Le persone LGBT nella società e nella chiesa cattolica: nel passato e oggi
Testo pubblicato sul sito dell’Unione Svizzera delle Donne Cattoliche (Svizzera) il 25 gennaio 2001, liberamente tradotto da Antonio De Caro, parte prima
L’Unione Svizzera delle Donne Cattoliche crede nella forza del Vangelo come messaggio capace di ispirare giustizia e libertà nelle situazioni di vita del mondo di oggi. Il rispetto degli esseri umani comporta la capacità di ascoltarne le storie e i vissuti come condizione di accoglienza.
Questo vale, in particolare, per le donne, per le persone omosessuali e le loro famiglie. Per eliminare la discriminazione nella Chiesa e nella società occorre però riconoscere che le relazioni omosessuali hanno lo stesso significato e lo stesso valore delle relazioni eterosessuali.
L’omosessualità nella Chiesa e nella società – ieri e oggi
1. Sviluppo storico dall’antichità a oggi
Nella storia sono sempre esistite le persone con orientamento omosessuale. Le loro relazioni, tuttavia, non sono state sempre tollerate: le persecuzioni sono nate da motivi ideologici (politici, religiosi, pseudo-scientifici).
Nel Medioevo la Chiesa imponeva, in caso di relazioni omosessuali, severe espiazioni o la scomunica, come per eretici e streghe. La condanna religiosa produceva e alimentava a sua volta il disprezzo sociale. Solo l’illuminismo introdusse maggiore tolleranza. In ogni caso, l’omosessualità maschile veniva considerata più grave di quella femminile, come dimostra il par. 175 del Codice Penale Tedesco, abrogato solo nel 1994.
2. L’omosessualità femminile
L’omosessualità femminile, stranamente, non ha ricevuto la stessa severa attenzione, e quindi è stata oggetto di un tabù ancora maggiore.
Nell’antica Grecia l’amore fra donne è legato all’isola di Lesbo e alla figura della poetessa Saffo (VI sec. a. C.). Ma nei secoli successivi il fenomeno rimane avvolto nel buio, come del resto la condizione della donna in generale. Le donne lesbiche venivano apertamente perseguitate solo quando affermavano l’orientamento omosessuale come protesta contro l’ordine sociale patriarcale e maschilista. L’epoca del nazionalsocialismo
Il nazismo inasprì le persecuzioni contro gli uomini omosessuali, nella convinzione che le loro relazioni fossero il segno di una degenerazione e corrompessero la forza originaria della razza. Nella visione nazista, inoltre, la donna doveva servire solo al matrimonio e alla maternità.
Le reti, le organizzazioni, i locali per gay e lesbiche furono sistematicamente distrutti. Molti uomini e donne omosessuali si sposarono pur di sfuggire alle persecuzioni, che furono spietate, dentro e fuori i campi di concentramento.
Né la Chiesa né la società hanno il diritto di dimenticare queste sofferenze patite per secoli da donne e uomini omosessuali; anzi, occorre chiedere perdono come condizione di riconciliazione.
La via per l’accettazione sociale di diverse forme di vita
Sviluppo linguistico e discussione pubblica
Il concetto di omosessualità è nato nella seconda metà del XIX secolo. In precedenza, donne e uomini omosessuali venivano designati e rappresentati come pervertiti, in modo caricaturale e deforme. Per la società il tema “omosessualità” è rimasto per lungo tempo un tabù, oppure è stato rappresentato in modo derisorio. Le fonti storiche dipendono assai di rado dalla voce diretta delle persone coinvolte, che erano invece soggette al disprezzo generale.
In una relazione la sessualità è espressione dell’amore
La sessualità appartiene ad ogni essere umano, e viverla è diritto di ogni essere umano. Essa serve non solo alla riproduzione, ma è espressione relazionale di amore fra due esseri umani. Lo scambio sessuale promuove la capacità di dialogo, insegna il rispetto, la fedeltà, la disciplina e la capacità di affrontare i conflitti.
Come per tutte le altre forme dell’esperienza umana, tuttavia, anche la sessualità può essere deturpata dall’egoismo e distorta per umiliare, sfruttare, strumentalizzare e maltrattare il/la partner. Le persone etero- o omosessuali devono, per tutto il corso della loro vita, cercare di conquistare una sessualità vissuta bene. In campo etico, la coscienza personale rimane la più alta autorità etica per il comportamento sessuale.
La pluralità delle forme di vita
Anche se la maggior parte delle persone scelgono ancora di formare famiglie tradizionali, si diffondono sempre di più altre e molteplici forme di vita, da soli o con altre persone, con o senza figli.
Pregiudizi ed emarginazione
Le nuove forme di famiglia vengono spesso condannate, poiché non corrispondono al modello tradizionale. I pregiudizi, che nascono dall’ignoranza, producono poi discriminazione ed emarginazione. Di conseguenza, le lesbiche e gli omosessuali si sono trovati respinti ai margini delle consuete relazioni sociali; la cultura dominante (anche nei mass media) non ha avuto spazio o forme per raccontarne l’identità; possono essere vittime di insulti, molestie e ingiustizie nel mondo del lavoro; possono essere fisicamente aggrediti (per esempio, dai gruppi di estrema destra).
Ma la discriminazione e la violenza sulle persone omosessuali nascono spesso dalle paure delle persone “normali”: paura di vedere messi in discussione il tradizionale assetto eteronormativo, la famiglia tradizionale e le consuete forme del potere sociale; ma anche paura delle proprie parti omosessuali, che gli autori di violenza cercano così di rimuovere e censurare.
3. Le scoperte scientifiche
Per lungo tempo l’omosessualità è stata considerata una patologia mentale, curabile per mezzo di specifiche terapie. Solo nel 1990 è stata eliminata dall’elenco dei disturbi psichiatrici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi l’omosessualità è considerata come una variante naturale e non patologica della sessualità umana, che è molteplice, complessa e sfumata.
Testo originale (PDF): Lesben, Schwule und Bisexuelle in Kirche und Gesellschaft