Le parole dei vescovi cattolici incoraggiano apertamente l’omofobia in Malawi
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 26 gennaio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Molto recentemente, la conferenza episcopale del Malawi, la ECM, ha chiesto un incontro con Randy Berry, delegato speciale USA per lo Human Rights of LGBT People (un’associazione che si occupa di diritti degli omosessuali, n.d.t.), che ha visitato il Paese. Il presidente, l’arcivescovo di Blantyre Thomas Msusa, ha spiegato perché i vescovi hanno voluto questo incontro, come riportato dal Nyasa Times:
“Qualsiasi discussione interessi la fibra morale e sociale del Malawi dovrebbe essere quanto più inclusiva e collaborativa possibile. Il nostro insegnamento e la maggioranza dei nostri fedeli si sono espressi chiaramente contro la spinta piuttosto veemente dei nostri partner internazionali sui temi del cambiamento costituzionale per accogliere l’omosessualità nelle nostre leggi.”
Ma, mentre Berry ha incontrato le organizzazioni governative e non, non ha incontrato i leader religiosi che vogliono difendere la criminalizzazione dell’omosessualità o che credono che gli aiuti internazionali siano legati alle leggi LGBT. Berry ha detto che le asserzioni secondo le quali l’aiuto degli USA è condizionato dai diritti LGBT sono “completamente false”, ma che questi diritti umani non possono essere separati da più ampie considerazioni, come riportato dal Nyasa Times.
Cinque vescovi dell’EMC hanno portato anche avanti l’idea di presunte pressioni sulla questione dell’omosessualità nella loro riunione di metà gennaio con il presidente Peter Mutharika, che hanno incitato a “resistere alle pressioni” sui diritti umani LGBT, perché sono “estranei a molti malawaiani” e sono “sostenuti da stranieri” ha affermato l’arcivescovo Msusa. Egli ha continuato, secondo All Africa:
“Come Chiesa Cattolica, diciamo no al sostegno di queste attività e seguiremo strettamente la dottrina della nostra Chiesa.”
Il presidente Mutharika ha detto recentemente che i diritti delle persone LGBTI “devono essere protetti,” ma ritiene in definitiva che il popolo debba decidere se abrogare la legge anti-omosessualità del Malawi.
I leader della Chiesa del Malawi hanno parlato pubblicamente contro l’omosessualità anche dal pulpito. Il vescovo di Karonga Mathews Mtumbuka ha detto ad un incontro di donne cattoliche che i gay sono “persone che hanno bisogno di pentirsi.” Il vescovo di Mangochi Montfort Sitima ha applaudito un un musicista cattolico per aver cancellato il suo concerto dopo voci discutibili di due uomini che si baciavano tra il pubblico.
Essere gay in Malawi è illegale e un verdetto di colpevolezza può portare fino a quattordici anni di lavori forzati per gli uomini e fino a cinque anni di prigione per le donne. In dicembre il governo ha lasciato cadere le accuse contro due uomini, Cuthert Kulemeka e Kelvin Gonani, dopo che il loro arresto aveva attirato critiche diffuse.
Il ministro della giustizia Samuel Tembenu ha emesso una moratoria sull’applicazione della legge anti-gay, fino a nuovo avviso, sebbene politici anti-LGBT stiano contestandone la legalità. L’omofobia è ancora prevalente tra i politici della nazione. Un portavoce del partito di minoranza, il People’s Party, ha affermato all’inizio di questo mese che le persone omosessuali dovrebbero essere uccise piuttosto che incarcerate.
I vescovi del Malawi stanno promuovendo la disinformazione quando sostengono in primo luogo che l’omosessualità è “estranea” ai malawaiani e, secondariamente, che gli aiuti stranieri vengono usato per fare pressioni sui diritti LGBT nei riguardi delle nazioni che li ricevono. La disinformazione è problematica, doppiamente quando è usata per approvare, implicitamente ed esplicitamente, i pregiudizi contro le persone LGBT che possono portare a discriminazione, imprigionamento e violenza.
Sebbene i cattolici siano solo il 20% della popolazione, i vescovi del Malawi hanno un’incredibile autorità nel Paese a causa del loro ruolo critico nella transizione della nazione verso la democrazia nei primi anni ’90. Le loro voci hanno un grande peso su questo dibattito, per abrogare queste leggi criminalizzanti che, va notato, non sono supportate dall’insegnamento della Chiesa.
I vescovi dovrebbero difendere i diritti umani di tutta la popolazione, anche se esistono disaccordi sull’etica della sessualità, invece di coprire politici e personalità pubbliche la cui omofobia e transfobia ha avuto e avrà conseguenze disastrose. Ma, stando così le cose, i vescovi, nell’arena politica così come in quella ecclesiale, non riescono a difendere e anzi stanno solo causando danni alle comunità LGBT già marginalizzate del Malawi.
Testo originale: Malawi Bishops’ Comments Fail to Defend Marginalized LGBT People