Le relazioni sinodali parlano delle difficoltà dei cristiani LGBT+ e dei loro genitori
Articolo di Stephen McNulty* pubblicato sul sito gesuita Outreach (Stati Uniti) il 16 settembre 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte prima
Nell’ultimo anno la Chiesa Cattolica ha intrapreso ciò che viene comunemente chiamato “il Sinodo sulla sinodalità”, un processo che si svolge nell’arco di alcuni anni mirato a sviluppare il discernimento comunitario e a diffondere tra i fedeli il “camminare insieme”.
Papa Francesco considera la sinodalità una parte essenziale della vita della Chiesa; come ha detto il 5 maggio 2022 in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: “La Chiesa deve diventare sempre più sinodale: capace di camminare unita nell’armonia delle diversità, in cui tutti hanno un loro apporto da dare e possono partecipare attivamente”; altrove il Pontefice ha descritto la sinodalità come “il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio”.
Cos’è il Sinodo
Secondo il Papa, il processo sinodale comprende tre fasi: l’incontro, l’ascolto e il discernimento. Francesco auspica che si pronuncino i cattolici di tutto il mondo, e i documenti preparatori esprimono un particolare desiderio di prestare la massima attenzione a chi si trova ai margini.
Per fare questo, il Sinodo si articola in alcune fasi. Nella prima fase (2021-estate del 2022) le varie diocesi hanno avuto il compito di ascoltare i loro fedeli, sia di persona che online. Ogni diocesi ha poi elaborato una sintesi di quanto ascoltato da sottoporre alla sua Conferenza Episcopale, la quale poi, assieme alle altre, ha elaborato suoi documenti. Poi la consultazione diverrà di dimensione continentale, per culminare infine nell’assise mondiale dell’ottobre 2023.
Negli Stati Uniti le varie diocesi (assieme ad altre organizzazioni che possono fornire dei contributi) avevano tempo fino al 30 giugno scorso per sottoporre le loro sintesi alla Conferenza Episcopale, secondo la quale il 95% delle diocesi ha assolto al compito, ma non tutte le sintesi sono state rese pubbliche. In data 3 agosto 2022, una settantina di esse hanno pubblicato online la propria sintesi, ma molte altre, incluse alcune fra le più grandi (Los Angeles, Chicago, Boston), hanno evidentemente deciso di non farlo.
Il Sinodo e la comunità LGBTQ
Nello spirito della sinodalità, alcune diocesi come Buffalo, Washington e Salt Lake City hanno organizzato delle sessioni di ascolto specificamente rivolte alle persone LGBTQ, e associazioni come New Ways Ministry hanno contribuito con propri documenti al ritratto dell’esperienza LGBTQ cattolica.
È un lavoro che non si è limitato alle persone LGBTQ: molte sintesi diocesane riportano di sessioni di ascolto dedicate ad altri gruppi che nella Chiesa sono poco rappresentati: giovani adulti, carcerati ed ex carcerati, minoranze linguistiche, ex cattolici e senzatetto.
Anche laddove non sono state previste consultazioni con la comunità LGBTQ, le questioni ad essa connesse compaiono comunque in gran parte dei documenti. Su circa 75 sintesi pubblicate, almeno 63 (l’84%) vi fanno qualche riferimento, e alcune di esse vi dedicano intere sezioni.
Le sintesi rivelano una grande varietà di atteggiamenti di fronte a questo tema; alcune invitano la Chiesa a esporre meglio il suo magistero su sessualità e matrimonio, mentre molte altre invitano a una maggiore comprensione e dialogo con le persone LGBTQ cattoliche, che vengono considerate escluse dalla Chiesa. Ad ogni modo, dalla consultazione delle diocesi statunitensi alcuni temi emergono con frequenza.
* Stephen McNulty si è laureato in scienze politiche e studi religiosi all’Università di Yale. Ha lavorato nella redazione del settimanale gesuita America dal giugno all’agosto 2022.
Testo originale: Diocesan listening sessions reveal struggles of LGBTQ Catholics and their families