Le nostre famiglie, la Bibbia, l’orientamento sessuale e l’identità di genere
Prefazione della guida “A la familia: a conversation about our families, the bible, sexual orientation and gender identity” redatta da rev. Miguel A. De La Torre, rev. Ignacio Castuera e Lisbeth Melendéz Rivera, Stati Uniti, 2011, pp.7-13, liberamente tradotta da Luz Maria B.
TESTIMONIANZA 1: “Papà, sono gay!” Rubén ha deciso di fare il passo e dire finalmente a suo padre, un devoto pentecostale, della sua omosessualità. Niente più appuntamenti con le donne della chiesa, per non nascondersi più o vivere nascosto. Egli sa quello che deve fare, e le conseguenze che probabilmente seguiranno.
Suo padre non è un uomo violento per cui il danno probabilmente non sarà fisico. Tuttavia, più tardi Rubén si chiederà se il dolore fisico sarebbe stato un’alternativa migliore. Egli ha dovuto sopportare il rifiuto, l’isolamento e l’insopportabile dolore psicologico in cambio del prezzo della libertà – per essere ciò che pensava Dio volesse che egli fosse.
Fedele al suo carattere, il padre di Rubén gli dice in termini inequivoci che ha solamente due opzioni: assistere alle lezioni di salvezza della chiesa per due mesi o essere esiliato dalla sua casa per sempre. Il padre di Rubén non tollererà un peccatore, una aberrazione all’interno del suo stesso tetto.
E mentre il padre descrive l’ultimatum, Rubén può udire sua madre piangere in silenzio in cucina. Lei ha sognato di prendersi cura dei nipoti, di una nuora con la quale condividere ricette, andare a far compere e spettegolare. Ma quello che davvero vuole è che il suo caro figlio sia fedele a Dio.
Sfortunatamente, per i genitori di Rubén la Bibbia è chiara: “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna”. Nella mente dei suoi genitori, Rubén sta condannando se stesso alle fiamme eterne dell’inferno.
Gli duole profondamente fare le valigie e uscire dalla sua casa, lontano dalla sua famiglia nel calore intenso di un giorno del Texas. Rubén piange perché sa che Dio lo ama, ma si chiede se anche i suoi genitori lo amano.
TESTIMONIANZA 2: Ring. Riiiinning, Riiiinnnnnng: “Salve, Lei ha chiamato l’ufficio del New England della Marcia Nazionale di Liberazione delle Lesbiche, Gay e Bisessuali di Washington. In questo momento non siamo disponibili, ma lasci il suo nome e il numero e la richiameremo appena possibile. Se desidera lasciare un messaggio per Celenia o Lisbeth, per favore digiti 2”.
Con questo semplice messaggio, Lisbeth si rivela alla sua famiglia. A chilometri di distanza, e con la sua profonda religiosità, sua madre, cattolica romana, grida: “Oh mio Dio!” e attacca il telefono. Clic! Questo è stato senza dubbio un momento in cui avrebbe dovuto aver luogo una conversazione che forse sarebbe stato meglio fare di persona. Ad ogni modo, questo è un momento cruciale, pieno di incertezze nel viaggio di uscita dall’armadio di Lisbeth.
All’inizio le cose non andarono bene. Seguirono innumerevoli conversazioni difficili, le quali non si conclusero con la benedizione di sua madre – un concetto importante nella maggior parte delle famiglie.
La madre di Lisbeth accettò sua figlia dopo un evento inaspettato. Conobbe una donna che rifiutò il suo stesso figlio moribondo perché era gay. Questo la fece riflettere nel suo cuore sul dubbio preoccupante che sorge dalla lettura della Bibbia: se Dio ci ha creati a sua propria immagine, da quale parte della creazione di Dio la mia bella figlia viene esclusa?
Queste due famiglie cristiane hanno reagito in modo molto diverso a situazioni simili. Ma sono state risposte alle loro credenze e alla fede nel loro Dio, o stavano usando la loro fede come una scusa per appoggiare punti di vista secolari e culturali in relazione all’omosessualità?
Entrambe le famiglie hanno un forte e profondo impegno con il Signore; leggono la Bibbia e vanno in chiesa regolarmente. Perché allora le loro interpretazioni delle Scritture sono state così diverse? Perché le loro risposte ai figli sono state così lontane le une dalle altre?
Prima che queste due persone si rivelassero rispettivamente come gay e lesbica tutti gli altri li conoscevano per il loro essere cristiani. Se si conosce un albero per i suoi frutti, allora quello che professano di credere e il come implementano questa credenza nelle loro vite indica il loro impegno di vivere all’interno della fede cristiana.
Perché allora alcuni cristiani che sono lesbiche, gay, bisessuali o transgender affrontano la prospettiva di perdere le loro famiglie, le loro chiese e le loro comunità ogni volta che osano parlare onestamente di quello che sono e di come sono stati creati da Dio?
Questa guida nasce da un profondo desiderio di reintegrare nella fede un gruppo che è stato escluso dalla vita delle loro chiese e delle loro famiglie. Speriamo di dare alle chiese cristiane il coraggio necessario per continuare la missione che Cristo dà loro – quella di dare accoglienza e ospitalità.
Le persone LGBT si trovano nelle nostre chiese e nelle nostre famiglie, ma spesso devono nascondere la loro reale identità sessuale e di genere. Spesso sentono che non possono condividere il fatto che si sentono romanticamente attratti da persone dello stesso sesso. O a volte il genere che è stato loro assegnato alla nascita non riflette la loro vera identità di genere.
