Le buone prassi delle persone LGBT “discepole dell’Anticristo”
Riflessioni di Massimo Battaglio
Ieri, mentre apprendevo la notizia dell’ennesima invettiva di padre Ratzinger contro le persone lgbt, ricevevo informazioni su alcune “buone prassi” messe in atto da gruppi di attivisti gay, lesbiche e trans per combattere il coronavirus con la solidarietà. Penso che ricordarle potrebbe essere la risposta migliore da dare a chi ci definisce untori della pandemia e “discepoli dell’Anticristo”.
Le “Mujeres famosas de Torluca” si trasformano in cuoche popolari.
La più curiosa è senz’altro l’iniziativa delle donne trans di Toluca, in Messico. A Colonia Santa Maria delle Rose, una favela abitata da lavoratrici del sesso trans, c’è un cartello scritto a mano davanti a un cancelletto. Dice: “nessuno rimanga affamato”. Invita chi è senza cibo, a entrare per condividere un pasto con le “Mujeres famosas de Torluca“, simpatico nome di un’associazione di mutuo aiuto trans.
Le “Mujeres”, constatato che molte loro amiche erano in serissima difficoltà economica, hanno attrezzato una capanna e un cortile per realizzare una mensa popolare. Alcune di loro preparano cibo e lo servono a chi arriva. Altre ne portano a chi non c’è: ai ragazzi costretti a rovistare nelle discariche.
“Off Delivery”: la cena a casa del Torino Pride.
Molte buone prassi di carattere alimentare vedono impegnate anche le comunità lgbt. Una a noi vicina si chiama “Off Delivery”. E’ organizzata dall’associazione “Off Topic” insieme al Coordinamento Torino Pride. Off Topic è un centro culturale e ricreativo con sede in un quartiere popolare della città. Constatato che non era più possibile tenere aperto il proprio circolo, i gestori si sono chiesti cosa si poteva fare per proiettarne le azioni all’esterno. Collaborando col Coordinamento, hanno inventato un’iniziativa di consegna di pasti a domicilio.
I volontari di Off Topic preparano il mangiare; il Coordinamento reperisce i fondi e segnala i casi da seguire. I destinatari sono persone che difficilmente sarebbero intercettate in altro modo dai servizi sociali.
Il “pane quotidiano” di Samaria.
Un’altra iniziativa simile è quella organizzata dal “Fondo Samaria“, organizzazione lgbt cristiana. Il loro progetto si chiama “Il pane quotidiano”. E’ una raccolta fondi per interventi di pronto intervento per le emergenze. Si aiuta chi è in difficoltà a fare la spesa per qualche giorno, ricaricare il cellulare per comunicare con affetti lontani, pagare le bollette, comprare antidolorifici.
I pride di tutto il mondo diventano occasioni di solidarietà.
In tutto il mondo, i pride di quest’anno sono stati cancellati ma non c’è città in cui i soldi già raccolti per organizzarli non siano stati devoluti in progetti di solidarietà. Talvolta sono solidarietà “interne”, dirette alle comunità lgbt stesse. Altre volte sono buone prassi dirette a tutti. Uno per tutti, il pride mondiale di Israele, in programma a giugno, le cui somme già raccolte sono state devolute al personale medico impegnato nella lotta al coronavirus.
L’accoglienza gira a pieno regime.
Le buone prassi di accoglienza, cioè quelle finalizzate a dare un tetto a persone lgbt in emergenza abitativa, proseguono e si moltiplicano. Il ToHousing di Torino, dell’associazione Quore, funziona a pieno regime – purtroppo – e si potenzia a livello internazionale. A Napoli, la “Casa Rifugio lgbt” è al massimo delle sue attività.
Gli amici di “Quarantine Movie” lottano contro la solitudine.
Un’iniziativa che ho trovato simpaticissima, una buona prassi orientata al quotidiano, è quella di “Queerantine Movie Night”. L’intento è di combattere la solitudine in cui tante persone lgbt si trovano a causa della chiusura di centri d’aggregazione. L’azione consiste in un incontro virtuale: una specie di cineforum in rete. Ogni settimana si sceglie qualcosa da guardare e commentare insieme senza muoversi dal proprio divano.
I “discepoli dell’Anticristo” stanno realizzando tutto il campionario delle opere di misericordia.
E Potremmo andare avanti all’infinito ma è meglio di no perché poi ci dicono che sono tutte iniziative esibizioniste, fatte per catturare consenso. E noi glielo lasciamo dire: fare il bene non fa mai male; dire male non fa mai bene. La pianta si riconosce dai frutti. Ed è sicuramente più fruttuoso attivare buone prassi, che prestare la penna agli amici dei peggiori dittatori del mondo per tuonare che gli altri sono i discepoli dell’Anticristo. Meno sedicente teologia, più carità, cristiana o laica che sia.
“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”. (Gm 2,14-18)