Le donne chiedono al Papa che si ricordi di loro
Articolo di Cécile Chambraud pubblicato su “Le Monde” (FFancia) il 20 Ottobre 2018, libera traduzione di finesettimana.org.
La Chiesa cattolica continua ad insistere su certezze consolidate, ma in questi ultimi tempi, la questione del posto delle donne al suo interno si fa più insistente.
Talvolta, la provvidenza fa l’occhiolino. I quattro prelati francesi che partecipano al Sinodo della Chiesa cattolica sui giovani, che si svolge a Roma dal 3 al 27 ottobre, lo hanno epresso questa settimana. Portando un cesto stracolmo di lettere di giovani cattolici francesi indirizzate al papa, gli si sono avvicinati per offrirle a Francesco, martedì 16 ottobre, prima di iniziare la seduta del giorno nella sala del sinodo. Mons. Laurent Percerou, vescovo di Moulins, he ha estratta una e l’ha letta ad alta voce davanti al pontefice.
L’autrice era una giovane donna. “Monsieur le pape, scrive, durante un pellegrinaggio abbiamo appreso che per Dio, Gesù e Maria, l’uomo e la donna sono alla pari. E in quello stesso periodo, ho potuto constatare una differenza considerevole tra i due sessi. Io, giovane donna, vorrei avere gli stessi diritti degli uomini, ad esempio, poter assumere delle responsabilità nella Chiesa”. Gli uomini riuniti attorno al cesto abbozzano un sorriso trattenuto. “L’ho estratta a caso”, precisa il vescovo.
La Chiesa cattolica continua ad insistere su certezze consolidate, ma in questi ultimi tempi, la questione del posto delle donne al suo interno si fa più insistente, in particolare nel contesto degli scandali di aggressioni sessuali. Viene posta giorno dopo giorno dall’inizio del sinodo, che riunisce a Roma, per quattro settimane, circa 250 vescovi per riflettere sul messaggio rivolto ai giovani.
Il sinodo, riunione periodica di cui il papa sceglie il tema, è uno strumento privilegiato da Francesco per portare al rinnovamento della Chiesa cattolica. Problema: questo organo rappresentativo della diversità del mondo cattolico è quasi esclusivamente maschile, dato che i partecipanti sono essenzialmente vescovi.
Francesco ha cercato di introdurvi della diversità, nominando dei giovani di entrambi i sessi, e delle donne tra gli osservatori e gli esperti. Così sette religiose partecipano quotidianamente ai lavori. Ma senza avere il diritto di votare sul testo che uscirà alla fine del percorso e sui suoi emendamenti. Questo diritto è riservato, a parte qualche rara eccezione, ai vescovi.
Da alcuni giorni è diventato evidente un certo disagio quando è apparso che i dieci rappresentanti di ordini religiosi maschili avranno anch’essi al sinodo il diritto di votare, compresi i due che non sono ordinati. Una petizione online sostenuta da gruppi progressisiti che chiedevca il diritto di voto per le superiore religiose aveva raccolto 6000 adesioni martedì sera. È stata perfino menzionata sull’Osservatore Romano, il giornale ufficiale del Vaticano.
Il giorno prima, una delle religiose uditrici al sinodo, suor Sally Hodgdon, superiora generale della congregazione delle suore di San Giuseppe di Chambéry, ha detto di sperare che in futuro delle donne possano votare sui documenti finali dei prossimi sinodi. Anche i giovani ammessi a tale riunione hanno sostenuto la necessità di maggiore spazio per le donne nella Chiesa.