La sacra alleanza contro l’uguaglianza. Le religioni nel ‘Rapporto sull’omofobia 2014’
Testo tratto dal Rapporto annuale sull’omofobia 20014 pubblicato da SOS Homophobie (Francia) nel maggio 2014, pp139-141. liberamente tradotto da Dino
Gli argomenti religiosi hanno alimentato il dibattito riguardo all’adozione della legge che apre il matrimonio alle coppie di persone dello stesso sesso, ma l’inatteso cambiamento a capo della Chiesa di Roma ha senza dubbio spostato una parte della discussione.
Nell’attesa, a livello internazionale, da molti paesi arrivano pessime notizie.
In Nigeria il 30 maggio 2013 è stata votata una delle leggi più punitive nei confronti degli omosessuali, fatto che per i commentatori europei costituisce “un’ulteriore vittoria per gli evangelici americani, che sono andati in Africa per diffondere la loro omofobia piena di odio” (1).
Inoltre il 20 dicembre 2013 il parlamento dell’Uganda ha fatto passare una legge che punisce col carcere a vita tutti gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso.
Il presidente Yoveri Museveni in un primo momento ha rifiutato, nel gennaio 2014, di firmare il decreto, aggiungendo che le persone “anormali”, gli omosessuali, non dovrebbero essere uccise o imprigionate, ma curate (2).
Si è poi lasciato convincere che, non essendo l’omosessualità genetica ma comportamentale, essa può e deve essere punita, e la legge è stata promulgata nel febbraio 2014.
L’irrigidimento delle posizioni nei riguardi degli omosessuali in questo paese è stato fortemente influenzato dalla propaganda degli ultraconservatori religiosi americani e in particolare dall’attivista antigay e cristiano militante Scott Lively e dal pastore evangelico Rick Warren (3).
Le testimonianze ricevute da SOS Homophobie nel 2013, in forte aumento rispetto all’anno precedente (il loro numero è raddoppiato), evidenziano non solo l’incomprensione della violenza, fisica e simbolica, delle azioni e delle dichiarazioni LGTBfobiche delle persone che si appellano alle religioni, ma anche il timore della rottura del patto repubblicano: la laicità francese viene percepita come minacciata, visto lo spazio che molte religioni si sono concesse nel dibattito sul matrimonio per tutti.
I messaggi testimoniano la sofferenza degli allievi omosessuali nelle scuole di impronta religiosa, ma anche dei professori omosessuali; questi ultimi si sentono spesso umiliati dai loro stessi datori di lavoro, i quali nel contesto del voto della legge sul matrimonio per tutti non esitano a prendere pubblicamente posizione contro di loro, con argomenti spesso molto violenti; a questi insegnanti succede anche di ricevere degli insulti dagli allievi.
In alcune famiglie molto religiose (questo aspetto riguarda le tre grandi religioni monoteiste), i cui componenti sono inizialmente molto uniti, la scoperta dell’omosessualità del figlio ha spezzato tutti i legami, e a volte ha provocato contro di essa anche una violenza fisica.
Alcuni giovani tentano anche delle terapie di “conversione” all’eterosessualità attraverso la religione, malgrado la mancanza di qualsiasi prova della loro efficacia e l’immensa sofferenza che esse provocano. L’ambiente minaccioso lo si trova anche sul luogo di lavoro, dato che molte persone ci hanno segnalato di ricevere delle email di carattere religioso che riprendono alcuni passaggi omofobici dei testi sacri.
Il cattolicesimo: chi siamo noi per giudicare i papi?
L’esordio del pontificato di papa Francesco sembrava annunciare una rottura con l’austerità di Benedetto XVI. Quest’ultimo ha marcato gli animi con posizioni chiaramente ostili nei confronti dell’omosessualità e con l’onnipresenza di essa nei suoi discorsi. L’atteggiamento del nuovo papa verso l’omosessualità sembra caratterizzato dalla compassione.
Dopo una visita di sette giorni a Rio de Janeiro in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù papa Francesco, nel volo di ritorno, ha pronunciato una frase che ha fatto il giro del mondo: “Se una persona è omosessuale e cerca il Signore, dà prova di buona volontà, chi sono io per giudicarla?” (4).
Tuttavia è interessante notare che quest’affermazione viene fatta in una conversazione riguardante preti a tendenza omosessuale e, nel discorso del papa, sono essi che non devono essere giudicati.
Sembra anche che faccia un riferimento critico al documento del 2005 che dichiara che la Chiesa “non può ammettere al seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono quella che viene definita cultura omosessuale” (5).
Questa volontà di “non giudicare” è stata peraltro ripetuta in un più ampio contesto, accompagnato da quella di diminuire l’insistenza della Chiesa su “questioni legate all’aborto, al matrimonio omosessuale e all’uso dei metodi contraccettivi” (benché le posizioni su questi temi rimangano immutate) (6).
