“L’Amour interdit”. Il sesso e l’amore in Nord Africa, tra segreti e divieti
Articolo di Pauline Ducousso pubblicato sul sito della rivista Le Point (Francia) il 15 luglio 2019, liberamente tradotto da Valentina Picano
A Tunisi, Lyes e la sua amica Sélima sono state due mesi in prigione per un semplice bacio in macchina. Di madre nubile, Lila è stata rinnegata dalla famiglia dopo esser stata violentata. Mounir è stata accusata di «sodomia» e imprigionata per 4 mesi. C’è anche Hamdi, la ginecologa che ripara l’imene delle ragazze per farle ridiventare vergini prima del matrimonio.
Dopo il documentario “Sexe et amour au Maghreb“, diffuso a gennaio, la giornalista Michelle Gagnet mette su carta la lotta quotidiana di chi vuole amarsi in Tunisia, in Algeria e in Marocco nel libro “Amour interdit, sexe et tabou au Maghreb“, pubblicato (in Francia) da l’Archipel, con prefazione di Leïla Slimani.
La giornalista ha raccolto le testimonianze oscure e toccanti di donne e uomini, eterosessuali o omosessuali, e di medici. In queste società tradizionaliste e patriarcali, isolate dalla religione, le libertà individuali e sessuali sono limitate e sanzionate: ci sono pene per i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, gli aborti vietati, l’omosessualità repressa, c’è repressione sociale e a volte stupri. Ma dietro questi divieti sbocciano le aspirazioni di una gioventù che sogna il Nord Africa del domani, dove a imporsi è il diritto a una sessualità libera e consentita.
Le Point: Perché interessarsi al tema del sesso e dell’amore in Nord Africa?
Michaëlle Gagnet: La discriminazione sessuale è un tema che ho a cuore e che conosco bene. Ho realizzato diversi documentari-reportage, in particolare in Marocco, sulla riforma del Codice della famiglia nel 2004 e sul diritto delle donne. Studiare le libertà sessuali è un tema molto interessante, per fare un inventario dei luoghi di libertà individuale di uno Stato. Avendo vissuto in Tunisia dal 2015 al 2018, ho potuto osservare la difficoltà del potersi amare in modo reciproco, proprio come in Marocco e in Algeria. Le camere, in hotel, sono vietate alle coppie non sposate e il concubinaggio, in Tunisia, è punibile con sei mesi di prigione. Gli innamorati si vedono, di conseguenza, nei parchi, nei parcheggi o in macchina per sfuggire al controllo della polizia e all’intrusione dei vicini. Questo è il problema del «posto»: ovvero trovare un luogo dove flirtare. Bisognerebbe parlare di questi segreti e divieti.
Cosa ha imparato da queste storie personali?
La maggior parte dei testimoni hanno raccontato gli abusi e le aggressioni sessuali di cui sono stati vittime. È di ordinaria amministrazione. Ma, in Nord Africa, le persone hanno voglia di parlare, di raccontare le loro storie, le oppressioni che subiscono e i loro desideri, a volte, nascondono una seconda vita che nessuno sospetta. Potersi esprimere li libera. Queste testimonianze sono state per loro uno sfogo. Ci scivolano sopra con umorismo e a volte con una distanza sconcertante. Con dignitá e luciditá fanno i conti con questa situazione da prigionieri delle convenzioni sociali familiari. Per loro era, al contrario, molto doloroso rileggere le loro testimonianze.
Dire che la sessualità sia un problema in Nord Africa non è una novità. Cosa ha scoperto di inedito?
