L’amore di una madre per una figlia che ora è diventata un figlio
Riflessioni di Amelia* tratte da The Huffington Post Gay Voices (Stati Uniti), 11 marzo 2011, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Ci sono dei momenti in cui qualcuno mi racconta una verità che riguarda la sua vita, e sento tanta gratitudine per il privilegio di poterla sentire. Non molto tempo fa, una vera mamma rockstar mi ha donato uno di quei momenti. Posso anche vivere in un piccolo grande quartiere urbano multiculturale e liberale, ma non ci lavoro. Lavoro in una compagnia piena di conservatori, in una zona dello stato molto più conservatrice.
Nonostante questo, sono sempre stata decisa e senza peli sulla lingua (qualcuno direbbe che è sgradevole) per quanto riguarda il mio sostegno per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT). Negli anni, questo mi ha portato, mio malgrado, ad essere l’esperta all’interno dell’ufficio di tutto ciò che è gay.
Qualche volta è divertente. Una volta una collega è venuta da me nel panico più totale perché aveva scoperto che la vacanza a Disney World della sua famiglia era prevista in un Gay Day organizzato dal parco. Facile la risposta: “Wow. Calmati. Nessuno farà sesso anale in mezzo alle fontane”. Qualche volta è toccante. Un’altra collega, una donna vicina ai cinquanta, è uscita allo scoperto con me, pochissime settimane dopo averlo fatto con se stessa. Un’altra risposta facile: “Sono felicissima per te”.
E una volta è stato davvero incredibile. Era una giornata normale, e un bel gruppetto di colleghi era andato a pranzo. Ero seduta fuori in un angolo vicino alla mia amica Monica. Ora, io e Monica non è che siamo così amiche, ma siamo sempre andate d’accordo e abbiamo lavorato insieme per più di dieci anni. Mentre gli altri chiacchieravano in gruppetti, mi sono rivolta a Monica chiedendole dei ragazzi, una figlia e un figlio. Ed allora mi ha detto che la sua figlia diciottenne ora era suo figlio Dominic.
Sono rimasta in silenzio. Avevo già incontrato sua figlia, e non avrei mai detto una parola, ma avevo pensato che probabilmente era lesbica. Non avevo considerato il fatto che potesse essere una transgender. Dopo alcuni istanti mi sono ripresa e ho cominciato a fare domande sul figlio di Monica e la sua transizione. Viveva come un uomo? Aveva già cominciato la terapia ormonale? Vedeva uno psicologo?
Monica rispondeva a tutte le mie domande e sembrava apprezzare l’opportunità di parlare di questo enorme fatto che stava succedendo in famiglia. Abbiamo parlato per più di un’ora, pigiate nel nostro angolo, ignorando gli altri che erano lì, come loro ignoravano noi. E più parlavamo più ero fiera e sorpresa per la mia amica.
Era stato un lungo viaggio per loro. Dominic aveva solo tredici anni quando disse a sua madre che non era una ragazza ma un ragazzo. L’assalto della pubertà fu una tortura per lui, perché il suo corpo esprimeva delle caratteristiche molto lontane da come si sentiva dentro di sè. C’erano dei giorni in cui Monica non andava al lavoro perché era preoccupata di cosa suo figlio potesse farsi se lasciato solo.
Monica guardava suo figlio e vedeva tutto il suo dolore, e presto cominciò a desiderare solo una cosa: che fosse felice. Monica Ë una buona cattolica, una buona moglie e madre che vive in una piccola cittadina. Tutto questo le era estraneo. Non capiva; non aveva conosciuto nessun transgender (che lei sapesse), e sentiva acutamente che stava perdendo sua figlia.
Ma anche in mezzo alla confusione, al dolore e al cordoglio, mise da parte quei sentimenti e si concentrò su suo figlio. Si fece una cultura sulle persone transgender, ricercÚ dei terapisti specializzati in identità di genere, e andò dal pediatra di famiglia non solo per parlare dei problemi della transizione ma per assicurarsi che il nuovo nome di suo figlio sarebbe apparso su tutti i documenti.
Quando alla fine ho chiesto a Monica come poteva farcela con tutto questo, lei è stata onesta. Era dura. Ci sono state discussioni e lacrime. Poi ha detto “Finalmente ho capito che Dio l’ha fatto così, e chi sono io per mettere in discussione ciò che Dio ha fatto?”.
Molti mesi dopo, quando suo figlio dovette affrontare la prima operazione chirurgica, una mastectomia e una ricostruzione, dovettero spostarsi in una città molto più grande a molte ore di distanza. Non accompagnò Dominic solo Monica, ma anche suo marito, l’altro figlio e la ragazza di Dominic. Andarono come famiglia per sostenere Dominic e sostenersi l’un l’altro in questo evento così importante. Quando chiedo a Monica come stia Dominic in questi giorni, si illumina mentre parla di come è felice ora e di come ama la sua ragazza. » . E’ così bello, per tutti loro.
Monica è una mamma rockstar nel vero senso della parola. Il fatto di conoscerla è un privilegio, e anche che abbia avuto abbastanza fiducia nella mia reazione per condividere la storia della sua famiglia con me. Anche se so che sarà imbarazzante per lei leggere questo, lei è il tipo di mamma che spero di essere, il tipo di mamma che non ama i suoi figli per quello che pensa dovrebbero essere ma per quello che sono, anche quando non è facile.
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* Amelia è una madre, moglie, partner e capofamiglia statunitense. Quando non è in ufficio passa più tempo possibile con i suoi tre giovani figli, col marito e la sua migliore amica. Nel suo abbondante tempo libero lavora a maglia, legge tanta fantascienza, guarda la televisione e legge troppi libri.
Considera un atto degno di un supereroe trovare un paio d’ore, di tanto in tanto, per leggere i suoi romanzi trash. “Amelia” è lo pseudonimo con cui scrive sul suo blog per salvaguardare l’identità della sua famiglia.
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Testo originale: A Mother’s Love for a Daughter Who Is a Son