Questo cambiamento di tono (e non di sostanza) è bastato a far diventare il papa “Personaggio dell’anno” della rivista Time, che ha dedicato, nell’articolo che lo celebra, molto spazio all’atteggiamento della Chiesa verso i gay e le lesbiche, sottolineando in particolare che: “Questo cambiamento, nei paesi più progrediti, come gli Stati Uniti, può non assomigliare ad un vero passo in avanti.
Ma la sensibilità del papa nei confronti dell’orientamento sessuale ha un impatto completamente diverso in paesi in via di sviluppo, nei quali l’omofobia è istituzionalizzata, generalizzata e provoca delle sanzioni” (7). Il papa stesso è stato eletto Personalità dell’anno dalla più antica rivista LGBT americana, The Advocate, perché ha mostrato in più occasioni la sua volontà di intrattenere un dialogo rispettoso con le persone omosessuali. Idee ancora più incoraggianti provengono dal Sudafrica, dove l’arcivescovo Desmond Tutu, in occasione di una riunione dell’ONU del luglio 2013, ha dichiarato che “si rifiuterebbe di andare in un paradiso omofobo” e non potrebbe “lodare un Dio omofobo” (8).
Questa benevolenza non sembra però aver trovato spazio nella maggior parte delle istituzioni religiose né in certi siti Internet cattolici, come dimostrano le testimonianze ricevute da SOS Homophobie.
In alcune autorità religiose rimane presente l’idea secondo la quale ci sarebbe un complotto intorno alla legge Taubira, e viene fatto cenno alla pretesa “legge del silenzio imposta da alcune lobby ultraminoritarie ma in grado di esercitare un’inaudita pressione sui responsabili politici e sulla maggior parte dei grandi media” (9), che in particolare impedirebbe ai deputati di criticare il progetto di legge.
Il consiglio permanente della Conferenza Episcopale Francese il 16 gennaio 2013 ha pubblicato un comunicato in cui i vescovi auspicavano che “gli eletti ed i politici propongano delle soluzioni e delle formule che siano rispettose del carattere eterosessuale del matrimonio, della filiazione e delle persone omosessuali” – in altre parole, “soluzioni” che andrebbero contro il progetto della legge Taubira.
Il cardinale André Vingt-Trois ha scelto il tono apocalittico. Nella maggior parte delle sue interviste, annuncia la creazione all’interno della società di un limite invalicabile dal voto della legge (una profezia autorealizzatrice, dato l’impegno della Chiesa nei dibattiti).
Illustra anche un disegno minaccioso della società futura qualora si accettasse il matrimonio per tutti: in essa si produrrebbe “l’occultamento dell’identità sessuale come realtà psicologica e la (conseguente) fermentazione, la germinazione di una forte rivendicazione del riconoscimento della sessualità differenziata” (10).
Alcuni giorni più tardi, lo stesso cardinale ha tuttavia preso le distanze dagli eccessi della Manif pour tous [la manifestazione contraria al matrimonio per tutti n.d.r.].
Le grandi manifestazioni contro il matrimonio per tutti, che hanno usufruito di un forte impegno da parte delle reti cattoliche, sono state accompagnate da frequenti riunioni di cattolici che fanno riferimento all’Institut Civitas, i quali hanno pregato in ginocchio nei pressi del Senato, nonostante le preghiere in strada siano vietate dal 2011.
Islam
In Francia sono state numerose le voci ostili all’omosessualità da parte dei musulmani, molti dei quali si sono uniti alla Manif pour tous. Sono state numerose anche le persone che hanno contattato SOS Homophobie per condividere la loro desolazione di fronte all’odio e alla violenza presenti sui siti Internet che si richiamano all’Islam e sulle reti sociali. Gli insulti che definiscono l’omosessualità “un passo verso l’incesto” o un segno di pedofilia e che virano verso le minacce di violenza fisica in nome della religione sono numerosissimi. La situazione internazionale è ancora più difficile.
Il think tank americano Pew Research Center nel maggio 2013 ha pubblicato uno studio sul contenuto delle opinioni dei musulmani in particolare per ciò che riguarda l’omosessualità.
Questa viene condannata come moralmente negativa dalla schiacciante maggioranza dei musulmani nei 36 paesi studiati. I soli paesi nel quale oltre il 10% dei credenti hanno dichiarato che essa è moralmente accettabile sono l’Uganda (12%), il Mozambico (11%) e il Bangladesh (10%).
Ma questo rifiuto popolare dell’omosessualità, che sembra caratterizzare la maggioranza dei credenti, viene sempre più contestato dai rappresentanti dell’Islam illuminato.
Così, quando in Egitto lo sceicco conservatore Ahmed el-Tayeb (il vecchio rettore dell’università al-Azhar del Cairo) il 30 maggio 2013 si è espresso contro il matrimonio omosessuale, che rientrerebbe nella categoria “haram” – il più grave peccato secondo l’Islam -, questa presa di posizione ha provocato una forte reazione da parte dell’organizzazione internazionale Musulmans Progressistes (11), che se ne è dissociata, mettendo in luce l’eterogeneità di questa religione.
Ludovic-Mohamed Zahed, imam e portavoce del ramo francese dell’organizzazione, ha d’altra parte parlato apertamente del suo matrimonio (risalente a prima della legge Taubira) col suo compagno in Sudafrica.
