Le parole della teologia: Theotokos
Articolo di Henri Persoz* pubblicato sul sito Protestants dans la Ville (Francia) il 6 settembre 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Questo termine greco significa letteralmente “che ha generato Dio”, ma spesso in italiano lo si traduce con “Madre di Dio”. Un prete ortodosso mi diceva che i fedeli dell’ortodossia sono sempre invitati a dire Madre di Dio dopo aver pronunciato il nome di Maria.
Nel cristianesimo si pose presto il problema di sapere se Maria è madre di Cristo solamente “secondo la sua umanità” o anche “secondo la sua divinità”; un problema che scatenò vivaci controversie nei primi secoli della Chiesa.
Il primo a impiegare il termine theotokos fu Clemente Alessandrino (151-215). Nella famosa Scuola di Alessandria venne sempre sostenuta l’idea dell’unione delle due nature di Cristo, quella umana e quella divina, e l’idea di Maria madre di Dio divenne molto popolare, arrivando fino ai Padri della Chiesa.
Nestorio (381-451), patriarca di Costantinopoli, si distinse come oppositore di questa idea, in quanto si era formato alla Scuola di Antiochia, dove, alla stregua di Ario (256-336), si pensava che Cristo fosse nato uomo, e solo in seguito divenuto Dio. Nestorio non poteva ammettere che Dio fosse uscito dal ventre di una donna: “La creatura non può generare il creatore” scrisse nelle sue controversie con Cirillo d’Alessandria (376-444), allora vescovo di quella città, ma fu condannato al Concilio di Efeso (431), nel corso del quale venne riaffermata la dottrina della Theotokos.
Poco dopo, Nestorio fu destituito e mandato in esilio, dove alcuni anni dopo morì. Esistono ancora dei nestoriani in Oriente, per esempio in Iraq, e nel VII secolo alcuni emigrarono fino in Cina.
La Riforma luterana non ha dato molto seguito all’espressione di Madre di Dio, troppo legata alla costante tendenza di elevare Maria al di sopra della condizione umana. I protestanti sono in pratica nestoriani, ma i più non lo sanno.
* Henri Persoz è ingegnere in pensione. Alla fine della sua carriera ha intrapreso gli studi completi di teologia, che gli hanno permesso di difendere, ancora meglio di quanto già non facesse, il suo approccio molto liberale al cristianesimo.