In questa guida cerchiamo di ascoltare le voci di coloro che spesso vengono esclusi dalle nostre chiese cristiane, affinando il nostro udito per ascoltare le loro testimonianze. All’interno della chiesa cattolica le testimonianze sono una componente importante dell’esperienza dell’adorazione. La testimonianza è fondamentale per la spiritualità dei cattolici perché permette alla persona di fare quanto segue:
1. Dare voce alle sue sfide alla comunità religiosa e alle sue tribolazioni, dando così alla chiesa l’opportunità di essere usata da Dio per soddisfare le necessità dell’anima turbata.
2. Essere testimone di come Dio si muove all’interno della comunità della fede nonostante le lotte di cui si è detto prima.
3. Creare solidarietà con il resto della comunità della fede, che si convertono in compagne di viaggio durante percorsi difficili.
4. Rendersi conto che nonostante le difficoltà che affrontiamo nel nostro ambiente, noi credenti non siamo soli, perché Dio e le sue comunità di fede partecipano ai nostri momenti tristi e alle nostre vittorie.
5. Godere della presenza misteriosa del divino nel quotidiano, una presenza che può portare alla liberazione e/o alla guarigione emozionale.
Questa guida usa a proposito i concetti spirituali già menzionati attraverso la lettura delle testimonianze di fratelli nella fede in Gesù Cristo. Attraverso questo metodo, speriamo di “mettere nella carne” del lettore (di incarnare) le prove e le tribolazioni che i cristiani LGBT affrontano. Ascoltare le testimonianze significa riconoscere che, nonostante siano di Dio, queste non possono riflettere tutto lo spettro di esperienze di tutta la comunità e che ci si baserà su un linguaggio che si limita ad alcune. Le testimonianze sono disordinate, parziali e soggettive. Ma ciò che si esprime dà una testimonianza della misericordia amorosa di Dio e, nel farlo, fa sì che l’amore di Dio sia più vicino a noi.
Anche quando non è ovvio, le attitudini contro le persone LGBT si basano sulle interpretazioni distorte dei testi biblici che sembrano condannare gli omosessuali e i transessuali. Questa guida nasce non come una “critica” a tali letture, ma è un invito a esplorare una possibilità diversa per trasformare l’amore di Dio affinché questi entri nelle nostre vite.
Quando i cristiani leggono la Bibbia, leggono nelle sue pagine la luce del Dio d’amore che Gesù ci ha rivelato. Ugualmente importante, dobbiamo ricordare che tutti siamo figli di Dio e tutti noi siamo l’immagine di Dio, non importa il nostro orientamento sessuale o l’identità di genere. Quando condanniamo le persone LGBT o ci rifiutiamo di ascoltare la loro testimonianza, stiamo chiudendo il nostro cuore ai figli e alle figlie del Dio vivente.
TESTIMONIANZA 3: Miguel, un leader eterosessuale in una chiesa Battista, si converte al cristianesimo a 20 anni e, senza dubbio, accetta gli insegnamenti della sua chiesa che l’omosessualità è un peccato. Poi un giorno gli si avvicina un amico che gli rivela invece di essere omosessuale.
L’amico è andato da Miguel per chiedergli che fossero compagni di preghiera e che fossero umili di fronte a Dio affinché anch’egli si potesse convertire in eterosessuale. Hanno pregato e digiunato, e fatto uscire i demoni dell’omosessualità – ma dopo pochi anni, l’amico di Miguel è ancora gay.
L’amico di Miguel non è cambiato, Miguel sì. O Dio non è capace di curare un peccatore pentito, pensa Miguel, o forse, solo forse, l’omosessualità non è un peccato. Forse la chiesa cui appartiene, la quale è affettuosa e si preoccupa dei fedeli, sta leggendo nel testo biblico i pregiudizi della società.
Perché alla mia famiglia?
Per noi cristiani la famiglia è fondamentale per il nostro stesso essere. Cerchiamo qualunque scusa per fare grandi cene familiari o feste intergenerazionali. Persino coloro che non sono relazionati attraverso il sangue sono “fratelli e sorelle”. Nel senso più autentico della nostra cultura, siamo una famiglia, nessuno è escluso dalla tavola familiare. Proprio perché crediamo che siamo tutti una famiglia dobbiamo includere nel concetto di famiglia la gente che ci viene più difficile includere.
La nostra fede cristiana ci insegna che Dio ama tutti – ovvero, ciascuno di noi – allo stesso modo. Gesù ci sfida: amare i nostri simili non è molto difficile. La benedizione più profonda dell’amore è quella di amare coloro che crediamo che sono i più difficili da amare. Nell’ascoltare con il cuore aperto le testimonianze di persone diverse da noi, facciamo un primo passo essenziale per amare meglio. È impossibile amare ciò che rifiutiamo di comprendere.
Questa guida è scritta per due tipi di pubblico principali: gli eterosessuali che lottano onestamente con i temi LGBT e la Bibbia, e le persone il cui orientamento sessuale e la cui identità di genere le hanno emarginate all’interno delle loro famiglie, o della chiesa, o persino di entrambe. Speriamo che utilizzino questa guida come uno strumento per aiutare a far sì che la famiglia espanda il suo cerchio di amore per includere tutte le persone che Dio ama. Speriamo anche di esortare le persone di fede affinché vivano ogni giorno pienamente, senza pregiudizio o senza basarsi sulle letture parziali della Bibbia.
È un onore invitarvi a leggere, a imparare e ampliare le vostre idee sulla Bibbia, sulla natura di Dio che Gesù ha rivelato, e sulla ricchezza della tradizione biblica. Benvenuti in famiglia.
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Testo originale: A La Familia: A Conversation About Our Families, the Bible, Sexual Orientation and Gender Identity (Pdf)