L’amore non ha altra ragione che l’amore stesso (Luca 14:1.7-14)
Riflessioni di don Fabio
Luca 14:1.7-14: «Quando offri un pranzo o una cena […] invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Tema di questa domenica è la gratuità e l’umiltà.
Quando dai un pranzo, una cena, un aperitivo… quando fai un’offerta, quando fai la carità, non farla a chi sai che, in un modo o nell’altro, potrà ricambiare, o magari lodarti pubblicamente per ciò che hai fatto. Riscoprire la gratuità delle nostre azioni è liberante. Non aspettarsi “riconoscenza” per ciò che si è fatto, dona serenità. Se poi arriva, bene! Altrimenti, bene uguale.
L’umiltà di cui si parla nel Vangelo non è per mortificazione, per fare la vittima della situazione e poi comportarsi l’esatto opposto: “L’ultimo posto che siamo invitati a prendere è il posto di Dio, venuto non per essere servito, ma per servire, il posto del ‘Dio capovolto’ mostrato da Gesù”. (Padre Ermes Ronchi)
«Noi amiamo per, preghiamo per, compiamo opere buone per… Ma motivare l’amore non è amare; avere una ragione per donare non è dono puro, avere una motivazione per pregare non è preghiera perfetta.» (Padre Giovanni Vannucci)
Con affetto, Fabio!