Il teologo Luc Crépy: “Quale posto per le coppie omosessuali nella Chiesa cattolica?”
Riflessioni del teologo francese Luc Crépy annotate in un incontro pubblico tenuto il 30 aprile 2011, liberamente tradotte da Marco Casella
Luc Crépy è prete dal 1989, biologo di formazione e direttore del Seminario di Orleans (Francia) oltre ad aver lavorato sulla Teologia morale con Xavier Thévenot a Parigi. Egli ricorda, in primo luogo, che insegnare la morale vuol dire compiere un lavoro di liberazione. Riflettere sulla morale vuol dire lavorare sul reale, perché più si è spirituali, più bisogna aggrapparsi al reale e alla sua complessità.
1) La Chiesa
Innanzitutto, che cosa si intende per Chiesa?
– Magistero? Quale riconoscimento istituzionale (chierici o comunità)?
– Gruppi di battezzati: volti, persone, incontri, incomprensioni, fallimenti, sofferenza, gioia, speranza…
Tutto questo è la Chiesa, affermando che l’essenza è la figura di Cristo, uomo libero in grado di vivere tutte le situazioni umane. Niente della nostra umanità fa paura a Cristo, e quindi niente della nostra umanità dovrebbe fare paura alla Chiesa.
« Sessualità: la meraviglia, l’erranza, l’enigma » (Paul Ricoeur)
Ogni creazione nella Chiesa è azione dello Spirito, frutto dello Spirito (cf Atti degli Apostoli) e anche le istituzioni sono opere dello Spirito. Il magistero fa parte della nostra realtà. È un’istanza di alterità. Il magistero guarda ad alcuni aspetti della realtà. A volte, sentire cose che non si ha voglia di sentire, può aiutarci a cercare, a discernere. Non bisogna ridurre la Chiesa ad un solo aspetto della sua realtà.
Il discorso della Chiesa sulla sessualità è considerato e contestato (cfr. i media). Abbiamo bisogni di riferimenti etici (cfr. Xavier Thévenot)
2) La coppia
Qual è il significato di nozione di coppia nella nostra società? A partire da quando si definisce una coppia? Dal matrimonio? Quando due persone vivono insieme? Dopo una certa durata? Quando ci sono rapporti sessuali? Quando c’è fecondità? Il PACS (in Francia) ha avuto un effetto istituzionale e simbolico molto forte sulla questione della coppia, conoscendo negli ultimi quattro anni uno sviluppo molto importante (eterosessuale e omosessuale).
Nel mondo cristiana, la coppia è definita dal sacramento del matrimonio e la Chiesa non ha sviluppato nessuna riflessione sulla coppia omosessuale. Quando due persone si incontrano, viene invocata la dimensione istituzionale. La società, dal canto suo, instaura un riconoscimento dei diritti e dei doveri.
Ora, oggi la sessualità è percepita come una questione privata, ma le scienze umane ci dicono che la sessualità è una componente sociale. Nella coppia omosessuale o eterosessuale è sempre presente una dimensione sociale.
3) Discriminazione
L’omosessualità rimane un motivo e un campo forte di discriminazione. La questione omosessuale disturba, preoccupa, solleva interrogativi. Le persone si considerano tolleranti quando questa li tocca da lontano. Nella nostra società, si riflette poco sulla sessualità. C’è povertà umana, mancanza di analisi, di distacco. Se ne parla molto, ma non tra le persone. Nella Chiesa, la preparazione al matrimonio crea uno spazio dove se ne può parlare. Le coppie si parlano e cominciano a riflettere.
Sull’omosessualità c’è poca riflessione, poca informazione e spesso un profondo disconoscimento. Ma più si comprende, più si ha capacità di ascolto. Quando c’è poca conoscenza, assistiamo a paura, distacco e discriminazioni. Nella Chiesa si aggiunge anche il giudizio morale.
Proposta: Lavoro di riflessione in gruppi di condivisione e sulla Bibbia… la Tradizione Biblica vede (l’omosessualità), in un’ottica negativa e può incitare alla discriminazione. Il magistero non ha redatto testi di riflessione sull’argomento.
4) Quale posto per la coppia omosessuale nella Chiesa?
