L’amore straniero. Quando l’amore gay non ha cittadinanza
Articolo di Daniel Shoer Roth pubblicato sul sito About (USA), liberamente tradotto da Dino
“Abbiamo deciso di sposarci e di condividere la nostra storia perchè la legge non sta trattando nè me nè la mia famiglia con uguaglianza. Non possiamo aspettare seduti che le cose cambino da sole”, afferma Yohandel Ruiz. Migliaia di coppie omosessuali negli Stati Uniti vengono discriminate dal governo federale a causa del loro orientamento sessuale. La diseguaglianza di diritti risulta evidente in molteplici aspetti della vita, ad esempio nelle leggi di immigrazione che proibiscono a un cittadino statunitense omosessuale di richiedere un visto per il suo coniuge straniero, che gli permetterebbe una regolarizzazione dello status sociale per ottenere la residenza. Yohandel Ruiz e Daniel Zavala, due uomini omosessuali latini, sono una delle coppie che pagano le conseguenze della diseguaglianza di diritti.Si sono conosciuti e innamorati a Miami, ed hanno subito cercato il modo di rimanere insieme sul suolo nordamenricano. Yohande, che è statunitense, lamenta la discrepanza che esiste tra l’ideale di libertà che ha spinto i suoi genitori ad abbandonare Cuba, e la discriminazione che lo fa sentire un cittadino di seconda classe. Daniel e Yohandel si sono giurati amore eterno, si sono sposati legalmente a Washington, e sono pronti a camminare insieme sia nei momenti felici che in quelli difficili, come qualsiasi coppia eterosessuale. Ma sul loro cammino hanno trovato un enorme macigno, la Legge di Difesa del Matrimonio (DOMA), che impedisce allo stato di riconoscere la loro unione legale. “Questa è libertà e giustizia?”, chiedono sconcertati.
La loro è una storia sull’amore a prima vista, sulla giustizia,, sull’immigrazione e sulla lotta per tenere alti i lori ideali e i loro valori. Per questo hanno deciso di condividere la loro testimonianza.
Come vi siete conosciuti? E’ vero che è stato amore a prima vista?
Daniel ed io ci siamo conosciuti nell’estate del 2011, lui era venuto a visitare Miami e proveniva da Monterrey, nel Messico. Io sono cittadino nordamericano, nato a Cuba, sono arrivato in questo paese all’età di sei anni. Il nostro magico romanzo è iniziato nel momento in cui Daniel è entrato in un bar di Miami Beach. I miei occhi si sono incontrati con i suoi e non potevamo smettere di guardarci fissamente. E’ stato amore a prima vista.
Uscimmo a cena in un ristorante italiano. La serata fu perfetta, parlammo delle nostre famiglie, di valori e di progetti per il futuro. Non avremmo mai immaginato che un anno più tardi saremmo stati sposati ed avremmo lottato per il nostro diritto a restare insieme. Daniel doveva ritornare in Messico, cosicchè abbiamo iniziato una relazione romantica a lunga distanza, visto che non avevamo mai smesso di tenerci in contatto. Dopo un paio di settimane, decidemmo di fare una crociera nei Caraibi e approfondire la nostra conoscenza. Ogni giorno, ora e minuto che passava, cresceva il desiderio di stare insieme e stabilizzare seriamente la nostra relazione. Il tempo di attesa per rivederci sembrava un’eternità. A partire da questo viaggio, decidemmo di valutare tutte le possibilità per poter vivere insieme.
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Che tipo di ostacoli avete affrontato, vivendo in due diversi paesi?
Siccome Daniel è cittadino messicano ed avrebbe bisogno di un visto che gli consenta di venire negli Stati Uniti e lavorare, ci siamo resi conto che non era per niente facile. Daniel venne a Miami e celebrammo il Giorno del Ringraziamento insieme alla mia famiglia. Ricordo che quella notte ringraziai Dio per aver incontrato l’amore della mia vita e la mia anima gemella. Daniel si trattenne più di un mese. Ingenuamente credevamo che avremmo potuto trovare una ditta disposta ad assumerlo e a richiedere un visto per lavoro.
