Le contraddizioni che si vivono ad essere gay nella Chiesa Cattolica
Testimonianza raccolta da John Ferrannini* e pubblicata sul sito del foglio universitario State Hornet (Stati Uniti) il 13 aprile 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Essere gay e cattolico vuol dire impantanarsi in una rete di contraddizioni. La Chiesa condanna gli “atti omosessuali”, eppure pare che il 58% dei sacerdoti sia gay, secondo uno studio del 2000. La mia religione ha come base l’amore, incarnato nella persona di Gesù, eppure il mio amore continua ad essere descritto dalla Chiesa come “oggettivamente disordinato”. Così, quando a quasi vent’anni capii di essere gay, passai molto tempo a chiedere perché proprio io, perché per me fosse stata scelta questa croce. Mi chiedevo quale trauma infantile mi avesse reso così. In ogni caso, pensai, se questi sentimenti non se ne vogliono andare, il celibato non è un prezzo troppo alto da pagare per la vita eterna. Già la gente, per prendermi in giro, mi chiamava “Padre John”, quindi forse il sacerdozio era la strada giusta.
Ciò che mi attraeva del cattolicesimo era la certezza di conoscere la verità assoluta. Cristo promise a san Pietro che le porte degli inferi non avrebbero mai prevalso contro la Chiesa, che quando il Papa enuncia dei punti dottrinali siamo tenuti a obbedire come se stesse parlando Dio in persona. Come molti altri, ero soddisfatto dell’insegnamento cattolico sull’omosessualità, ma ciò che mi è rimasto particolarmente impresso è il fatto che molti cattolici devoti buttino nella pattumiera molti insegnamenti (in particolare quelli promossi da papa Francesco) perché sarebbero troppo “di sinistra”. Durante tutto il 2016 ho assistito al diffondersi di umori che sembrano provenire più da Milo Yiannopoulos [giornalista e opinionista britannico di estrema destra, n.d.t.] che dal Principe della Pace. Nel frattempo, ho conosciuto e lavorato con persone LGBT che non sembravano “oggettivamente disordinate”.
Così, stremato dall’ipocrisia dell’ultradestra camuffata da cattolicesimo, essere gay a quel punto non sembrava più così terribile e ruppi gli argini. Feci coming out e smisi di andare a messa (dopo tutto, stavo vivendo nel peccato). Capii che non c’era nessun trauma infantile né danno psicologico e che noi gay non abbiamo nulla di cui scusarci. Era tutto eccitante, ovviamente, e per un certo periodo la mia vita fu una festa ininterrotta, segnata dalla foga di provare cose nuove.
Capii però che le cattive relazioni tra la Chiesa e la comunità LGBT danneggiano entrambe. La Chiesa ha molto da insegnare sulla sessualità umana, come il completo dono di se stessi all’altro. In questo viaggio, privo di una guida morale, feci alcune cose di cui mi pento. Per me la scelta era tra una repressione solitaria e una eccitante ma solitaria promiscuità. Ma mi rifiutai di crederlo e lo capii quando, tornato alla messa della domenica dopo alcuni mesi, sentii Gesù chiedere al Padre dalla croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”.
Durante la sua passione Gesù sperimentò ogni forma di umana disfunzione e peccato. Era così estraniato da suo Padre che chiese perché fosse stato abbandonato, tradito, deriso, picchiato e lasciato morire. Ma, come ci rivela la domenica di Pasqua, Gesù non è stato dimenticato, perché Dio non abbandona mai i suoi figli. Dopo tutto, Gesù è venuto per cercare e stare al fianco delle persone rifiutate e derise dalla società del suo tempo (e dalla nostra).
Il cattolicesimo mi ha insegnato che l’amore richiede sacrificio. Il mio amore per le persone del mio stesso sesso mi metterà alcune volte a disagio come cattolico e magari evitare di andare troppo in là nella scoperta della mia sessualità mi metterà, come omosessuale, in situazioni imbarazzanti. Ma se è l’amore che vi guida, non potete sbagliare. E se vivere significa espandere le possibilità di amore, allora ciò che sembra una contraddizione (gay e cattolico) non lo sarà più.
* John Ferrannini è coredattore capo dello State Hornet, il foglio dell’Università Statale di Sacramento in California, dove studia giornalismo. Ama scrivere di temi politici e scovare persone interessanti.
Testo originale: ‘Coming out’ as a gay Catholic