Le parole con cui i credenti feriscono ogni giorno i nostri figli LGBT
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio Lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 10, parte prima, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“Tutte queste affermazioni fanno sentire i nostri figli LGBTQ incompleti, scadenti, che valgono di meno”. (Sandy)
Keiko era una ragazza giapponese, una mia vicina di banco nella sesta classe. Parlai di lei a tavola con mio padre, che aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, che mi disse con noncuranza, e senza malizia, qualcosa sul fatto che fosse un “muso giallo”. Io non avevo mai sentito quella parola e la ripetei il giorno dopo a scuola. Rimasi scioccata quando Keiko si offese, non avevo intenzione di ferirla, non avevo idea che fosse un’offesa razzista.
Oggi la gente, senza pensarci su, fa osservazioni sulle persone LGBTQ, non comprendendo che sono offese razziste. È facile buttar fuori frasi taglienti come se fossero sentenze, ma io spererei che la maggior parte di noi, se sapesse l’impatto che anno sulle persone LGBTQ non le direbbe mai.
Una parte della comprensione dell’esperienza di vostro figlio sta nell’ascoltare le cose che gli sono state dette (forse anche le cose che voi gli avete detto) ed ha ascoltato con le sue orecchie. Per quanto queste frasi siano comuni, cercate di considerarle da un nuovo punto di vista per vedere perché sono così offensive.
“Non riesco ad approvare lo stile di vita dei gay.”
Queste parole vengono ripetute innumerevoli volte senza pensarci. Non esiste uno “stile di vita gay”, come non c’è uno “stile di vita etero”. Ci sono solo persone che vivono in modi diversi – gay o etero –, che fanno sesso o no – gay o etero. Possono essere monogami fedeli o apertamente promiscui – gay o etero. Lasciate che vi incoraggi a depennare questa frase dal vostro vocabolario. Indubbiamente sottintende qualcosa di sporco, un’ossessione per il sesso. Questa frase viene percepita sempre in questo modo, sia che lo intendiate o meno.
“È una scelta”.
Solo le persone etero parlano della scelta di essere una persona LGBTQ. Chiedete loro quando hanno scelto di essere etero. Naturalmente la risposta è che non era una scelta – era semplicemente così. Numerosi genitori nel nostro gruppo di mamme e papà vi diranno che i nostri figli LGBTQ non hanno fatto una scelta, semplicemente sono così.
La mia amica Nancy ama dire, “non è una scelta, non è un peccato”. Lei conosce a fondo suo figlio, lo ha visto crescere, e sa che non ha mai scelto di essere gay. Non ha mai subito degli abusi che lo hanno “reso” gay. I genitori più combattivi vi possono dire: “non è una scelta, non è un peccato”. Continuare a parlare di scelta li offende, nega le loro esperienze e dice loro che voi ne sapete più e meglio di loro. Questo non è modo di trattare un essere umano.
“È una cosa contro natura”.
Gli argomenti anatomici contro l’omosessualità sono basati sul presupposto che l’unico modello realizzabile sia maschio/femmina e/o che la procreazione sia l’unico scopo primario di una relazione sessuale. Evidentemente quello che sentiamo dalla comunità LGBTQ non concorda con tale assunto. L’argomento della procreazione è falso; avete mai sentito fare questa obiezione quando si sposa una coppia anziana? Nessuno suggerisce di vietare il matrimonio a coloro che non sono in grado o semplicemente non vogliono figli. Nessuno lo chiede.
Il punto fondamentale nella storia di Adamo ed Eva è che il miglior partner di una persona è un’altra persona, non un animale, dal momento che è Adamo che dà un nome a tutti gli animali e tra loro non ne trova nessuno adatto ad essere suo partner. Finché giunge un altro essere umano. Una coppia perfetta. Questa è anche la ragione principale (oltre ad essere offensiva in senso generale) per cui l’omosessualità non è equivalente alla bestialità. Argomentare che due uomini insieme siano equivalenti ad un uomo ed un cane è veramente sciocco. Come ha scritto Ellen Degeneres ,nel suo libro The Funny Thing Is… (La cosa buffa è), “Queste sono persone che vanno dritte per la loro strada, mi spaventano, e pensano che noi siamo quelli queer (strani)”.
“Sono un abominio”.
Devo davvero spiegare come viene percepita questa affermazione? È una cosa terribile da dire. Ed è una affermazione falsa. Nessuno afferma che i mangiatori di gamberetti, i calciatori e chi indossa tessuti sintetici siano un abominio. Inoltre “abominio”, usato nelle Sacre Scritture Ebree, significa qualcosa che non era permesso in quell’epoca a quelle persone, qualcosa che era “tabù”. Né gli antichi Ebrei, né quelli del tempo di Gesù, si sarebbero aspettati che i Gentili aderissero alle stesse regole, ed i dibattiti nella Chiesa primitiva hanno chiarito che i Cristiani Gentili non dovevano evitare questi “abomini”, come i gamberetti e il maiale (vedi Atti 15:28-29, per esempio).
“Essi scambiano la verità per la menzogna”.
Nello stesso modo citando questo verso della Scrittura (Romani 1:25) significa estrapolare delle frasi al di fuori del loro contesto. Qui Paolo sta parlando degli adoratori di idoli che praticano sesso nel tempio. Non sta parlando dei nostri figli – i nostri figli non hanno praticato sesso nel tempio.
“Io vi dico solo quello che la Bibbia dice con chiarezza. Non lo dico io, lo dice Dio”.
Alcune persone dicono che è giusto dire agli altri dove sbagliano, ma Dio li ama infinitamente di più di ogni persona, così possiamo aver fiducia in Dio che parla direttamente alle persone. Assalendo le persone con le Scritture rischiamo di allontanarle dall’ascolto di Dio. Proprio come un venditore che ti fa pressione, ed allontana la gente, così i Cristiani che fanno pressione, allontanano le persone da Dio. Se Dio e la Bibbia sono così chiari allora non c’è bisogno che voi li rassicuriate su questo. Dio è competente senza il vostro aiuto. Quindi desistete ed abbiate fiducia in Dio.
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
Riuscite a percepire come queste parole potrebbero essere accolte? Potete sentire che non sono neutrali, ma offensive? Avete la volontà di metterle da parte e lasciare che Dio prenda la guida e parli?
Avete la volontà di intervenire quando sentite queste parole, invece di fare finta di niente? In questo modo noi possiamo portare il peso degli altro e tratteremmo i nostri figli come vorremmo essere trattati noi.