Nuove voci, nuove interpretazioni dell’Islam
Nell’universo anglofono l’Islam, i suoi fedeli, i suoi teologi e i suoi rappresentanti politici nel 2013 sono stati impegnati in un importante dibattito sull’omofobia. Nella primavera 2013, un video di Abdul Hakim Murad (altrimenti noto come Tim Winter, il suo nome di nascita), teologo dell’Islam e insegnante presso l’università di Cambridge, è stato pubblicato su YouTube.
In questo video il teologo definisce l’omosessualità “un’inesplicabile aberrazione” (12); queste parole hanno provocato la collera degli studenti e della stampa. Murad ha comunque tenuto a precisare che questa registrazione è molto vecchia (1995) e non rappresenta le sue attuali opinioni: “la compassione e la comprensione sono meglio dei rimproveri” (13), scrive oggi. Voci ancor più incoraggianti sono arrivate da scrittori musulmani anglofoni.
Il giornalista inglese Mehdi Hasan, in un articolo in cui presenta le sue scuse per il comportamento omofobo che ha potuto avere nella sua giovinezza, fa notare che l’omofobia è vicina all’islamofobia, essendo sostenuta dalla paura di ciò che non si conosce, e che “dobbiamo ad ogni costo evitare gli stereotipi e la demonizzazione degli uni e degli altri (14)” ( le sue affermazioni non sono tuttavia esenti da ingenuità e semplificazioni).
Lo scrittore americano Michael Muhammad Knight è andato ancora oltre, ed ha pubblicato nel 2013 un articolo che invita a non considerare l’Islam come immodificabile. Secondo lui, le scelte dei versetti e degli elementi della tradizione dipendono dalle intenzioni dei credenti, che devono in ogni modo tradurli in un discorso rivolto a se stessi.
Ora, “ogni traduzione è un’interpretazione, ed ogni interpretazione è una scelta (15)”: i musulmani oggi possono respingere le idee che sono state accettate dalla tradizione che non hanno più alcuna ragion d’essere, come la condanna dell’omosessualità o, ad esempio, la legittimazione degli abusi sugli schiavi. E negli Stati Uniti esercita il suo ministero il primo imam apertamente omosessuale, Daayiee Abdullah. Le sue prime azioni in quanto imam consistevano nel celebrare i funerali dei musulmani morti di AIDS.
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1. Secondo Ulrike Lunacek, parlamentare europea e portavoce del Partito Verde Europeo, http://www.lgbt-ep.eu/press-
releases/nigeria-adopts-harshest-homophobic-law-in-recent-history/
2. « Gays and lesbians ‘sick’, Ugandan President says in blocking anti-gay bill »,cnn.com,18 gennaio 2014.
3. Zoe Alsop, « Uganda’s Anti-Gay Bill: Inspired by the U.S. », Time,10 dicembre 2009, http://content.time.com/time/
world/article/0,8599,1946645,00.html
4. « Conférence de presse du Saint-Père durant le vol de retour du voyage apostolique à Rio de Janeiro », Brasile, 22-29 luglio 2013, http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/july/documents/papa-francesco_20130728_gmg-conferenza-stampa_fr.html
5. Istruzione della Congregazione per l’educazione cattolica sui criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone che presentano tendenze omosessuali in vista dell’ammissione al seminario e agli Ordini sacri, 2005.
6. «Antonio Spadaro, S.J., « A Big Heart Open to God. The exclusive interview with Pope Francis », 30 settembre
7. Howard Chua-Eoan & Elizabeth Dias, « TIME’s Person of the Year 2013 : Pope Francis, The People’s Pope », 11 dicembre 2013, http://poy.time.com/2013/12/11/person-of-the-year-pope-francis-the-peoples-pope
8. « Desmond Tutu n’adorerait pas Dieu s’il était homophobe », 27 juillet 2013, http://www.rfi.fr/afrique/20130727-desmond-tutu-homophobie-lutte-dieu-campagne
9. Messaggio di Mgr Marc Aillet, vescovo di Bayonne, Lescar et Oloron, per il 15 août 2013, http://www.diocesebayonne.org/spip.php?article3729
10. Discorso d’apertura del cardinale André Vingt-Trois all’assemblea plenaria del 16 aprile 2013.
11. Muslim For Progressive Values: http://mpvusa.org/wp-content/uploads/2013/01/Al-Azhar-FRENCH.pdf
12. « “Inexplicable Aberration” : Cam Lecturer Slates Homosexuality », The Tab Cambridge,1 maggio 2013.
13. Abdal-Hakim Murad, « Bayan – a clarification », 5 maggio 2013, http://www.masud.co.uk/ISLAM/ahm/byan.html
14. Mehdi Hasan, « As a Muslim, I struggle with the idea of homosexuality – but I oppose homophobia »,newsta-tesman.com,20 maggio 2013.
15. Michael Muhammad Knight, « Editing Homophobia out of the “Islamic Tradition” », vice.com, 17 aprile 2013.
Testo originale: Rapport annuel 2014. Religions