L’arcivescovo di Melbourne ha detto Si! Le coppie di studenti gay potranno partecipare al ballo di fine anno nelle scuole cattoliche
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 23 gennaio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
L’arcivescovo di Melbourne, Australia, ha preso una decisione che è una delle più sane e realistica che ho sentito da un esponente della Chiesa riguardo alle problematiche LGBT da lungo tempo: ha permesso agli studenti dei licei cattolici dell’arcidiocesi di chiedere un appuntamento ad una persona del proprio sesso per andare al ballo scolastico.
The Age riporta: “L’arcivescovo di Melbourne Denis Hart ha esortato le scuole ad essere sensibili e rispettose nei confronti degli studenti che vogliano invitare un partner dello stesso sesso alla più grande serata dell’anno. ‘Queste sono situazioni alquanto emotive ed è molto importante che abbiamo sempre rispetto per la dignità della persona coinvolta’, ha affermato.”
La decisione è arrivata dopo che l’Accademia di Maria Immacolata a Fitzroy ha inizialmente negato ad una studentessa di portare un’altra ragazza ad un ballo formale della scuola. La studentessa ha risposto con una petizione su Change.org che ha raccolto 1250 firme. La scuola ha quindi rivisto la sua decisione e l’arcivescovo ha lodato la “sensibilità” della scuola affermando: “Gli studenti di una scuola secondaria stanno crescendo e sono in una tappa dello sviluppo dove le relazioni assomigliano di più a forti amicizie e di solito non sono permanenti, non sono in una situazione in cui si possono compromettere. La Chiesa Cattolica rispetta ogni relazione ma sottolinea fermamente l’insegnamento che una relazione, ai suoi occhi, è eterosessuale, tra un uomo e una donna, ed questo è qualcosa su cui dovremmo soffermarci sempre.”
La questione degli studenti che portano ai balli scolastici partner dello stesso sesso è stata a lungo un problema nel nostro sistema scolastico cattolico statunitense. Nel 2013 il preside del collegio gesuita McQuaid di New York, una scuola maschile, ha permesso ad uno studente di portare un altro ragazzo al ballo studentesco. Il preside ha citato papa Francesco come autorità su questo argomento. Ma l’anno scorso il liceo Christian Brothers di Memphis ha sospeso uno studente che ha cercato di portare un partner dello stesso sesso al ballo di fine anno.
Ciò che trovo originale della decisione dell’arcivescovo Hart è che i balli non implicano un’attività sessuale. Quando le scuole hanno negato a queste coppie la loro funzione sociale, hanno citato la disapprovazione della Chiesa per le attività sessuali tra partner dello stesso sesso. Ma, secondo questa logica, i funzionari scolastici sottintenderebbero anche di credere che portare qualcuno a un ballo sia una prova o un anticipo di attività sessuale. Che dire dei molti, moltissimi studenti che chiedono ad un cugino o ad un fratello di accompagnarli ad un ballo scolastico o, più in genere, ad un ballo? Chiaramente la Chiesa non approva l’incesto, ma a questi studenti si permette di portare un parente. Allora perché si permette a persone che hanno legami famigliari di andarci insieme, ma non a compagni dello stesso sesso?
La decisione di non permettere partner dello stesso sesso è pura omofobia. C’è una doppia misura che stabilisce che avallare partner dello stesso sesso implica che ci sarà dell’attività sessuale, ma la presenza di coppie eterosessuali non implica lo stessa cosa.
L’arcivescovo, tristemente, non approva le relazioni tra persone dello stesso sesso, ma ciò che è positivo nella sua decisione è che riconosce che non tutte le coppie dello stesso sesso fanno attività sessuale. Tratta cioè le coppie dello stesso sesso come quelle di sesso diverso. Riconosce che ciò che è importante è la scelta degli studenti riguardo a come festeggiare i loro successi scolastici con i compagni di classe. Questo genere di comportamento è un segno di rispetto per la dignità e l’uguaglianza degli studenti.
Tim Christodoulou, leader di “Minus 18”, un gruppo giovanile LGBT australiano, ha elogiato la decisione di Hart: “È offensivo non poter portare il partner che si vuole per celebrare questa pietra miliare. Il risultato è che qualche volta i giovani si allontanano dall’educazione impartitagli. Vedere questo passo in avanti da un arcivescovo cattolico è veramente promettente, ma rimane molto da fare.” Christodoulou ha spiegato che il “molto da fare” si riferisce al “permettere agli studenti transessuali di indossare i vestiti che preferiscono”.
Speriamo e preghiamo che la decisione dell’arcivescovo Hart ispiri altri vescovi e leader ecclesiastici a imboccare questa linea d’azione.
Testo originale: Australian Archbishop Allows Students to Take Same-Gender Dates to Dances