(Il teologo) Xavier Thévenot utilizza un’espressione interessante: «Prendere posto», un espressione pesante complessa e ambigua. Prendere posto in mezzo ad altri non è facile. «Prendere posto »: È un posto assegnato da altri; Si tratta di mantenere il proprio posto o di volere un posto?; C’è posto per tutti nelle comunità cristiane? Come sensibilizzare gli uni e gli altri alla presenza degli omosessuali nella Chiesa? Lo stesso vale per i divorziati risposati.
Dare il proprio giusto posto potrebbe rendere al meglio la vera ospitalità. La vera accoglienza è la ricerca del giusto posto. Il termine giusto esprime il lavoro da realizzare nella morale. La morale sociale deve tenere conto di tutto, l’uomo e tutti gli uomini.
Ricercare il giusto posto vuol dire ricercare un posto che rispetti la persona e la comunità. Il giusto posto non è necessariamente il «mio» posto. Siamo quello che siamo per noi stessi, quello che siamo agli occhi degli altri e quello che siamo agli occhi di Dio.
Si tratta di pensare insieme al «nostro» posto. Nessuno è in piena conformità col Vangelo. Ci sono situazioni molto diverse. L’importante è trovare il giusto posto in cui ciascuno si senta accolto e ricevuto. Quando chiedo un posto, forse è perché mi sento escluso. Chiedere un posto vuol dire chiedere di riceverlo, ma è necessario che qualcuno me lo dia.
5) Quale problema si pone per la Chiesa?
Non esistono situazioni umane che dovrebbero mettere paura o creare problemi alla Chiesa. Se amare implica esigenze forti, queste non devono schiacciare l’uomo, ma aiutarlo ad avanzare. Ricordiamo un principio: nella Chiesa, la sessualità è il dono mutuale dell’uomo e della donna. Il senso è sempre da costruire. Permette di mettersi in cammino, di orientarsi, ma non è nell’ordine della normalità.
Per avanzare, l’importante è cercare un orizzonte di senso. Cercare il senso di quella condotta o di quell’atteggiamento, invece di dire: «questo è bene e questo è male.»
Il senso devo farlo mio e lavorarlo. La Chiesa propone un orizzonte di senso, ma io sono libero di essere d’accordo o meno. «La morale vuol dire fare della nostra esistenza una storia sensata» (Xavier Thévenot). Ma il senso lo costruisco con gli altri. Nel cristianesimo si è sempre insieme agli altri. Non esiste una sessualità «normale», c’è invece la ricerca di una pienezza di senso.
Orizzonte di senso proposto dalla Chiesa:
> La differenza sessuale uomo-donna ci rivela qualcosa di essenziale per l’umanità. Questa differenza uomo-donna è il luogo in cui si rivela il mistero dell’Uomo, la ricchezza dell’Uomo. Non si finisce mai di dire che cos’è l’altro.
> “L’uomo e la donna sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio” (cfr. Genesi). È una fonte di riflessione. La fede cristiana è la rivelazione di Dio. Dio per pensare la sessualità: Dio rivela l’essere umano a lui stesso. Dio si rivela Amore nel rapporto uomo-donna. Il rapporto uomo-donna dice qualcosa di Dio nel suo modo di rivelarsi, qualcosa dell’Alleanza.
Tra Dio e la sua creatura, tra Dio e il suo popolo, vi è una radicale differenza: senza differenza non c’è alleanza. La coppia dice qualcosa della differenza, dell’alleanza e quindi il rapporto di Dio e del suo popolo. La figura nuziale attraversa tutta la Bibbia per dire qualcosa di Dio.
> Vaticano II – Gaudium et Spes §24.3: «L’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé.» L’essere umano si realizza quando si dedica appieno. Nel dono si ritrova una sorta di pienezza umana antropologica. All’essere umano viene data una sessualità affinché diventi un dono (cfr. Giovanni Paolo II). La sessualità non si riduce in nessun caso alla carne.
Attraverso gli scritti di Giovanni Paolo II, la Chiesa non dice che la sessualità è qualcosa di secondario. L’uomo e la donna esprimono appieno una pienezza. È necessario considerare il corpo come luogo del dono… «Questo è il mio corpo»… il corpo è il luogo del dono totale per amore…
Che ne è della coppia dello stesso sesso?
Questo rapporto tra i corpi è un dono? La Chiesa ricorda che ogni essere umano è chiamato ad amare. Il cardinale Hume lo ricorda: «Quando due persone si amano, l’amore deve essere rispettato e rispettabile». Agli occhi di Dio l’amore tra due persone ha un valore e un prezzo. La questione è di creare una pastorale per le persone omosessuali, una pastorale colta ed efficace con ministri colti.
