Le persone LGBT cristiane: anche noi siamo sale della terra e luce del mondo!
Intervento di Andrea Rubera* tenuto all’incontro-confronto “Le strade dell’amore. Cura pastorale e giustizia sociale per le persone omosessuali e transessuali” (Firenze, 8 novembre 2015)
Il libro “Le strade dell’Amore: Prospettive cattoliche sulla cura pastorale e sulla giustizia sociale per le persone omosessuali e transessuali”, edito a settembre dalle Edizioni Le Piagge, non è solo una densa e importante pubblicazione su fede e omosessualità, ma è il frutto di un lavoro di due anni di un gruppo di lavoro internazionale. La molla che ci ha portato qui oggi è scattata proprio da un’esortazione che fece Antonietta Potente in un incontro con Nuova Proposta qualche anno fa.
L’invito era relativo a uscire dal nascondiglio, a mettere in circolo le vite di noi omosessuali e transessuali, le nostre storie, i nostri affetti, la nostra Bellezza e la nostra Verità, per citare Keats. Dovevamo invertire il paradigma: passare dall’attendere che qualcosa succedesse a sentirci anche noi sale della terra e luce del mondo. Troppo tempo avevamo vissuto nell’ombra, aspettando che qualcuno facesse qualcosa per noi. Era arrivato il momento di fare noi qualcosa per la comunità.
Quell’esortazione di Antonietta cadeva nel momento dell’annuncio del Sinodo straordinario: un’opportunità quasi unica di metterci al lavoro e fare rete con le altre persone cattoliche di molti paesi del mondo che, contemporaneamente, stavano maturando la stessa coscienza. Da quella scintilla è nato tutto. Spontaneamente ci siamo incontrati, organizzati in gruppi di lavoro, realizzato infinite ore di riunioni skype per condividere vissuti, idee, stimoli. E siamo arrivati alla vigilia del sinodo straordinario con una serie di attività, conferenze, documenti, riflessioni, incontri che ora finalmente sono racchiusi come memoria perpetua nel libro Le strade dell’amore.
Il libro si compone di importanti contributi che attingono, quindi, alle due importanti conferenze internazionali che si sono tenute a Roma nel mese di ottobre del 2014, mese in cui si svolgeva per l’appunto la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
La prima di queste conferenze dal titolo “Le strade dell’amore. Confe- renza internazionale per una pastorale con le persone omosessuali e transessuali” si è svolta il 3 ottobre 2014, due giorni prima dell’inizio del Sinodo straordinario presso l’aula magna della Facoltà di Teologia Valdese in Roma, e ha visto la partecipazione di cinque relatori: il vescovo emerito della diocesi di Sidney (Australia) Geoffrey Robinson, il teologo inglese James Alison, la teologa Antonietta Potente, la pastora valdese Letizia Tomassone e la signora Joseanne Peregin, una madre maltese con un figlio omosessuale.
La seconda conferenza si è svolta a Roma ai Musei Capitolini l’11 ottobre 2014, nel pieno dello svolgimento del Sinodo straordinario, col titolo “Quando l’identità diventa crimine. La criminalizzazione dell’omosessualità nel mondo”. Dei quattro relatori, gli interventi di Francis DeBernardo, André du Plessis e Jules Charles Eloundou sono contenuti in questo libro.
Infine, il libro si è arricchito di due importanti contributi “dal basso” sul tema della pastorale rivolta alle persone omosessuali e transessuali. Il primo,“Le proposte degli omosessuali cristiani italiani al Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014: per una pastorale di accoglienza delle persone omosessuali e transessuali” è stato elaborato da un gruppo di lavoro, all’interno del comitato organizzatore del 3° Forum Italiano Cristiani LGBT. Il secondo proviene dal Cile ed è stato elaborato dal gruppo PADIS+ (Pastoral de la Diversidad Sexual), col titolo “L’esperienza cilena di una pastorale cattolica per l’accoglienza di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali”.
L’intento del libro è di offrire, quindi, all’intero popolo di Dio degli spunti di riflessione su quali aree di ombra, quali lacune esistano ancora oggi tra la vita di una persona omosessuale o transessuale e il resto della comunità di fede. Quali siano le conseguenze di un’assenza totale di pastorale specifica, o in ogni caso inclusiva, per le persone LGBT stesse e le loro famiglie. Si è scelto di farlo mescolando, per la prima volta forse, voci di pastori, teologi, familiari di persone omosessuali e le persone omosessuali stesse, per creare una risonanza di voci che insieme potesse fornire delle tracce di vita su cui poter lavorare insieme.
Lo spirito, come vedrete leggendo il libro, non è stato mai di porci in posizione antagonista; piuttosto di contribuire, partecipare, perché convinti che solo attraverso la condivisione, il confronto, si riesca a costruire i famosi “ponti” che papa Francesco auspica a dispetto dei muri che ancora troppo spesso si innalzano aggrappandosi ferocemente alle ideologie utilizzate come spade affilatissime.
La forma scelta è quella della speranza, ma una particolare forma di speranza, quella che non fa stare fermi, che fa incontrare le persone, che fa cercare il dialogo. Non la speranza arresa, che fa stare fermi, immobili, in attesa che un evento taumaturgico venga a bonificare la nostra vita. E mi piace oggi riassumerle queste speranze, che rappresentano un po’ sia la nostra visione di chiesa inclusiva sia anche la direttrice di un percorso di riflessione, azione, proposta, incontro.
1. Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia integralmente accogliere ed amare le persone omosessuali, specialmente nella delicata fase adolescenziale, sostenendole nella scoperta di sé, nella relazione con gli altri e nella piena accettazione della propria dignità di creature capaci di dare e ricevere amore.
2. Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia accogliere i genitori di persone omosessuali con parole di sostegno e di incoraggiamento a vedere il proprio figlio e figlia creato ad immagine e somiglianza di Dio, degno del suo Amore e veicolo di Grazia in tutti gli aspetti della sua vita, rifiutando esplicitamente approcci tesi a ‘cambiare l’orientamento sessuale’, come se fosse frutto di una scelta.
3. Speriamo in un profondo rinnovamento degli orientamenti pastorali nei confronti degli affetti delle persone omosessuali affinché si comprenda quanto di buono essi esprimano e quanto il loro amore possa essere esempio di solidità e generosità per tutti.
4. Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia prendersi cura delle persone omosessuali che sentono ardere dentro di sé il desiderio di una vita affettiva di coppia e che sappia includere le coppie omosessuali, abbracciarle e guidarle, affrancandosi dalle battaglie ideologiche, forte della consapevolezza che l’Amore di Cristo è per tutti e per tutti è fonte di vita in abbondanza.
5. Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia essere accogliente anche per i bambini e bambine di coppie omogenitoriali e che abbia a cuore innanzitutto il loro bene, perché è soprattutto l’amore che rende genitori, non escludendo da se stessa padri e madri omosessuali, che sono i primi depositari della trasmissione del messaggio cristiano ai propri figli e figlie.
6. Speriamo in una comunità ecclesiale che sappia riconoscere le drammatiche storie di omofobia quotidiana e che prenda una netta posizione per proteggere le vittime e per creare nelle diocesi e nelle parrocchie un ambiente rispettoso e inclusivo, in modo che progressivamente l’omofobia sia finalmente sconfitta.
Come diceva Oscar Wilde, più di cento anni fa, “Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano”.
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* Andrea Rubera è curatore con Fabio Regis del libro “Le strade dell’Amore” (Edizioni Le Piagge, 2015)”, ed è anche presidente di Nuova Proposta, gruppo di donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani, che opera a Roma da 25 anni.