dichiarandolo apostasia.
Mentre i mormoni non sono soli nella loro lotta contro il matrimonio omosessuale, i loro precedenti sono particolarmente infausti, specialmente dal 2008 quando in California la Chiesa ha fatto lobby con successo per il passaggio della Proposta 8 (il bando istituzionale alle nozze gay).
Comunque, in anni recenti i leader mormoni hanno, almeno in apparenza, ammorbidito le loro posizioni. La Chiesa ha combattuto contro la discriminazione delle persone omosessuali in materia di alloggio e lavoro; una loro famosa guida, Dallin H. Oaks, si è pronunciato contro Kim Davis, l’impiegata comunale del Kentucky che si è rifiutata di convalidare le licenze matrimoniali di alcune coppie gay e la Chiesa ha rilasciato una dichiarazione pubblica sul suo sito web dicendo che l’attrazione omosessuale non è una scelta.
Sembra che queste parole concedano più spazio nelle congregazioni mormoni a gay e lesbiche. Alla luce di ciò sembra che il cambiamento del Manuale di Istruzione sia un testa-coda e che alcuni membri, sia etero che gay, si sentiranno costretti a lasciare la Chiesa.
Il Manuale Generale di Istruzione mormone, usato dai vescovi e dai capi laici in tutto il mondo, non è considerato una Scrittura ma, nel corso degli anni, è diventato una sorta di legge canonica ad hoc, definendo molti punti di vista e pratiche della loro fede. È aggiornato periodicamente e le versioni successive hanno registrato gli slittamenti della politica del controllo delle nascite (consentito a determinate condizioni), del divorzio (complicato), del codice alimentare (molto stretto) e dell’omosessualità (vedi sopra). Il Manuale è un buon indicatore delle tendenze della Chiesa e influenza enormemente il modo in cui le congregazioni locali trattano i membri loro affidati. Un cambiamento nella loro politica, in altre parole è un affare molto gravoso.
Quello che ha causato il dolore maggiore è la menzione dei figli delle coppie dello stesso sesso. Non possono essere benedetti alla nascita, cosa che ha un’importanza emozionale e spirituale molto significativa per le famiglie mormoni. È anche proibito il battesimo a otto anni (che la Chiesa ritiene l’età del consenso).
Entrambi gli eventi sono celebrazioni comunitarie a cui spesso prende parte tutta la congregazione. Bandire i figli delle coppie omosessuali da queste occasioni è una cosa particolarmente draconiana ma può anche voler dire che bambini altrimenti accolti dai mormoni cresceranno completamente al di fuori della Chiesa.
Un modo per interpretare tutto questo è di vederlo come parte di un grande cambiamento da parte della Chiesa mormone da qualche tempo in qua. I mormoni si sono sempre considerati un gruppo a sé stante, i soli detentori del sacerdozio dell’autentico Vangelo di Gesù Cristo, un gruppo che da molto tempo si tiene lontano da intolleranza e violenza. La vita dei mormoni enfatizza la comunità e l’unità familiare. Si può interpretare la loro resistenza alla secolarizzazione in tutti gli ambiti come la forza che li tiene insieme.
Ovviamente, i confini che tengono dentro alcune persone, necessariamente ne lasciano fuori altre. Melissa Inouye, co-direttrice del capitolo mormone della Fondazione per la Diplomazia Religiosa, scrive che la ragione per cui così tanti membri della Chiesa sono frustrati dal cambiamento è che essi “percepiscono un conflitto tra Cristo, che in modo carismatico ignorava le regole religiose per benedire gli emarginati sociali e spirituali, e i confini organizzativi impliciti nella nostra politica”.
I membri omosessuali della Chiesa devono scegliere tra la piena partecipazione alla vita di fede e le relazioni d’amore e la famiglia. Adesso devono scegliere anche per i loro figli. Inoltre, la dottrina dei mormoni enfatizza pesantemente il valore della famiglia eterna unita spiritualmente dal sacerdozio. Nella loro visione del paradiso, tutti i membri della Chiesa, e potenzialmente l’intera famiglia umana, progrediscono in questa rete di unione ed affetto sigillata per l’eternità da Dio. La grandezza di questa idea è il suo essere senza confini: tutti quelli che lo vogliono possono far parte di questo enorme movimento salvifico, dove le relazioni con i propri cari continuano per sempre.
Ma dal momento che, almeno per ora, la dottrina prevede che le famiglie siano esclusivamente eterosessuali, ci sono membri che devono scegliere tra la propria fede e la propria famiglia. D’altro canto questo cambiamento è il rafforzamento di una diversa e profonda convinzione, solo marginalmente connessa all’omosessualità.
In un’intervista rilasciata poco dopo la notizia del cambio di regolamento l’anziano D. Todd Christofferson, uno dei dodici apostoli della Chiesa ed uno dei suoi capi più carismatici, ha detto che i mormoni pensano che il matrimonio gay sia “un tipo di peccato particolarmente grave”. La differenza tra attrazione omoerotica e unione gay è importante: è la differenza tra il desiderare di avere un partner dello stesso sesso e averlo e, per l’insegnamento mormone, la differenza tra un ostacolo e un peccato.
Per ultimo, questa politica non esisterebbe se i capi non credessero profondamente che un membro che si unisce alla Chiesa di sua volontà e da adulto abbia fatto esattamente la stessa scelta di un bambino battezzato a otto anni. Il massiccio proselitismo dei missionari mormoni in tutto il mondo (la loro predicazione parte da cose come non bere alcool e arriva fino alla dissuasione dal compiere crimini) è la prova che i leader della Chiesa credono che non sia necessario crescere in essa per salvarsi. Per essi un diciottenne con genitori gay sta prendendo esattamente la stessa decisione di un neo convertito e riceve la stessa benedizione e lo stesso incoraggiamento da parte della Chiesa di abbracciarne la dottrina e di staccarsi da ogni esperienza incompatibile con la fede.
L’implicita insistenza è frustrante e fonte di ispirazione al tempo stesso. Da una parte, l’idea che tutte le esperienze siano equivalenti (dal rifiutare il matrimonio della propria madre al non bere un bicchiere di vino a cena) lascia attoniti. D’altra parte, nessuno è escluso dalla sequela di Cristo. La grazia è disponibile per chiunque la cerchi. Questo forse è il principio fondamentale dei mormoni, che siamo noi che ci innalziamo verso la salvezza. Anche se sono gravi, i peccati si possono espiare e ci può essere redenzione. Credo che sia questo il motivo per cui un gruppo di anziani stia predisponendo una politica che sembra così crudele. Credono che possa essere gravosa ma non necessariamente ingiusta.
Ma le contraddizioni rimangono. Per esempio, come nota la scrittrice Jana Reiss, i figli degli assassini e degli stupratori possono ricevere la benedizione negata ai figli delle coppie gay e questo implica una grave offesa morale senza che ne sia spiegato il motivo.
Un’altra cosa: i mormoni non credono nel peccato originale. Siamo (o dovremmo essere) senza colpa per quello di Adamo ed Eva e, per estensione, per quelli dei nostri genitori e di quelli di chi ci vive intorno. Nel codificare questo cambiamento, i capi della Chiesa hanno considerato due valori fondamentali: la creazione delle famiglie secondo una specifica definizione di matrimonio e la coscienza degli individui e hanno propeso per il primo. È un cambiamento irrevocabile nel modo i cui i membri, etero o gay, in futuro, penseranno a se stessi e agli altri.
* Xarissa Holdaway è scrittrice e curatrice di siti web che vive a New York.
Testo originale: The Mormon church turns against gay families