Le omosessualità. Identità multiple
Testo tratto dal libro “Orientation homosexuelle et vie chrétienne. Etude et témoignages” edito dell’Associazione cattolica “Réflexion et Partage” (Francia), agosto 2011, pag.11, tradotto da Giacomo Tessaro
“Cominciamo con un paradosso: l’omosessuale non è sempre omosessuale; l’eterosessuale, invece, sì.” (1) L’esperienza omosessuale è inoltre profondamente diversa per gli uomini e le donne.
Spiega M. Castañeda: “In tutti i suoi scambi sociali, professionali e famigliari, nell’etero l’orientamento sessuale rimane sempre una parte della sua identità essenziale. L’uomo eterosessuale entra in relazione con gli uomini e le donne in un certo modo, che esprime apertamente il suo orientamento che è globalmente invariabile.
La donna eterosessuale ha dei gesti, dei comportamenti e dei modi di parlare che riflettono non solo la sua femminilità, ma anche la sua eterosessualità. Nei due casi il sesso biologico, l’orientamento sessuale e i ruoli sociali tendono a convergere e a formare un’identità più o meno stabile.”
“Per contro, l’omosessuale non si pone nel mondo con una identità costante. I suoi atteggiamenti, i suoi gesti, il suo modo di entrare in relazione con gli altri cambiano a seconda delle circostanze. Può apparire eterosessuale in ufficio, asessuato in famiglia ed esprimere il suo orientamento sessuale solamente in presenza di qualche amico. Oppure, per lunghi periodi della sua vita può negare completamente la sua omosessualità ed apparire esattamente il contrario: un dongiovanni oppure una femme fatale sempre alla ricerca di nuove conquiste.”
“Inoltre, l’eterosessuale è stato allevato per essere eterosessuale; dalla sua più tenera infanzia è stato formato per avere un ruolo e un posto nel mondo eterosessuale. Non così per l’omosessuale, che molto spesso non prende coscienza del suo orientamento prima dell’adolescenza o dell’età adulta.
Non è quindi cresciuto nel suo ruolo: non è stato allevato per essere omosessuale. Gli mancano tutte quelle abilità e quei codici sociali di cui avrà bisogno nel mondo omosessuale, quando entrerà a farne parte. Quando alla fine scopre il suo orientamento sessuale, deve reimparare tutte le regole dell’amore, dell’amicizia e della convivialità. Non stupisce il fatto di leggere, nella letteratura psicologica tradizionale, che gli omosessuali sono “poco maturi” nelle loro relazioni sociali e di coppia. Tuttavia, non si tratta di mancanza di maturità ma di esperienza.” (2)
Un universo complesso, come si può vedere! Oggi non è facile nemmeno per i giovani eterosessuali l’obiettivo di costruirsi delle competenze e una identità. Quale sfida per un giovane omosessuale, che riceve in omaggio rifiuti e condanne nei suoi vari ambienti di vita… (“L’universo dell’omosessualità” di Gérard Laverdure, Parrocchia di San Pietro Apostolo nel Québec, Canada, Novembre 2003)
(1) Marina Castañeda, “Comprendere l’omosessualità”, Armando, 2006
(2) Idem
Testo originale: A propos des témoignages (PDF)