Le difficoltà delle pastorale diocesana con le persone LGBT nella diocesi cattolica di San Jose
Articolo di Jessica Fromm pubblicato sul sito del settimanale Metroactive (Stati Uniti) nel novembre 2009, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il vescovo di San Jose (California, Stati Uniti) Patrick Joseph McGrath è stato uno dei primi vescovi cattolici a formare un comitato pastorale per le persone LGBT cattoliche. Sul sito della diocesi fanno bella mostra informazioni e risorse per i cattolici gay e le cattoliche lesbiche. Nemmeno la diocesi di San Francisco, che pure ha il più alto numero di fedeli LGBT del Paese, ha ancora un ministero diocesano ad essi dedicato.
Monsignor McGrath è stato nominato vescovo di San Jose nel 1998 e ha avuto molti colloqui con i leader LGBT cattolici. Nel 2005 la diocesi ha perfino ospitato, in pieno centro di San Jose, il convegno annuale della National Association of Catholic Diocesan Lesbian and Gay Ministries (Associazione Nazionale dei Ministeri Diocesani Cattolici per Lesbiche e Gay); il vescovo ha tenuto il discorso di apertura dell’evento, che consisteva in tre giorni di laboratori, momenti di preghiera e socializzazione. Eppure, ancora adesso la diocesi non parla pubblicamente della sua attività in favore della comunità LGBT cattolica. Il vescovo ha declinato il nostro invito ad essere intervistato.
Bob Rucker lo scorso giugno [2009] è stato personalmente invitato a un incontro per la pastorale LGBT organizzato da monsignor McGrath, a cui era presente una quarantina di sacerdoti: “È stato un esempio molto positivo di come chi deve guidare la diocesi e i sacerdoti siano stati istruiti sul lato umanitario di questo ministero. Devo però essere sincero: ho notato che buona parte di quei sacerdoti erano desiderosi di imparare e di capire come comportarsi, ma altri erano poco attenti e sembravano timorosi di sollevare critiche e timori [tra i fedeli]. Devo riconoscere al vescovo di aver parlato molto bene di cosa dovrebbero fare i sacerdoti nelle loro parrocchie: è stato eloquente e pieno d’amore. L’unico problema è quello che abbiamo anche con il nostro presidente degli Stati Uniti: è bellissimo parlare con eloquenza, ma concretamente, cosa farà poi il vescovo, in quanto capo della diocesi, per attuare il programma?”.
Bob Welch, impegnato nella comunità gay cattolica della regione di San Francisco fin dalla fine degli anni ‘70, racconta che Dignity San Jose tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 era molto attiva e aveva sempre un banco informazioni al Gay Pride della città. La sezione di San Jose di DignityUSA si è sciolta circa quattro anni fa. Negli ultimi anni c’erano molti conflitti sul tema della visibilità. Molti temevano che, se si fossero esposti troppo, il gruppo avrebbe dovuto chiudere.
Più di una volta i cattolici conservatori sono venuti alle loro conferenze per registrare ciò che veniva detto e scrivere poi lettere di protesta ai giornali e al Vaticano. Ancora adesso, i sacerdoti che celebrano la messa alla parrocchia di san Martino di Tours e i fedeli che vi assistono hanno paura di rappresaglie: “Molta gente che viene qui si tiene nascosta, compresi diversi sacerdoti, che vivono con molta ansia questo ministero”.
Testo originale: Gay Catholics Come Out