Largo ai giovani
Riflessioni di Maxime Michelet* pubblicate sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 9 gennaio 2020, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
“Mi avete rubato i sogni e la giovinezza con le vostre parole vuote.” Il 23 settembre 2019 l’icona ecologista Greta Thunberg denunciava in questi termini l’inazione delle generazioni passate per quanto riguarda il clima. Lo scorso novembre, la deputata neozelandese Chloé Swarbrick (25 anni) ha risposto all’interruzione di un collega con uno slogan molto diffuso sulle reti sociali: “OK, boomer!”; risposta ironica al disprezzo che i baby boomers a volte esprimono verso le nuove generazioni.
Innumerevoli tensioni attraversano la nostra società: opinioni diverse, origini diverse, ambienti sociali, territori diversi etc., e le fratture generazionali forse non sono tra le più lievi. A sentire il ritornello “Era meglio una volta”, sempre più diffuso, e a osservare la collera scatenata in risposta, il fossato tra le generazioni non va sottovalutato. Le generazioni più stagionate devono smettere di guardare con condiscendenza la rottura del guscio da parte della gioventù, perché queste generazioni si sono incagliate.
Ogni generazione si incaglia: è il suo destino. Ogni generazione riesce a fare certe cose, ma si arena su altre, e le giovani generazioni avrebbero torto a non riconoscere di avere avuto la possibilità di vivere in un mondo pieno delle realizzazioni dei loro genitori, e che senza una certa stabilità alle spalle non potrebbero andare precocemente in battaglia per correggerne gli errori. Noi dobbiamo correggere gli errori dei nostri genitori, e i nostri figli correggeranno i nostri: a ogni generazione spetta compiere il proprio dovere con umiltà.
La gioventù non deve trasformare il suo desiderio di progresso in una crisi adolescenziale mondiale, perché non si può prescindere dalla solidarietà tra le generazioni. Ma anche le generazioni precedenti devono fare la loro parte: i giovani non vogliono essere considerati rampolli fragili e ingenui: vogliono prendersi tutto lo spazio che spetta loro nel genio di quella società nella quale vogliono vivere liberi e prosperi, perché la società che oggi si sta costruendo sarà la loro. E a tutte le generazioni il compito di convincersi che, se sapranno incontrarsi fraternamente, il domani sarà migliore.
* Maxime Michelet è studente e ha conseguito un master in storia contemporanea alla Sorbona. Proveniente da una famiglia di tradizione atea, in età adulta ha scoperto il protestantesimo liberale attraverso il tempio dell’Oratoire du Louvre di Parigi.