Nonostante Daniel possegga un titolo universitario ed esperienza lavorativa, parli tre lingue ed avesse alcune offerte di lavoro a Miami, non appena diceva di essere straniero, le trattative si arrestavano. Era molto frustrante pensare che il nostro futuro come coppia dipendesse da un visto di lavoro. Per qualsiasi altra coppia eterosessuale questo fatto non rappresenterebbe un problema dato che esistono visti specifici per fidanzati o promessi sposi di cittadini statunitensi. Gli eterosessuali possono inoltrare una richiesta di residenza per il coniuge. Tuttavia la legge DOMA abolisce questo vantaggio, tra oltre 1.400 diritti, ai cittadini omosessuali. Una mattina Daniel sorprende Yohandel con un anello di fidanzamento.
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Quando decideste di sposarvi? Com’è stato il matrimonio?
La mattina di un primo di gennaio, Daniel mi sorprese con un anello di fidanzamento e la promessa di condividere insieme le nostre vite. E’ stato un momento molto emozionante sebbene man mano che il nostro impegno si faceva sempre più forte, l’incertezza di sapere come rimanere legalmente uniti come coppia aumentasse di pari passo. Iniziammo a preparare il nostro matrimonio e chiedemmo aiuto alle nostre famiglie. Anche se all’inizio furono sorpresi da questa idea, poco dopo compresero l’importanza della nostra unione e cosa significa per noi essere sposati.
Vivendo in Florida, uno stato la cui costituzione proibisce il matrimonio tra persone dello stesso sesso, per sposarci siamo dovuti andare in un altro stato. Scegliemmo Washington DC, visto che è lì che si promulgano le leggi e risiede il governo federale del nostro paese e quindi anche il potere di cambiare le leggi. Ci siamo sposati il primo maggio 2011, abbiamo avuto una bella cerimonia civile davanti al Campidoglio; il clima quel giorno fu perfetto e benchè molti amici e familiari non avessero potuto accompagnarci a causa dello scarso preavviso, fummo soddisfatti del viaggio e confidammo nella benedizione e nell’approvazione delle nostre famiglie.
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Volete descrivere gli sforzi che avete fatto per far sì che il governo riconosca il vostro legame matrimoniale?
Poco tempo dopo esserci sposati, cominciammo a renderci conto delle conseguenze della legge DOMA. Il nonno di Daniel morì e se lui fosse uscito dagli Stati Uniti per accompagnare la sua famiglia, non sarebbe potuto rientrare a Miami perché il suo visto turistico era scaduto. In seguito, alla sua mamma fu diagnosticato un tumore del seno e Daniel dovette affrontare il dilemma di scegliere tra la sua famiglia e il suo compagno. La legge DOMA impone che il governo federale non riconosca il nostro matrimonio e pertanto la mia richiesta di un visto per Daniel venne respinta dal Servizio di Immigrazione e Cittadinanza. Questa legge non solo coinvolge l’area di immigrazione, ma anche quella tributaria, l’assistenza medica, la sicurezza sociale, i procedimenti di successione ereditaria e molti altri diritti.
Decidemmo di sposarci e di condividere la nostra storia perché la legge non sta trattando ne me, ne la mia famiglia con uguaglianza e non possiamo aspettare seduti che le cose cambino da sole. Come cittadino degli Stati Uniti non devo essere costretto ad uscire dal mio paese affinché un altro governo convalidi il nostro matrimonio. Grazie all’organizzazione The DOMA Project e alla sua campagna per far cessare le deportazioni, le separazioni e l’esilio di coppie della comunità LGBT, ci siamo uniti alle migliaia di coppie nella nostra situazione per esigere di essere trattati con uguaglianza dal governo federale. Chiediamo che il nostro amore sia rispettato e onorato, così come fanno i nostri amici, familiari e noi stessi.
Testo originale: Cuando el amor se jura con palabra de hombre