Le coppie di cristiani omosessuali, un cammino aperto alla salvezza
Recensione di Isabelle Grellier* pubblicata sul trimestrale Revue d’Histoire et de Philosophie religieuses, Rivista della Facoltà di Teologia Protestante dell’Università di Strasburgo (Francia), anno 99, n° 3, 2019, pp. 444-447, liberamente tradotto
“Chrétiens homosexuels en couple, un chemin légitime d’espérance” (Cristiani omosessuali in coppia, un percorso legittimo di speranza) di Michel Michel Anquetil (Edilivre, 2018, 180 pagine). Si tratta di un libro che è nel contempo militante e di qualità scientifica quello che ci propone l’autore (Michel Anquetil), cattolico e titolare di una licenza in teologia, omosessuale che vive in coppia stabile da trent’anni, che anima diverse sessioni e gruppi di discussione e di scambio, in particolare per coppie dello stesso sesso.
Il titolo esprime bene il suo progetto: l’Autore vuole mostrare ai cattolici omosessuali che la vita di coppia può costituire «un percorso moralmente legittimo, esigente, aperto alla gioia e alla speranza della salvezza» (p.6), e questo malgrado le posizioni ufficiali della sua Chiesa.
Sottolineiamo anzitutto la bella introduzione che descrive, con un tono molto appropriato, la crisi esistenziale che costituisce generalmente per le persone la scoperta della loro omosessualità, in particolare per i cattolici – e si potrebbe aggiungere per le persone che provengono da certi ambienti protestanti evangelici – che si trovano a doversi confrontare con le condanne della loro Chiesa. «Facendo eco alla storia di Giacobbe (Gen 32,23-33), si tratta, spiega l’autore, di far comprendere che Dio sa passare oltre le situazioni che causano turbamento, ridire la sua promessa di felicità e, dopo le ferite della lotta notturna, far entrare al mattino nella terra promessa» (p. 6).
La prima parte consiste in una ricerca biblica condotta con finezza. L’autore rilegge i testi che sono abitualmente utilizzati per condannare le pratiche omosessuali, e mostra il loro valore relativo nel dibattito odierno sull’omosessualità. Propone anche una lettura più «benevola» dei racconti della creazione, sottolineando in particolare l’affermazione secondo cui non è bene che l’uomo sia solo.
Egli ritiene che è in ragione della loro «supposta complicità con l’idolatria» (p. 56) che le pratiche omosessuali sono condannate, dato che il criterio biblico per valutare una relazione è il rapporto di alleanza che ciascuno è chiamato ad annodare con Dio; l’incontro tra due persone omosessuali, come la relazione tra due persone eterosessuali, può essere accolto come un «dono di Dio, […] da far maturare in promessa di una vita totalmente donata dell’uno all’altro, nella durata» (p. 57).
Nella seconda parte, l’autore presenta i testi sull’omosessualità pubblicati dal Magistero a partire dal 1975, testi che sono molto opportunamente raccolti in un’appendice. Si sofferma anzitutto sui documenti che datano dai pontificati che hanno preceduto quello di Francesco dei quali analizza il rispettivo posizionamento; egli vi legge spesso un giudizio, sotto il quale sta la convinzione che la Chiesa possiede la verità, senza che sia presa in considerazione la realtà del vissuto delle persone.
Egli contesta pure il loro approccio in termini di concesso/proibito, e la loro focalizzazione «su una morale dell’atto genitale» (p. 74), mentre lui ritiene che l’essenziale si collochi sulla qualità della relazione. Riserva un trattamento a parte ai recenti sinodi sulla famiglia convocati da Francesco, e soprattutto all’esortazione apostolica Amoris laetitia del 2016. Sottolinea il metodo pastorale nuovo che quest’ultima utilizza e preconizza, metodo che poggia sulla convinzione che «Gesù […] in un amore senza limiti si è offerto sulla croce per ogni persona, senza eccezione» (p. 79); si è dunque condotti a partire dalle persone e dal loro vissuto, adattando le norme alle singole situazioni. Pur mantenendo l’idea che le unioni omosessuali non realizzano obiettivamente la concezione cattolica del matrimonio (p. 85), Amoris laetitia stima che tali unioni possono avere un ruolo positivo per le persone che le vivono.
