Le persone omosessuali, il teologo McNeill e lo “Scommettere su Dio”
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Articolo di Kilian Melloy tratto dal sito Edge (Usa) del 18 settembre 2012, liberamente tradotto da Adriano C.
Il documentario di Brendan Fay, “Taking A Chance on God” esamina la pastorale e la vita politica di un rispettato prete e teologo gesuita omosessuale, John McNeill, che ha affrontato la censura e l’espulsione dalla Chiesa Cattolica Romana; una fede attualmente governata da un papa che, durante I giorni del suo cardinalato, ha emesso la cosiddetta “Lettera di Halloween”, uno spettrale editto emesso durante il culmine dalla crisi dell’AIDS, che definiva gli omosessuali dei “disordinati” e che in sostanza dichiarava che tutti coloro che lavorano per la parità LGBT meritavano qualsiasi punizione, inclusa quella fisica.
Il messaggio di McNeill è notevolmente differente. Dio ama tutti, predica McNeill, e questo è vero per gli omosessuali come per chiunque altro. Inoltre (e questo è il rospo che rimane in gola alla Chiesa) le relazioni sessuali intime tra I conviventi dello stesso sesso, sono altrettanto sacre e parte integrante del disegno di Dio, tanto quanto le coppie tra due persone del sesso opposto. Per l’ortodossia Cattolica, questa è un’affermazione oltraggiosa; nella cultura persistente anti-omosessuale radicata nella gerarchia cattolica, il sesso è per la procreazione, e quando si applicano alle coppie dello stesso sesso, “le parti non si adattano”, come affermato da un prete intervistato per questo documentario. McNeill, aggiunge ancora questo sacerdote, sta “articolando qualcosa che è anti-cattolico”.
Niente di tutto ciò dissuade McNeill, che aveva 85 anni quando fu fatto il film. McNeill gode di una relazione stabile con il suo compagno Charles Chiarelli, e ha recentemente completato un libro sull’amore e sull’unione delle coppie dello stesso sesso. Il titolo del nuovo lavoro è “Sesso come Dio comanda” come annota McNeill, il libro “presenta una risposta semplice e chiara alla domanda: Perchè Dio ha inventato il sesso? La risposta ci giunge da un’acuta investigazione nelle scritture Giudaico-Cristiane, Dio ha destinato il sesso ad essere fonte di piacere, di gioia e di amore”.
McNeill è anche autore dell’influente libro “The Church and the Homosexual” (La Chiesa e l’omosessuale) un lavoro scientific che esamina il Cattolicesimo e l’omosessualità e conclude che gli omosessuali (e le relazioni omosessuali) devono essere accolte con favore dalla Chiesa. McNeill fa un passo Avanti e alza la voce sul modo in cui gli omosessuali sono guardati con sospetto generale e odiati.
Come nota Ginny Appuzzo (attivista dei diritti di uguaglianza e presidente fondatore del Hudson Valley LGBTQ Community Center): ”Ogni istituzione della società tende ad escluderti. La Sanità dice che sei malato, la legge dice che sei un criminale, la Chiesa dice che sei peccatore”.
McNeill racconta al regista che lui stesso non sapeva se questo fosse vero, e che ha dovuto impararlo sulla propria pelle, nel momento in cui si innamorò di un altro uomo. La sua insistenza nell’alzare la voce su ciò che sapeva essere la verità, e sul suo servizio pastorale ai fedeli GLBT, gli hanno causato la batosta da parte della Chiesa Cattolica, esercitata dall’allora cardinal Ratzinger (ora Papa Benedetto XVI).
Sul sito web di McNeill leggiamo: “Un anno dopo la pubblicazione di ’The Church and the Homosexual,’ McNeill riceve un ordine dalla “Congregazione della Dottrina della Fede ” coordinata dal Cardinale Ratzinger in Vaticano, ora Papa Benedetto, che gli comandava il silenzio sui media pubblici. Ha osservato il silenzio per nove anni mentre continuava il suo servizio privato ai gay e alle lesbiche, che includeva psicoterapie, laboratori, letture e ritiri.
“Nel 1988,” continua il testo sul sito di McNeill “ha ricevuto un ulterior ordine dal Cardinale Ratzinger che gli intimava di rinunciare ad ogni ministero per le persone omosessuali che lui rifiutò perchè contro la sua coscienza. Di conseguenza, venne espulso dal Vaticano dalla Compagnia di Gesù (Gesuiti) a causa delle sue contestazioni agli insegnamenti della Chiesa Cattolica Romana sulle tematiche omosessuali, e per il rifiuto a smettere ogni Servizio e psicoterapia agli uomini e alle donne omosessuali. McNeill era gesuita da circa 40 anni”.
McNeill è membro fondatore di Dignity, un gruppo di sostegno omosessuale formato dai cattolici che sono costretti a riunirsi in chiese protestanti, perchè l’autorità centrale della propria fede ha espulso l’organizzazione dal Cattolicesimo ufficiale.
Il film non ha una narrazione in terza persona; è composto da commenti catturati da soggetti intervistati e da immagini recuperate dalle fonti d’archivio, compresi alcuni spezzoni che mostrano personaggi anti-gay come Anita Bryant e Jimmy Swaggart che danno voce allo loro retorica omofobica. (Bryant paragona i gay a “prostitute” e “ladri”, mentre Swaggart dichiara che se un uomo dovesse guardarlo con desiderio sessuale, “Io lo ucciderei e andrei a dire a Dio che è morto”).
Il film ha un andamento variabile, ma la storia che racconta è imperdibile: come vescovo episcopale dichiaratamente omosessuale, Gene Robinson riassume nella fase iniziale “Non c’è nulla di così potente come una persona che vive la sua vita con integrità”.
Il titolo del film è tratto dal commento di McNeill circa il tipo di epitaffio che gli piacerebbe vedere scritto sulla sua lapide, ma c’è anche un significato più profondo. Entrambe le parti del dibattito sono fermamente convinte di sapere quello che Dio vuole e si aspetta dall’umanità; ma la scommessa che McNeill ha scelto non è circa la volontà di Dio.
Piuttosto, quello su cui scommette McNeill (e qualsiasi altra persona apertamente omosessuale) è l’abilità o meno che tutti gli uomini riescano ad offrire in termini di rispetto, civiltà e compassione nel quotidiano. In breve, affidiamo ad altrer persone la garanzia di ciò di cui già crediamo che Dio ci abbia già dotato, cioè l’uguaglianza.
Testo originale: Taking A Chance On God