X. Thévenot ricorda che non si può porre l’omosessualità come norma, ma il mancato rispetto della norma non porta in nessun caso alla discriminazione. La persona deve essere presa in considerazione. Come pensare la norma come a qualcosa che non schiaccia, ma che dà un orizzonte di senso? Come porsi – quale posto si da – quando non si rientra nella norma? Non bisogna mai dimenticare il rispetto, l’attenzione verso l’altro e la capacità di dare.
Scambi: Sintesi e punti essenziali di quello che abbiamo condiviso.
Coppia, matrimonio, discriminazione, normalità: Esiste vera discriminazione (nelle chiese) ma non esclusivamente nei confronti dell’omosessualità. Si potrebbero citare anche i clandestini, e molte altre discriminazioni. Tuttavia, tutti e tre i monoteismi di Sodoma e Gomorra (cristiani, islam, ebrei) stigmatizzano l’omosessualità. Come porre la questione del matrimonio omosessuale?
Nella società vi è un controllo della sessualità. Ma chi ha il diritto di sposarsi e con chi? Nella coppia è invocata la dimensione istituzionale. Per la coppia omosessuale, il termine matrimonio non è (accettato) all’unanimità. Nella società, però, si può riconoscere un’unione omosessuale. È una questione di diritti. Per la Chiesa è più complicato. Ci si trova in difficoltà a parlare con il proprio figlio. …Va approfondito cosa vuol dire (in una coppia ) «in pienezza».
Sessualità – Contraccezione: aprire un dialogo, ascoltare, discernere, creare un legame: La Chiesa oscilla tre due estremi: la sessualità come qualcosa di meraviglioso e la sessualità come qualcosa di temibile.
La sessualità è il luogo delle passioni, della prostituzione, della violenza, dell’ingiustizia, del mistero… Nella storia della Chiesa, la tradizione ha sopravvalutato la sessualità e il peccato (cfr. S. Agostino). Diciamo ancora una volta che la contraccezione non è neutra. Vi è un discernimento etico e morale da fare. Si può fare riferimento al testo «Humanae Vitae» che ha fatto gravi danni a noi genitori che cerchiamo di aprire un dialogo.
Nel suo libro Luce del mondo, Benedetto XVI afferma che l’«omosessualità si oppone all’essenza stessa di quello che Dio ha voluto in origine». La vita delle persone omosessuali sarebbe al di fuori del piano divino? Agli occhi di Dio, non c’è nessuno che non abbia un posto. L’ascolto delle persone è essenziale. Nella riflessione da cristiani adulti, dobbiamo cercare fare ciò.
Le Scritture e l’antropologia: Qual è il posto della Scrittura? Non posso dire solo che è il frutto di un’epoca, di una cultura. La differenza uomo-donna dice qualcosa dell’amore di Dio. Tale differenza è il luogo chiave della comprensione dell’essere umano.
Senso e libertà di coscienza: Il senso permette di avere una libertà di coscienza. Esiste un bilanciamento tra la norma e la mia coscienza. La libertà di coscienza può stravolgere il discorso magisteriale della Chiesa. Ascoltare il magistero sì, ma dopo c’è la mia coscienza.
Proposte:
– Di sessualità se ne parla poco. Sarebbe importante inserire il libro di X. Thévenot «Mon fils est homosexuel » (edito anche in italia come “Sempre mio figlio. Omosessualità in famiglia“, editrice Paoline, 2004, 144 pagine) nel Cammino di Preparazione al Matrimonio).
– Come far ad avanzare? Ci saranno sempre discorsi che faranno male. La Chiesa magisteriale ha paura di queste questioni e non sa cosa dire. Spesso il discorso è piuttosto accogliente, ma la parola pubblica è difficile. Occorre pensare una pastorale con ministri colti.
Convinzioni:
– Ripartire dal vissuto per ridare un senso. Partiamo dall’essenziale.
– Se iniziative come quelle di oggi si vivono sul terreno (concreto), fanno avanzare.
– Qui, il lavoro è essenziale. Si avanza insieme agli altri.
Battezzati, siamo il sale della terra e la luce del mondo. Bisogna osare, parlare, mostrare il nostro volto. Apparteniamo al piano di Dio.
Testo originale : Quelle pourrait être la place des couples homos dans l’Église ? Qu’est-ce qui fait problème pour l’Église ?Intervention de Luc Crépy