La durata delle leggi e delle repressioni! Gli occidentali non conoscono bene la realtà dei divieti e della pressione sociale che subiscono i magrebini quotidianamente. E il libro è ancora al di sotto di questa realtà. Sapevo che il corpo femminile appartenesse ancora e sempre alla società, ma sono stata contemporaneamente sconvolta, disgustata e basita per la portata delle sofferenze e per le storie e i racconti terribili. Di cui le testimonianze dei ventiquattro neonati abbandonati ogni giorno nelle strade in Marocco, degli orfanotrofi saturi di bambini, delle famiglie che ripudiano le figlie violentate e restate incinte, prima adorate, dell’orrore di essere omosessuale, che soprattutto subiscono gli esami anali. Le aggressioni, le violenze nelle strade, gli stupri, i suicidi sono piaghe quotidiane. E la pressione della famiglia è incredibile. Le mentalità sono ancora fortemente pervase dal conservatorismo religioso: «haram» (vietato, peccato) et «halal» (autorizzato) sono utilizzati costantemente dai magrebini.
Evoca anche una pratica ginecologica comune, la riparazione dell’imene…
La verginità è sempre una necessità in Nord Africa. La maggioranza delle ragazze hanno rapporti sessuali prima del matrimonio. Il giorno prima del matrimonio, si sottopongono, spesso clandestinamente, a imenoplastica, un’operazione dolorosa molto ricorrente che costa 270 euro. La riparazione dell’imene è di un’ipocrisia e assurdità totale. Dà l’illusione al marito e alla famiglia, che vogliono vedere il sangue dello sverginamento, di una nuova verginità. E i discorsi degli uomini, anche i più giovani e diplomati, sono ancora brutali e intransigenti. Rifiutano di sposarsi con una donna di «seconda mano».
Che differenze ci sono tra Tunisia, Marocco, Algeria?
La Tunisia è il paese più aperto del Nord Africa e i progressi sono in moto. L’aborto è legale dal 1973, i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio non sono né vietati, né repressi e chiunque, uomo o donna, ha il diritto di sposare una persona non musulmana. Recentemente è stata istituita una nuova legge sulle violenze contro le donne; e una legge sull’eguaglianza nell’eredità è stata proposta davanti al Parlamento.
In Marocco, la situazione è più allarmante. Il peso della religione è molto forte e le leggi sono molto più liberticide. I rapporti al di fuori del matrimonio sono puniti con un anno di prigione, le donne nubili rischiano un anno di prigione e l’aborto è totalmente vietato.
In Algeria, la legge è ancora più repressiva. Il Codice della famiglia, chiamato «codice dell’infamia», è ispirato alla sharia e dà all’uomo il diritto di essere tutore di sua moglie. Gli omosessuali, considerati come dei criminali, sono punibili con tre anni di prigione.
Descrive una gioventù che ha sete di libertà. È ottimista in merito all’espansione della libertà sessuale in Nord Africa?
Se la rivoluzione sessuale non è stata ancora avviata in Nord Africa, un vento di libertà soffia sulla gioventù. Anela all’amore e alla libertà. L’80% delle coppie ha rapporti sessuali «segreti» prima del matrimonio. Anche la società civile reagisce alle aberrazioni e le manifestazioni sono ricorrenti. Progetti di legge che offrono un maggior numero di libertà sono sul punto di essere approvati.
In Algeria, le donne, a volte senza velo, manifestano e rivendicano la libertà sessuale e la padronanza sul proprio corpo. Anche se le persone più aperte appartengono a una minoranza privilegiata ristretta, ho molta speranza. Ma i magrebini sono molto meno ottimisti, i progressi in materia di libertà individuali sono ancora controbilanciati da sussulti conservatori.
Lei è femminista?
Assolutamente! Credo che siamo tutti femministi. Perché essere femminista significa essere dalla parte dei diritti dell’uomo. È insopportabile vedere le persone soffrire per la mancanza di libertà. Scrivere storie di donne e uomini oppressi, per i quali io non stata altro che un semplice collegamento, è una lotta per la libertà, la loro come la nostra.
L’Amour interdit : sexe et tabous au Maghreb, scritto da Michaëlle Gagnet, editrice l’Archipel, 200 pagine.
Testo originale: L’amour au Maghreb: «Il fallait parler de ces secrets et de ces interdits»
ALTRE STORIE E INFO SU> gaychristianafrica.org