Le persone LGBT raccontate nelle relazioni Sinodali, tra emarginazione e stigma
Articolo di Stephen McNulty* pubblicato sul sito gesuita Outreach (Stati Uniti) il 16 settembre 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte seconda
Emarginazione e stigma
Delle sintesi che citano le persone LGBTQ, la grande maggioranza parla della loro preoccupazione di essere escluse dalla vita della Chiesa. L’arcidiocesi di Seattle, per esempio, descrive l’emarginazione delle persone LGBTQ cattoliche “un tema frequente delle discussioni sinodali“, e continua citando una madre: “Mia figlia è lesbica. Non ho idea del perché lo sia, ma una cosa l’ho capita: Dio ama tutti. Non mi sembra che la Chiesa sia pronta ad accogliere le persone omosessuali, e questo fa male”.
Nell’arcidiocesi di Louisville, nel Kentucky, un genitore di una figlia lesbica esprime lo stesso sentimento: “Sono il fiero genitore dell’angelo che Dio mi ha donato. Le è capitato di essere lesbica. È la persona più amorevole e sollecita che conosca, e mi fa male vedere che non è accolta nella nostra Chiesa Cattolica”.
I giovani, in particolare, esprimono preoccupazione per questa esclusione. La diocesi di Erie (Pennsylvania), per esempio, nota che “gli studenti universitari sostengono che il trattamento dignitoso delle persone LGBTQ+ e di quelle di colore è una delle loro più grandi preoccupazioni, e una delle ragioni principali per cui hanno abbandonato la Chiesa Cattolica”.
L’arcidiocesi di Seattle cita un bambino di quinta elementare: “Se siamo tutti figli di Dio, perché non siamo tutti accettati allo stesso modo?”; un altro studente [di Seattle] dice: “Se Dio dice di amare tutti, e non mente, perché non ama anche le persone trans?”.
Le persone LGBTQ cattoliche sono ben coscienti del problema dell’esclusione. La diocesi di Syracuse [New York] descrive così la sua sessione di ascolto dedicata alle persone LGBTQ: “Molte persone omosessuali hanno parlato di quando sono state considerate ‘possedute’ o ‘malati mentali’. I loro racconti sono terribili”.
Molte discussioni sinodali vertono su tali temi. La diocesi di Davenport, nell’Iowa, riferisce che “il 94% degli oltre trecento commenti relativi alle persone LGBTQ+ raccontavano di esperienze molto dure”.
Il linguaggio
I documenti delle diocesi ci illuminano sui motivi per cui le persone LGBTQ cattoliche si sentono isolate o messe da parte. [Tra queste ragioni] viene citato spesso il linguaggio utilizzato per descriverle, come per esempio il Catechismo che parla degli “atti omosessuali” che sarebbero “intrinsecamente disordinati”.
La diocesi di Little Rock [Arkansas] espone in questo modo il tema: “Il linguaggio del Catechismo è sgradevole. Se una persona legge che i suoi desideri, i suoi sentimenti e le sue attrazioni sono ‘disordinati’, comincerà a credere (assieme ai suoi famigliari) che la Chiesa non la accetta. Questo non è il linguaggio dell’amore”.
“Io non sono intrinsecamente disordinato” ha detto un partecipante al processo sinodale di Buffalo [New York]. Altri partecipanti sono disturbati dal linguaggio usato dalla Chiesa in altri contesti. Secondo la diocesi di Metuchen, New Jersey: “Numerose persone hanno parlato del linguaggio ‘datato’ e ‘offensivo’ utilizzato dalla Chiesa per riferirsi alle persone LGBTQ, come ‘[persone con] attrazione per lo stesso sesso’ e ‘disordinato’. Secondo loro, queste parole dolorose ed escludenti impediscono alle persone di parlare di sé con franchezza”.
È interessante notare come gli stessi documenti diocesani facciano riferimento alle persone LGBTQ con una varietà di termini, tra cui quelli evidenziati dalla diocesi di Metuchen. Spesso si usano i termini “LGBTQ” (e le sue varianti), “persone con attrazione per lo stesso sesso”, e meno frequentemente, “omosessuali”. Per quanto riguarda le persone transgender, alcune sintesi utilizzano i termini “trans” o “transgender”, mentre altre scrivono “persone con disforia di genere”, e in un caso, “persone che si definiscono transgender”.
* Stephen McNulty si è laureato in scienze politiche e studi religiosi all’Università di Yale. Ha lavorato nella redazione del settimanale gesuita America dal giugno all’agosto 2022.
Testo originale: Diocesan listening sessions reveal struggles of LGBTQ Catholics and their families