L’Avvento per le persone transgender, tra angoscia e attesa
Riflessioni di Shana Carroll* pubblicate sul sito Medium (Stati Uniti) il 12 dicembre 2018, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Nella tradizione cristiana il periodo di Avvento è un tempo di attesa e di aspettativa, un tempo in cui si attende un mondo migliore in cui tutto ciò che è sbagliato verrà corretto, una nuova era di pace e giustizia.
In questo Avvento, in particolare, come donna trans sto esplorando gli abissi della mia fede e sperimentando il profondo senso di angoscia che nasce dalle aspettative.
Negli ultimi due anni, come statunitense, sono stata testimone di atrocità quasi quotidiane. Quest’anno voglio ricordare le mie 369 sorelle e fratelli trans massacrate in giro per il mondo; qui in America sono state uccise 25 donne trans, 28 l’anno scorso; in totale, 53 vite spezzate dall’odio e dall’ingiustizia. Odio e ingiustizia che riflettono le persecuzioni religiose che circondano la nascita di Gesù. L’odio che si respira oggi lo dobbiamo proprio a quelle persone che affermano di seguire Gesù.
Sotto molti punti di vista il mondo è diventato un’immagine di quello che era il villaggio di Betlemme secoli fa. (Ora sappiamo che Gesù probabilmente nacque in primavera, ma è questa la stagione in cui il ciclo liturgico della Chiesa chiama i cristiani a ricordare la sua nascita.) Betlemme era nota come la Città di Davide e si credeva fosse un luogo che ricordava come Dio avesse operato per il suo popolo, il luogo di origine di un regnante giusto.
Al tempo della nascita di Gesù, tuttavia, molta gente era stata costretta a migrare per il censimento ordinato dagli occupanti romani. La stessa famiglia di Gesù fu obbligata a viaggiare per centinaia e centinaia di chilometri per cercare un rifugio dove far nascere il bambino. Già questo è paragonabile alle orrende azioni di un Presidente “cristiano” contro le persone di pelle scura che si spostano per il globo alla ricerca di un futuro migliore, più sicuro. Ma anche i leader religiosi non hanno buone intenzioni: sappiamo da fonti storiche che il re Erode ordinò un massacro di bambini per paura che Gesù potesse minacciare il suo potere, e oggi viviamo in un Paese in cui i leader religiosi parlano apertamente di omicidio e ammazzano le persone trans per via della minaccia che rappresentano per la loro visione del mondo e le loro strutture di potere.
Per il mondo conservatore, le persone trans sono il caos. Noi mettiamo in discussione norme di genere piene di magagne e strutture patriarcali oppressive, sfidiamo la teologia, la famiglia e non solo. Siamo persone emarginate, tutti ci puntano il fucile addosso: ordinanze presidenziali, leggi e sermoni domenicali mirano a cancellarci. Siamo un popolo con un pesante fardello, vittima della religione e della società in cui viviamo.
E anche Gesù era così: nato da un’adolescente non sposata e immigrata, Gesù era considerato un bastardo e proclamava un messaggio che mirava a rovesciare i sistemi oppressivi del suo mondo. Mise in crisi l’esclusione delle donne, intrecciò una profonda amicizia con Maria Maddalena, Maria e Marta e con quelle donne che finanziavano e sostenevano la sua missione. Gesù condannava il sistema che considerava gli uomini e le donne nati ciechi o con qualche malattia come esseri meno che umani: nel suo gruppo erano considerati membri a pieno titolo.
Gesù condannava i politici che agivano come vipere e nascondevano il loro odio dietro la “Parola di Dio”. Gesù schifava il sistema, infatti non si sposò mai, ignorando così l’ordine veterotestamentario di sposarsi e procreare. Gesù era una contraddizione vivente alla maniera in cui agiva il mondo, un richiamo molto chiaro e tangibile al fatto che nessuna nazione, nessuna razza, nessun genere può possedere Dio. Come se non bastasse, accoglieva come seguaci persone trans, non binarie e omosessuali.
Tra chi, in quell’epoca, ha lodato di più Gesù, troviamo un gay romano e un gruppo di eunuchi transgender che vivevano nelle città di Israele. Gesù rappresenta l’epoca in cui le vittime saranno accolte e gli oppressori saranno rovesciati.
Nell’arco di trent’anni dalla morte di Gesù sulla Croce, alla religione cristiana si convertirono Africani, Asiatici, Greci e Romani. Nelle comunità cristiane si trovavano leader donne, rifugi per senzatetto e alcune tra i primi ospizi del mondo. Tutte le persone considerate inferiori dall’élite giudaica del tempo erano accolte.
Mentre vivo i giorni di Avvento, sono chiamata a ricordare il tempo della speranza che viene. Questo Presidente e il suo governo passeranno, e il male commesso in nome di Dio verrà punito. Nel periodo di Natale siamo in lutto per un massacro di bambini, e ora dobbiamo esserlo anche per il massacro delle persone trans. Come quei preziosi bambini, noi non chiediamo altro che vivere la nostra vita e crescere nella bellezza, la nostra bellezza. Nel cuore e nell’anima sono sconsolata, e in questo inverno attendo il tempo del rinnovamento.
Più di tutto provo il dolore dell’ingiustizia che non viene fermata. Piango di angoscia per le mie sorelle e i miei fratelli che vengono rifiutate, che perdono il lavoro e la famiglia. Provo rabbia perché dobbiamo pensare a proteggerci con le armi, perché un estraneo può sempre seguirci per strada. Attendo che il mondo cambi con la passione della determinazione.
Alla stregua di Gesù, mi rifiuto di vedere questo mondo così com’è, piuttosto voglio dare voce a come dovrebbe essere. Alla stregua di Giovanni, voglio rovesciare i leader, che non sono nulla di meglio che malvagi, e voglio spezzare ogni catena che chiude le nostre gabbie. In questo Avvento attendo, piango, vado avanti passo dopo passo.
Un giorno nascerà un bimbo. Un giorno vedremo un’alba che sarà il segnale di un nuovo giorno. Già adesso riesco a scorgere l’alba. Conosco chiese e ho incontrato cristiani e cristiane che stanno cambiando le loro opinioni e ora stanno dalla mia parte. Il nostro è ancora un tempo di attesa, ma la luce sta arrivando. Lo prometto.
* Sono Shana Carroll e sul sito Medium racconto il mio cammino di donna trans tra teologia e vita nel Sud degli Stati Uniti.
Testo originale: A Transgender Advent