Le discriminazioni, per i gay, non si fermano neanche davanti al cancello del cimitero
Articolo di Fabien Jannic tratto da Tetu.com (Francia) del 16 agosto 2010, liberamente tradotto da Domenico Afiero
Fred ha appena perso l’uomo che amava. Da quando è deceduto il suo compagno, non gli è stato possibile far valere i suoi diritti di patner.
La sua storia è esemplare delle diseguaglianze, alla morte del partner, tra coppie etero e coppie omosessuali.
Militante di Act Up-Paris (ndt, associazione per la lotta contro l’AIDS) da lunga data, Fred esita un pò prima di dire la sua età : cinquant’anni. Il che sarà la sua sola civetteria.
Fred desidera raccontare il suo lutto, parlare di una situazione di ingiustizia in cui si trova . Racconta nei dettagli la sua storia, lentamente.
Talvolta, non gli viene la parola giusta, allora fa una pausa e si accende una sigaretta.«Christian ha trascorso un’intera vita a riscaldarmi, riesce a dire Fred, ma adesso sento freddo».
Christian , compagno di Fred da diciotto anni, è deceduto il 22 luglio per arresto cardiaco.
Rientrato dall’estero, Fred si è subito rivolto ad un’agenzia funebre per l’organizzazione dei funerali. Il primo problema è stato che la madre di Christian, in pessimi rapporti col genero, si è rivolta anche lei alla stessa agenzia.
La procedura , a dire il vero, non è legale, ma è prevalso il funerale organizzato dalla madre del defunto. Nel programma della cremazione , poi, è stato inserito un ufficio funebre mentre Christian non credeva in Dio.
In Francia, poca importa se si è pacsati (ndt, Pacs, patto civile di solidarietà) o meno, il partner non sposato non è riconosciuto dalla legge.
Il destino delle ceneri
Impossibile per Fred far valere il suo status di congiunto. La coppia non era pacsata. Fred confessa che entrambi avevano «pensato al pacs, ma la situazione non avrebbe cambiato niente».
Infatti, in Francia ,poca importa se si è pacsati o meno: in caso di morte, il partner non sposato non è riconosciuto dalla legge.
Se vi sono dissapori con la famiglia, solo un giudice può pronunciarsi per decidere chi è il depositario delle ultime volontà del defunto.
In caso di dubbio, è la volontà presunta del defunto che prevale. Legalmente, Fred non aveva, dunque, alcun legame con Christian.
In seguito, si è posto il problema delle ceneri di Christian. Quest’ultime sono considerate, secondo una legge del 2008, resti umani, anche se si arriva ad un accordo amichevole tra le parti circa il loro destino.
Ma Fred , non facendo parte della famiglia, non può imporre niente sul destino delle ceneri del suo compagno.
I due avevano pensato di mescolare le loro ceneri.
Il che non sarà possible, perché la madre di Christian ha portato via l’urna. Leggermente rassicurato, Fred afferma:«Gli ho potuto almeno tagliare una ciocca di capelli».
«Una legge più umana»
Per Fred è come se lo Stato negasse «diciotto anni di storia meravigliosa».«Una bolla di sapone esplosa», continua sempre Fred. L’atto di decesso di Christian riporta «celibe». Fred, ad ogni modo, non può ottenerne uno.
Oggi, Fred spera di vivere «il più a lungo possibile», perché aveva promesso al suo compagno di «sopravvivergli per far continuare questa storia d’amore».
Così, Fred ha deciso di testimoniare per far conoscere le discriminazioni di cui soffrono ancora i gay, pacsati o meno. Fred auspica che lo Stato serbi un destino «più umano» ai gay che elaborano il lutto.
La ministra della Giustizia francese, Michèle Alliot-Marie, aveva dato,lo scorso mese di luglio, un parere sfavorevole al progetto di legge del deputato socialista Alain Vidalies. Quest’ultimo auspicava di inserire il cognome del congiunto pacsato sull’atto di decesso.
In un comunicato pubblicato oggi (ndr 16 agosto 2010), dal titolo « Thomas, frocio, dunque cittadino di serie B», Act Up Paris riporta il caso di un altro gay vedovo che non ha alcun diritto sulle ceneri dell’uomo con cui era pacsato e deceduto.
Act Up-Paris esige il diritto dei pacsati sulle ceneri del defunto, sull’organizzazione dei funerali e l’inserimento del pacs sull’atto di decesso.
Testo originale: Pour les homos, les discriminations ne s’arrêtent pas aux portes du cimetière