La terza parte si propone, nella prospettiva aperta da Amoris laetitia, di aiutare le persone omosessuali che non possono impegnarsi nella via della continenza, «a discernere come poter avere una vita affettiva e sessuale in condizioni di moralità sufficienti per permettere loro di approfondire sempre più il loro attaccamento a Cristo e di avanzare su un cammino di santità».
Rifiutando una comprensione del concetto di «vita» che sarebbe unicamente centrato sulla procreazione (p. 90), l’autore sottolinea la fecondità dell’amore sessuale che fa vivere. Appoggiandosi sui criteri che fondano nella teologia classica la moralità di un atto, egli stima che la sessualità è umanizzante quando essa è messa a servizio della scoperta dell’alterità del partner; c’è allora «una forte interazione tra l’unione sessuale e l’amore oblativo» (p. 103), e questo dono che le due persone si fanno l’una all’altra fonda la dignità delle coppie omosessuali come quella delle coppie eterosessuali.
Infine l’autore mostra – ed è una delle parti più originali del suo lavoro – che le coppie omosessuali possono avere, per il mondo cristiano, un valore simbolico proprio, grazie al lavoro su di sé necessario a ciascuno dei partner per vivere in accordo con se stesso, grazie al loro coraggio nel superare gli stereotipi sociali, e grazie infine al richiamo che tali coppie costituiscono, nel loro stesso esistere, al fatto che Dio dona la grazia di amare a chi vuole lui, secondo modalità a volte inattese (p. 114).
Si potrebbe mettere in questione l’affermazione, a nostro parere un po’ rapida, secondo cui la Bibbia non condanna le unioni omosessuali «in ragione di una incapacità a generare» (p. 56). Bisognerebbe a questo proposito marcare di più la discontinuità tra l’Antico Testamento, in cui la procreazione ha un valore teologico, poiché l’alleanza passa per la discendenza, e il Nuovo Testamento, che effettivamente relativizza questa dimensione per mettere in primo piano una parentela spirituale, come fa vedere l’autore (p. 57).
Ma questa piccola osservazione non toglie nulla alla qualità dell’opera. Ci resta da sperare che questa arringa sia ascoltata dai responsabili della Chiesa cattolica, o almeno che essa permetta alle persone omosessuali, come l’autore si augura, di scoprire che il loro percorso di vita non li separa dall’amore di Dio.
* Isabelle Grellier, nata il 15 febbraio 1954, è una teologa protestante francese che insegna teologia pratica presso la Facoltà di teologia protestante di Strasburgo (Francia). Nella sua ricerca teologica si occupa principalmente di: Azione diaconale, ovvero le basi teologiche dell’impegno di aiuto verso gli altri ed il posto delle chiese e delle istituzioni confessionali in questo campo; l’attenzione alla povertà e ai poveri, “Dove ci rendiamo conto che, paradossalmente, l’affermazione della giustificazione per grazia costituisce un motore efficace per l’impegno diaconale“; l’Ecclesiologia e le Chiese ovvero l’analisi dei cambiamenti che le Chiese stanno vivendo in una società secolarizzata, in un periodo di ricomposizione nel campo religioso, e le modalità di di funzionamento delle istituzioni ecclesiali nello spazio pubblico urbano “Dove ci chiediamo quali siano i modi di raccontare il Vangelo in un mondo urbano segnato dalla perdita di coscienza dell’appartenenza a una comunità, dalla segregazione tra centri e periferie e dal sentimento di esclusione in aumento in molte persone“; la Ritualità ovvero il significato psicologico, sociale e teologico dei riti “Dove vediamo che la domanda di riti rimane piuttosto elevata, nonostante la secolarizzazione, ma che, nella “società dell’individuo” (Norbert Elias), questa domanda ha significati multipli ma che riti devono essere per soddisfare tutti … e fino a che punto?“; le Forme contemporanee di coniugalità ed il modo in cui sfidano la tradizione cristiana “Dove ci chiediamo: le nuove forme di coniugalità – che le Chiese rifiutano volentieri – non sarebbero un’opportunità per le Chiese per ripensare la loro comprensione della coppia?“.
Testo originale: REVUE DES LIVRES: Chrétiens homosexuels en couple, un chemin légitime d’espérance