Le Parabole di Adriana Zarri. L’ideale, il reale e l’omofobia
Riflessioni di Adriana Zarri tratte da Il manifesto dell’8 maggio 2009
«Omaggiare» invece è una bruttezza vecchia che tranquillamente rinnoviamo e ripetiamo senza vergogna.
L’ideale e il reale
Franco Moretti, il direttore di Nigrizia osserva: «Sulla gestione del condom il papa indica un ideale verso il quale tendere, non può che fare questo.
Campania infelix
Un tempo questa terra meridionale, serena e profumata, piena di fiori e di frutti, era detta Campania felix; ma dovremmo aggiornare l’aggettivo. La Campania non è più felice. In seguito all’installazione dell’inceneritore di Acerra si stanno diffondendo i tumori.
Tra la provincia di Napoli e Caserta (nel cosiddetto triangolo della morte: Acerra, Marigliano, Nola) si seguita a morire e un parroco locale denuncia: ancora oggi, dopo tantissimi anni l’emergenza infinita, continuiamo a chiederci perché la salute della gente debba essere sacrificata al totem del dio denaro e del profitto economico, che sarà solo a beneficio di gente senza scrupoli, della criminalità organizzata, dei soliti colletti bianchi che lavorano dietro le quinte e di politici che, da questa situazione, traggono solo vantaggi elettorali.
Omofobia
Due episodi di segno opposto ci danno la misura di quanto controverso sia ancora un fatto (l’omosessualità) che dovrebbe essere pacifico e tranquillo. Tre giovani di Pordenone nel gennaio di quest’anno hanno preso a botte un invalido omosessuale e con la polizia si sono giustificati dicendo che il loro gesto aveva come intento quello di «dare una lezione ai froci».
E meno male che a bilanciare la stupida ferocia di questi ragazzotti in diocesi di Cremona, lo scorso anno è stato addirittura il vescovo Dante Lafranconi a offrire una chiesa della città a un gruppo che aveva scelto di ricordare, insieme agli omosessuali, anche le altre categorie di persone che subiscono violenze che nascono dalla discriminazione.
Poesia
E, per consolarci dei ragazzi sciocchi, di Campania infelice e malinconie varie finiamo con una poesia, che è sempre un bel finire: “Se non ci sono stati frutti è stata utile la bellezza dei fiori. Se non ci sono stati fiori è stata utile l’ombra delle foglie. Se non ci sono state foglie è stata utile l’intenzione del seme”.