Lara, una nuova voce per i diritti della comunità LGBT di Taiwan
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Articolo di Albertus van Aswegen pubblicato sul sito Gay Star News (Gran Bretagna) il 4 ottobre 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La cantante taiwanese Lara Liang Veronin, conosciuta da molti fan semplicemente come Lara, utilizza voce e notorietà per sostenere i diritti LGBTI a Taiwan. In un’intervista ad A Day Magazine ha affermato: “Penso proprio che il genere sia un’etichetta vetusta. Abbiamo rotto con le definizioni passate di ‘uomo’ e ‘donna’ sotto molti aspetti, come il lavoro o l’abbigliamento. Perché non dovremmo farlo nel campo dei sentimenti, del matrimonio, della famiglia?”.
Taiwan è uno dei Paesi più progressisti dell’Asia per quanto riguarda i diritti LGBTI, tuttavia c’è ancora chi pensa che l’identità LGBTI metta in pericolo la struttura della famiglia “normale”. A costoro Lara replica: “Penso che la cosa più importante sia che in una casa vi sia amore. Solo perché la tua famiglia non rispetta la tradizionale struttura nucleare (padre maschio, madre femmina e figli biologici) non vuol dire che non possa essere piena d’amore. La famiglia è un luogo dove sei amata e sostenuta, dove puoi imparare. È così semplice”.
L’anno scorso Lara ha pubblicato il video musicale Dida (che potete vedere qui), dove interpreta una relazione romantica con una donna: “È stata un’idea di mia sorella Esther” racconta a Gay Star News “Se devo essere sincera, ci ho pensato due volte prima di farlo. Per quanto ne so sono piuttosto ‘etero’, quindi temevo di non essere in grado di interpretare in maniera convincente la metà di una coppia lesbica. Ho sempre avuto questo timore, dato che sono etero non voglio dare l’impressione di sfruttare il movimento omosessuale rappresentandolo in maniera imprecisa o, ancora peggio, facendo finta di simpatizzare con ciò che significa essere omosessuali nella nostra epoca.
Ma più ci pensavo più capivo che era una grande opportunità, dato che purtroppo molte celebrità e artisti omosessuali hanno ancora paura che uscire allo scoperto possa danneggiare gravemente la loro carriera e, quando si tratta di guadagnarsi da vivere, è comprensibile tutta la loro riluttanza. Tocca a noi etero far capire alla società e ai nostri fan cosa vuol dire essere omosessuale e cosa possiamo fare per ridurre le disuguaglianze.
“Penso che la società abbia fatto dei progressi, infatti le relazioni omosessuali sono molto più accettate di prima, ma c’è ancora da fare. Molta gente può dire ‘sono amico di una coppia gay’ ma è qualcosa che viene visto come una fase di sperimentazione, in cui una donna per esempio può dire ‘ho provato a frequentare delle donne’ ma poi ‘torna agli uomini’ appena si mette a pensare al matrimonio e alla maternità. Questo è il problema che Dida vuole affrontare. Se avere una famiglia omosessuale diventerà veramente e ampiamente accettato dalla società, non sarà più necessario lasciare un/a partner che amiamo veramente perché vogliamo una famiglia e dei figli”.
La canzone e il video sono stati usati come colonna sonora del Women Make Waves Film Festival, per il quale Lara ed Esther fungono da ambasciatrici. La cantante è di recente comparsa alla marcia Run for Love di Taipei, dove ha dato il segnale d’avvio alla corsa. In un’intervista all’emittente GSN ha dichiarato: “Le marce arcobaleno sono molto più magiche, ti danno una motivazione per alzarti, i vestiti, gli accessori e le decorazioni sono molto più colorati. Ho partecipato per la prima volta l’anno scorso: ho deciso di andare in giro a intervistare la gente e sono rimasta piacevolmente sorpresa che tanti e tante di loro fossero etero. Mi ha colpita soprattutto una madre che mi ha detto di avere portato lì i suoi figli per educarli all’uguaglianza e ai diritti, senza specificare se fossero omosessuali, ma non credo fosse quello il punto. È davvero fantastico poter andare a questo evento meraviglioso, che fa bene alla salute fisica e mentale, e tornare a casa ancora più consapevoli e connessi con la gente che vive a fianco a te”.
Testo originale: Is Lara a new voice for Taiwanese LGBTI community?